giovedì 12 aprile 2012

Non si frigge il pesce con l'acqua


Ecco qua. I conti tornano. I nodi vengono al pettine. Non mi fregio certo di essere un intenditore di calcio, ma bastava avere qualche grammo di cervello nella scatola cranica per capire che il Napoli era poco attrezzato per affrontare la stagione che lo attendeva. Complice una schiera di giornalai prezzolati, completamente privi di etica professionale, molti napoletani si sono convinti che il Napoli fosse, per usare le parole di un simpatico e noto cabarettista, "una squadra fortissimi". Questa convinzione si è rafforzata allorquando, complici una serie di circostanze favorevoli, abbiamo ottenuto risultati importanti in Champions League. Ora che la benzina è finita, dopo 7-8 mesi passati a correre a perdifiato dietro i passaggi sbagliati di Gargano, i meno avveduti e critici si trovano di fronte a un duro risveglio. Come spesso accade in queste circostanze, subentra il rifiuto della realtà; e allora si cercano comode spiegazioni e capri espiatori.

Per alcuni oggi il capro espiatorio in questione è Walter Mazzarri. Se avessimo una macchina del tempo e potessimo tornare a due anni e mezzo fa, quando il molliccio e abulico Napoli di Donadoni veniva ridestato dalla grinta e dalla voglia di vincere del suo burbero successore, ci sembrerebbero assurde le critiche di oggi. E a ragione: se non fosse stato per lui, il Napoli si sarebbe trovato probabilmente a dover lottare per la salvezza. E invece oggi Walter Mazzarri è, per alcuni, il principale responsabile della nostra debacle. Rifondiamo, dicono costoro. A cominciare dall'allenatore. Non concordo assolutamente con questo punto di vista, e vorrei spiegarvi perchè, se mi omaggiate della vostra pazienza per qualche minuto.

Quali sono le critiche rivolte al nostro allenatore? Innanzitutto, quella di cambiare poco l'undici titolare. In effetti, sono pochi i giocatori su cui fa affidamento Mazzarri, a dispetto del numero di partite disputate e della grande dispendiosità del nostro gioco. Perchè, dunque? Sono solo fisime le sue? Ricordiamoci, per favore, di quella brutta partitaccia contro il Chievo, quando il buon Walter cambiò ben 7/11 della formazione. Ricordate la cappellata di Fideleff? Ricordate la prestazione indecente? Bene, perchè quella è la qualità di molti dei nostri panchinari. E non sorprende, viste le politiche di mercato della società (torneremo poi su questo aspetto).

Un'altra critica che riceve l'allenatore toscano è quella di non cambiare mai modulo. Bene, ieri vi ha accontentati, anche se a quel balordo 3-4-3 con Dzemaili sulla fascia e Hamsik al fianco di Gargano è stato costretto. Abbiamo visto i risultati. Così come abbiamo avuto modo di constatare, in alcune occasioni, che la difesa a 4 non è più affidabile della difesa a 3, se gli uomini che la compongono non apportano una migliore qualità. 

Terza critica: il Napoli non riesce a imporre il suo gioco contro le squadre, diciamo così, meno blasonate. Verissimo. Questa è una squadra impostata anni fa da Reja per difendersi e ripartire, e al loro arrivo sia Donadoni che Mazzarri hanno ritenuto di mantenere questa impostazione. Come mai? La risposta è a mio parere semplice: perchè non c'erano i giocatori che consentissero un'impostazione diversa. Se il Napoli non sa far girare il pallone come il Barcellona non  per colpa di Mazzarri, ma perchè in mezzo al campo ha Gargano e Inler, mica Xavi e Iniesta. Va detto anche che, rispetto al Napoli di Reja, quello di oggi non ha neanche la soluzione tattica di un centravanti potente e forte nel gioco aereo come Sosa, che possa raccogliere i continui lanci di Cannavaro ai quali ci hanno condannato i miei e i vostri peccati. Quando le difese avversarie si chiudono, per quanto modeste, facciamo una fatica pazzesca a creare occasioni da gol.

L'unica critica che, a mio modestissimo avviso, si possa fare a Walter Mazzarri è il suo stile comunicativo; il fatto di cercare continuamente scuse, di non ammettere mai che hai giocato da schifo, l'appellarsi a mille attenuanti. Non è questo il modo per far tenere i piedi per terra al pubblico napoletano, o a qualsiasi altro pubblico. Così si ottiene un solo obiettivo, quello di stizzire il proprio interlocutore. Ieri il Napoli è stato inguardabile, e si è meritato i fischi che ha ricevuto. Si discuta delle cause di quello scempio, ma non si cerchino attenuanti. 

Qual è il vero problema? Ne esistono due, secondo me. Uno è che il Napoli è palesemente male attrezzato per gli impegni e le aspettative che ormai, a otto anni dalla rifondazione, si trova di fronte. Questo è vero soprattutto per la difesa, reparto in cui è effettivamente difficile oggi trovare buoni giocatori che non gravino pesantemente sul bilancio societario. I difensori validi sono pochi. E se pago due milioni e mezzo a stagione a un Criscito, per esempio, dovrò aumentare l'ingaggio a tutti gli altri. Questo, nell'ottica di De Laurentiis, non è possibile.
L'altro problema, intimamente legato al primo, è che in Italia gli allenatori non possono costruirsi la squadra, ma devono prendersi un gruppo già formato e cercare di ottenere il miglior risulato possibile con quello che hanno. Se Mazzarri fosse alla guida di un club inglese, se avesse fatto lui il mercato, sarei il primo a chiederne "la testa". Ma se lui chiede Pinco e Pallino e invece gli comprano Tizio e Caio, io non me la sento di inchiodarlo alla croce. Se il Napoli è mal attrezzato non è colpa di Mazzarri, eppure quest'ultimo deve fare da "parafulmine" per evitare che le critiche distruggano il gruppo, proteggendo di fatto, implicitamente, la società che quel gruppo così carente lo ha assemblato.

Non si frigge il pesce con l'acqua. Certo, mi rendo conto che l'olio costa; ma senza quello non potrà venir fuori che una ripugnante brodaglia. Ecco cos'è il cattivo sapore che abbiamo in bocca da qualche settimana a questa parte.

sabato 7 aprile 2012

I moderati

E gli anni passano, i bimbi crescono, le mamme imbiancano, e gli idioti si moltiplicano. Il divenire storico, in questi ultimi decenni, può essere riassunto tutto nella progressiva e inesorabile perdita di intelligenza e capacità critica. Poveri capretti, macellati per la Pasqua...è vero, eh? Nel frattempo il governo di occupazione che si è insediato in questo paese con il beneplacito di quasi tutte le forze politiche si dedica sistematicamente e di gran lena alla distruzione di quel poco che resta del compromesso fra l'ansia smodata, psicotica, sadica di guadagno e potere delle elites finanziarie e il diritto di campare dignitosamente dei poveri stronzi come voi e come me. Siete contenti che Bossi si è dimesso? Bravi, fate bene. Bossi era il male assoluto, sputava mentre parlava (o bofonchiava) male dei meridionali, il che - non devo certo dirvelo io - è politicamente scorretto. Io, in quanto napoletano, mi sentivo profondamente offeso quando ascoltavo le sue dichiarazioni. Pensate che una volta ho pianto con le lacrime. Mario Monti, quello sì che è un signore! Parla in modo chiaro, non sputacchia, si veste bene...
Come si è arrivati a questo punto? Come Lindo Ferretti prima che impazzisse, io mi ricordo di discorsi belli tondi e ragionevoli. Chi ci ha portati in questo inferno di salotti mediatici pieni di equivoci ideologici e confusioni semantiche? La risposta è: i moderati. 
Chi sono i moderati? Per capirlo, dobbiamo sciogliere proprio una delle confusioni semantiche di cui parlavo: non sono affatto moderati. Per capire questo equivoco, dobbiamo tenere presenti le parole del portiere Antonio Buonocore ne La banda degli onesti, quando la moglie teutonica gli propina del vino allungato con l'acqua. Il meschino rimprovera la donna per la nefasta iniziativa, e le fa presente che a lui bastano "due dita, un mignolo, purchè sia vino". L'acqua snatura la bevanda in questione, fino a renderla irriconoscibile in quanto tale. I "moderati" mettono acqua al vino del discorso politico,  e l'effetto è appunto quello di snaturarlo. Per merito loro, oggi è impossibile fare un discorso politico sensato in questo paese, perchè per moltissime persone i parametri stessi di quel tipo di discorso non sono più politici.
La proprietà dei mezzi di produzione e distribuzione della ricchezza. L'accesso al reddito. La regolamentazione del lavoro. L'entità e la ripartizione della spesa pubblica. Questi sono gli elementi di un discorso politico serio, non la corruzione e il nepotismo di questo o quel partito, soprattutto quando sappiamo benissimo che nessuna forza politica ne è esente. Non ti voto perchè sei onesto (il che poi è tutto da dimostrare), casomai ti voto perchè condivido il tuo progetto, la tua linea politica. Ma certo, se la tua linea politica consiste in un progetto di macelleria sociale (il capretto siamo noi, avete capito o no?), non ti conviene parlarne. Ti conviene buttarti sulla "cultura", mandare da Fabio Fazio una truppa scelta di musicisti, scrittori e cineasti   fedeli alla nobile causa della pagnotta, ma che si presentano bene, sistimatielli e educati. Così gli elettori del PD dicono "ma guarda come è colto, come si veste bene, tutta un'altra cosa rispetto a quelli di destra..." 
Immaginate di essere stati chiusi in una stanza, ma pulita,  arredata con gusto, eh... Immaginate che a un certo punto entri un uomo di bella presenza, di aspetto curato, accompagnato da un paio di guardie del corpo, di quelle grosse, tipo Fusco e Amaniero...che queste guardie grosse vi immobilizzino e vi abbassino i pantaloni, e che l'uomo distinto tiri fuori una nerchia di proporzioni grottesche, con la quale vi sodomizza senza pietà. In tutto questo, Allevi suona un pezzo jazz molto evoluto sul piano a coda, e Fabio Volo legge Kerouac. Voi, le vostre urla e il vostro sangue siete fuori campo. I moderati non apprezzano il vino forte.

giovedì 5 aprile 2012

Aridatece Bettino!

Bettino Craxi. Uno che mangiava, ma ti lasciava le briciole.

Innanzitutto sarà il caso di fare una precisazione: io faccio parte di quella categoria di fessi avvezzi a rispettare le regole. E non solo per il timore delle sanzioni in cui potrei incorrere se non lo facessi, ma perchè ci credo, nelle regole. Non nell'imposizione autoritaria, che è cosa diversa, ma nella necessità di autolimitarsi nella propria libertà ed autonomia per non nuocere al prossimo. Alcune leggi o norme possono apparire ingiuste o esserlo palesemente, e in quel caso non ho difficoltà a ignorarle del tutto. Ma appropriarsi di ciò che non è nostro, al di là di qualsiasi discorso sulla natura della proprietà, è indubbiamente immorale  qualora lo si faccia ai danni del nostro prossimo e non di istituzioni senza volto e senza legittimità. 

Detto questo, devo confessarvi di avere negli ultimi tempi una certa nostalgia di Bettino Craxi e della Prima Repubblica. Quando c'era lui l'Italia era prospera. Ladrona, come oggi, ma prospera. Io, figlio di un'insegnate e di un contabile, facevo due mesi di vacanze all'anno. Luglio mare, agosto montagna. 
Certo, era un sistema inaccettabile. E arrivarono Di Pietro & co. a spazzarlo via, a botte di sentenze. Io gioivo nel veder cadere i sobri corrotti del tempo che fu, perchè non sapevo cosa sarebbe venuto dopo. L'alternanza di pagliacci corrotti, privi di qualsiasi velleità di governo, e di quella nuova sinistra che man mano ha scoperto il suo vero volto di subdolo e spietato alfiere del più bieco neoliberismo.

Dopo vent'anni di questa jacovella condita di programmi di "approfondimento" per lo più finti e asserviti alle istanze di questa o quella parte politica, non c'è neanche più bisogno della politica, ridotta a mero teatrino di inciuci più o meno avvincenti. Guardatelo, Mario Monti: è Darth Vader senza la maschera. Dietro i baffetti di D'Alema, l'emaciato pallore di Fassino, la zella di Bersani, c'era lui. Lui e i suoi amici tecnocrati, con le loro teorie economiche antisociali, da manicomio criminale. Se quando avevo 17 anni e occupavo il mio liceo la parola socialdemocrazia mi sembrava una bestemmia e Bettino era il nemico da trasformare in insaccati, oggi darei 10 anni di vita per poterli riavere indietro. A questo siamo. E adesso scendo a farmi un paio di birre e cercare di non pensare a quanto è profondo il baratro.

lunedì 2 aprile 2012

Merda...


Conoscete quel giochino di associazioni mentali in cui a una determinata parola si deve rispondere con un'altra, il più velocemente e spontaneamente possibile? Alla parola "merda" la stragrande maggioranza dei napoletani risponderebbe rapidamente, senza alcun tentennamento, "Juve!" Per questo costa ammettere che ieri sera questa squadra di pupù ci ha surclassati, giustificando e motivando con un'ottima partita il divario che esiste in classifica fra noi e loro. Inutile appellarsi alla sfortuna o a presunte sviste arbitrali, quando si chiude un incontro senza aver mai impegnato il portiere avversario. Persino in un campionato mediocre come questo, in cui pare che il terzo posto faccia ribrezzo più che gola per il numero di occasioni perse dai club che potrebbero e dovrebbero ambire ad esso; perfino in questo campionato disastrato e sgangherato, la qualificazione alla Champions (seppure tramite i preliminari) appare di difficile conseguimento. 

Ieri i giornali ci hanno comunicato la scomparsa di Giorgio Chinaglia, uno dei più noti protagonisti del calcio italiano degli anni Settanta. Un calcio con la serie A a sedici squadre, con le rose di sedici giocatori, e lo scudetto a 45 punti (la vittoria ne valeva solo due). Un calcio su cui un'indole nostalgica potrebbe riversare torrenti di elogi, ma che forse può essere definito semplicemente meno evoluto, da una serie di punti di vista, di quello attuale. Allora ti bastava prendere un paio di campioni e inserirli in una rosa di discreti gregari per ambire ai primissimi posti; oggi non è più così. Le innovazioni tattiche hanno esaltato l'aspetto mentale, l'importanza di una buona lettura della partita da parte del mister ma anche di chi scende in campo, e la velocizzazione del gioco ha reso il cosiddetto turnover un'esigenza, non già un decadente vezzo con cui la perfida Albione lusinga e corrompe la virilissima italica gioventù. Se in questa serie A vuoi primeggiare, ti servono 20 giocatori di buona, se non ottima, qualità. 20 uomini che sappiano calciare un pallone, che riescano a far bastare le loro energie agli sforzi richiesti dalle varie fasi delle partite e della stagione, e che sappiano stare in campo. Il Napoli tutto questo non ce l'ha.

I calciatori utilizzati con una certa assiduità dal nostro allenatore sono 15: oltre ai titolari, che conosciamo bene, ci sono Britos, Dossena, Dzemaili e Pandev. Gli altri non hanno fatto che apparizioni sporadiche. La nostra difesa è - ahimé - deficitaria. Paolo Cannavaro, che alcuni pagliacci prezzolati vorrebbero mandare in nazionale, è un difensore spesso distratto, fuori posizione, talvolta poco reattivo; Aronica è un onesto spaccalegna che spesso è costretto ad arrangiarsi come può, e dunque a regalare sovente calci piazzati sui quali puntualmente rischiamo di prendere gol, palesando enormi difficoltà nella marcatura; Campagnaro è addirittura adattato al ruolo di difensore, e difatti pare più a suo agio nel portare palla che non nell'ingrato compito di formare la linea di difesa insieme a compagni non eccelsi come quelli appena menzionati.
La mediana è formata da due giocatori che militano nelle rispettive nazionali, ma è forse male assortita. Inler sembra non essersi mai integrato appieno nel gioco di questa squadra, al contratio di Gargano; il quale, però, sbaglia una percentuale di passaggi preoccupante, vanificando in buona parte lo straordinario lavoro svolto in fase di non possesso. 
Lì davanti c'è la qualità, i giocatori che dovrebbero fare la differenza. Ma non sempre sono lucidi e hanno voglia di vincere. Hamsik ieri sera era inguardabile, ci mettevo più agonismo io quando giocavo con gli amici al Manzoni o al Kennedy. Ma serio. 
In ultimo, la riluttanza di Mazzarri a cambiare. Lo slovacco in campo non ci doveva proprio scendere. O, in alternativa, andava cambiato al 10° del primo tempo. E picchiato negli spogliatoi con gli asciugamani bagnati.

Dunque, rosa inadeguata. Siamo sempre lì. De Laurentiis, che a giudicare dalle interviste che rilascia deve fare ampio uso di sostanze psicotrope, dovrebbe drogarsi di meno e spendere un po' di più. E mangiatela l'emozione di comprare un terzino sinistro! Un mediano che non sia di vetro, magari. Un difensore centrale affidabile. Se non hai intenzione di farlo, non capisco proprio tutto il tuo snobismo nei confronti dell'Europa League, perchè in questo momento non siamo attrezzati per altro. Per colpa tua io sono costretto a scrivere che la Juventus, quanto di più simile alla cacca esista nel mondo pedatorio, ha giocato molto meglio di noi, e ha meritato di vincere. Bada bene che, se l'anno prossimo non assortisci una rosa degna del Napoli e di Napoli, io mi metto a tifare per l'Arzanese. Guarda che lo faccio!

Bene, ora che ho detto tutto quello che pensavo, torno al mio aerosol. Tutelerò gli scampoli di salute che ancora mi restano, dopo che gli strali della sorte avversa di shakespeariana memoria mi hanno trafitto come un San Sebastiano vestito d'azzurro... Caro presidente, ti offrirei un tiro, ma è solo un blando cortisonico privo di qualsivoglia proprietà stupefacente...