mercoledì 17 luglio 2013

La stagione del rumore


 Cari lettori, buongiorno. Dopo un lungo periodo di studi matti e disperatissimi ho conseguito la mia tanto agognata abilitazione. Ora anch'io potrò provare l'ebrezza di sentirmi rivolgere frasi come "Prussò, posso andare in bagno?" o anche "No, prussò, non ho studiato. Posso venire mercoledì?" e bearmi della consapevolezza di essere entrato a far parte a pieno diritto del ceto medio intellettuale. Anche io, per dirla con il Principe de Curtis, occupo una società nella media borghesia italiana. A weight has been lifted, come direbbero a San Giuseppe Vesuviano. Dunque, lasciate ch'io rieda al figurativo patrio ostello della facezia e dell'inanità.

Mi sveglio stamattina, con la sensazione di essere un tantinello meno stronzo di ieri, e devo subito ricredermi. Io sono un italiano, e in quanto tale eternamente in balia del ragioniere Casoria, dei suoi abusi e soprusi. Come ogni estate, gli amministratori di condominio di tutta via Domenico Fontana si inventano qualche miglioria da apportare ai rispettivi stabili, ed evocano, certamente con qualche sciagurato rito di magia nera, stuoli di fravecatori armati di martelli pneumatici e seghe elettriche in grado non solo di tagliare il ferro, ma anche di fare a brandelli ciò che resta della nervatura di uno che ha dovuto a che fare con l'infame organizzazione dell'Istituto Universitario Orientale per oltre cinque mesi.

Sì, mi rendo conto che stanno succedendo cose turche, nel mondo e in Italia. Forse voi vi aspettavate che il vostro Bradipo vi parlasse di Edward Snowden, dello scandalo di quattro paesi europei che chiudono il loro spazio aereo a un capo di stato, o della vexata quaestio del presunto orango e dell'ineffabile primate. Ma abbiate pietà di me, che alla fine non sono altro che un povero Michele Apicella in prospettiva: sfortunato con le donne, amareggiato dal paese che lo circonda, e in più torturato dai mille e uno decibel di quegli attrezzi infernali. Ecco, ora passa l'ambulanza e mette la ciliegina sulla torta. 

Si è ufficialmente aperta la stagione del rumore. Il caldo ti obbliga a tenere finestre e balconi aperti, e subire. Alle donne è meglio che non ti accosti proprio, rischi di imbatterti in una Laura Morante, e perdere quel poco che ti resta della gioia di vivere. E non c'è un barattolo di Nutella abbastanza grande da contenere cotanta pena. E allora, caro lettore, non hai pietà tu di me?