sabato 23 luglio 2016

La casetta di marzapane e i fessi che ci cascano sempre


Ma veramente vi state intossicando per Higuain? Non voglio fare il cinico, ma questa era una foregone conclusion, come si suol dire a Torre del Greco. Ma non sentivate, nell'ultima fase del campionato, una punta di tristezza mista alla gioia a ogni suo gol? Non capivate che, ogni volta che la metteva dentro, si allontanava un po' di più da questo club accattone e cazzaro? Gonzalo Higuain non è un giocatore che il Napoli può trattenere. E non è nemmeno - e questa è la cosa più importante - un giocatore che il Napoli vuole trattenere.

Ve la ricordate la fiaba di Hansel e Gretel? La casetta di marzapane attira i due bambini, con il suo aspetto delizioso; la strega che ci abita mette i due pargoli all'ingrasso, ma con una finalità precisa e orrenda: mangiarli. Spolparli fino all'osso. I bambini si salvano solo perché capiscono il gioco della megera e diventano più furbi di lei.

Noi tifosi del Napoli, invece, nonostante i luoghi comuni sulla presunta furbizia dei Napoletani, ci facciamo puntualmente raggirare da Aurelio de Laurentiis a ogni finestra di mercato. Ogni volta che promette un top player ci sbizzarriamo con i nomi più assurdi e improbabili - imbeccati spesso da giornalisti dalla dubbia professionalità - per poi renderci conto che abbiamo preso Grassi e Regini. La differenza fra noi e i due giovani protagonisti della fiaba dei fratelli Grimm è che loro venivano rimpinzati meglio. Noi dodici anni fa navigavamo in cattive acque, per dire con un eufemismo quello che il nostro presidente ha espresso in modo più colorito; ma è anche vero che prima avevamo vinto due scudetti e una Coppa Uefa, oltre che le coppette di cui si può fregiare il Napoli della stagione ADL. Noi sappiamo cosa voglia dire guardare il resto dell'Italia calcistica dall'alto verso il basso. Eppure continuiamo a entrare in quella maledetta casetta di marzapane, in cui quello che si mette a tavola non corrisponde mai al menu.

Lasciate perdere le giaculatorie e gli anatemi. I calciatori sono professionisti, e praticano lo sport a livello competitivo: vogliono soldi, e vogliono vincere. Se questo vuol dire essere mercenari, allora sono tutti mercenari. Lo sono, perlomeno, quelli bravi, quelli richiesti. E sono gente che guadagnerà anche i sempre vituperati milioni di euro (voi li buttereste nel cesso?), ma si fa un culo così fra allenamenti, palestra e diete, sotto una pressione costante che spezzerebbe la schiena in tre o quattro giorni a chiunque di noi. A differenza della strega cattiva, che si nutre degli ingenui. Usciamo da questa casetta di marzapane, o smettiamola di lamentarci quando la delusione ci brucia. Non è il tradimento di Tizio o Caio, è il forno in cui finiscono i bambini sprovveduti...

venerdì 15 luglio 2016

La strafiga e lo sfigato

Cari amici del Bradipo, oggi ignoreremo volutamente l'ennesimo insensato massacro di civili inermi per occuparci di quello che sarà con ogni probabilità lo sperpetuo dell'estate per noi tifosi del Napoli: il Pipita ci lascia? E, se è così, ci farà l'affronto di andarsi ad accasare proprio nella tanto odiata rivale di sempre? In questo mondo martoriato dal dogma e dall'irrazionalità, concedetemi di provare a usare un po' di logica. Mi raccomando, do not try this at home, come dicono a Casapesenna.
 
Quando il Napoli ha preso Gonzalo Higuain, l'attaccante argentino era reduce da alcune stagioni non esaltanti al Real Madrid. La concorrenza era tanta e di qualità eccelsa, e il nostro non aveva avuto modo di mettersi nella giusta evidenza. Desiderava quindi un rilancio, e forse una squadra in cui poter fare da primo violino. Volendo fare un paragone, è come se il vostro umile servo adescasse una bellissima donna appena lasciata dal compagno, con l'autostima sotto i tacchi, e la mettesse al centro del suo mondo. Tra una focaccia col formaggio a Recco e un aperitivo a Piazza Lavagna (noto luogo di libagioni a buon mercato nel centro storico di Genova), ella rifiorirebbe, come quel giovanotto che vedete nella foto. Ma poi, inevitabilmente, si accorgerebbe che tanti uomini la guardano con insistenza, infrangendo spavaldamente il settimo comandamento, mi pare, quello che vieta di desiderare la donna d'altri. A quel punto, forte di una rinnovata consapevolezza del suo valore di mercato, comincerebbe ad avanzare pretese:
 
- Amore, quest'estate mi porti alle Mauritius o a Saint Tropez?
 
C'è bisogno di precisare, cari lettori, che per me un weekend a Forio d'Ischia rappresenterebbe già un notevole sforzo? A quel punto la pulzella mi inquadrerebbe per lo sfigato che sono e mi getterebbe via come un paio di collant smagliati, per cercarsi un agente di borsa o un camorrista. 
 
Questo sta succedendo al Napoli e a Higuain. Cogliendo l'occasione per ricordarvi che Aurelio De Laurentiis è un saponaro (e chiedo scusa ai robivecchi per il paragone ingiurioso), vi faccio notare che a gennaio, quando il Napoli lottava per il primo posto, il nostro facondo e munifico benefattore ha preso due rincalzi che hanno visto a malapena il campo. Se voi foste una strafiga, lo piantereste esattamente come sta per fare Gonzalo.
 
Una sola speranza resta: che si faccia avanti un altro club. Vedere andare la donna dei tuoi sogni con il vicino di casa che si tromba tua moglie da anni sarebbe troppo...

giovedì 7 luglio 2016

Siamo del commando ultrà

Voi mi dovete schifare! Lo avete capito o no? C'è ancora gente che mi saluta per strada, mi contatta su whatsapp...evidentemente devo fare meglio. Proviamoci, orsù!
 
A Fermo, che mi pare si trovi nelle Marche (una regione la cui esistenza, come quella del Molise, è ancora oggetto di dibattito), un nigeriano di 36 anni è stato picchiato a morte da un individuo di nazionalità italiana. I giornali, secondo me a ragione, una volta tanto, lo hanno definito come ultrà di una squadra locale. Su Facebook, meraviglioso barometro degli umori del paese (o perlomeno di quelle fasce sociali che compongono la maggior parte dei tuoi amici sul social network in questione), leggo un parere discordante: non va definito ultrà l'assassino di Emmanuel Chidi Namdi, ma fascista. In effetti, pare che l'omicida (in questo caso non ci sono dubbi in merito alla colpevolezza dell'arrestato) appartenesse a un gruppo di estrema destra. Dunque, si tratterebbe di un atto motivato politicamente.
 
Una volta al San Paolo si cantava "siamo tifosi degli azzurri, siamo del commando ultrà, foza azzurri alè alè" ecc. Essere del commando ultrà era un motivo d'orgoglio, significava essere entrati in una sorta di inner circle, come dicono a Pignataro Maggiore; chi faceva parte di questa concione di optimi se ne vantava. Probabilmente perchè, eccetto l'appartenenza al commando l'ultrà in questione, costui era nella quasi totalità dei casi un marginale, un numero zero, una assoluta nullità sistematicamente calpestata da tutti e da tutto. Esiste all'interno dei gruppi ultrà una componente borghese fatta di ragazzi annoiati e vuoti dentro, ma credo si possa dire senza tema di smentita che la maggioranza di questi sono poveri cristi provenienti dalle periferie o comunque dalle fasce più vulnerabili della popolazione; in una parola, sottoproletari.
 
Per queste persone la violenza non è devianza, ma l'unica possibilità di reagire: sono ignoranti, incapaci di capire quali forze muovono e decidono, consentono o proibiscono, in breve dispongono delle loro vite più o meno a piacimento. Se voi viveste in queste condizioni, non avreste una riserva di rabbia e rancore a cui trovare uno sfogo, pena la perdita della vostra salute mentale? Di qui la necessità di fare gruppo, e di affermarsi. Di qui il commando ultrà, di qui il saluto romano e la frequentazione di gruppuscoli neofascisti. Del fascismo come ideologia e come fenomeno storico questi poveracci hanno una comprensione estremamente limitata, da ignoranti quali sono. Non aderiscono a una visione del mondo, ma a uno stile di vita. Si aggrappano a un salvagente.
 
Noi che abbiamo studiato e ci consentiamo il lusso di perdere tempo a leggere il blog di un deficiente dovremmo fare di meglio. Perchè, vedete, se noi affermiamo che Emmanuel è stato ucciso da un fascista, noi stiamo riproducendo esattamente la stessa mentalità pecorescamente identitaria, liquidando un fenomeno serio e preoccupante soprattutto perchè complesso come l'ostilità all'immigrazione con una parolina magica fatta apposta per spiegare - ed esorcizzare - ogni male. Affinchè non ci siano altri Emmanuel non è necessario combattere il fascismo (sarebbe facile se fosse così) ma qualcosa di profondamente radicato nel carattere italiano, trasversalmente alle classi sociali; è necessario superare quella essenziale amoralità che porta ogni commando ultrà a farsi la propria legge e la propria giustizia, senza capire che solo l'aderenza a una legge e una giustizia possono garantire una convivenza civile e degna di esseri umani. Perchè il commando ultrà, qualunque sia la sua squadra del cuore, tira pugni e basta.

sabato 2 luglio 2016

Disgustosamente medio

Cari amici, credo di aver capito la natura di tutti i miei problemi. Spesso, come ben sapete, mi lamento di questo e di quello, prendendomela ora con uno, ora con un altro dei miei innumerevoli aguzzini, visibili e invisibili. Ma, a un'analisi attenta e sincera, posso veramente dire di averne il diritto? Posso io effettivamente pretendere di ricevere un trattamento rispettoso ed equo dai miei simili? Vediamo.
 
Bene, io sono, come tanti altri miei connazionali, un insegnante precario. Faccio parte della nutrita schiera di meridionali che hanno lasciato il proprio luogo d'origine per trovare occupazione. Non provengo da una famiglia indigente, ma non guadagno, né guadagnerò mai quanto i miei genitori: appartengo, insomma, al numerosissimo ceto medio impoverito. Non sono omosessuale, bisessuale o transessuale, non sono vegano né vegetariano, non sono celiaco e non appartengo a nessuna setta, religiosa o di altra natura. In breve, non faccio parte di una minoranza. Possiamo dire, alla luce di questa tragica constatazione, che io sia degno di sopravvivere?
 
Orbene, appurato che il mondo fa bene a trattarmi come una mappina, vorrei pormi - e porvi - un interrogativo generico: perché oggi sono solo le minoranze ad essere sistematicamente difese a spada tratta dai "progressisti"? Voglio dire, perché il geometra Rossi, quel signore un po' stempiato che ha l'abbonamento a Sky e le rate della macchina da pagare, fa così schifo ai nostri maitres a penser? Ve lo siete chiesto mai? Io, quando bevevo una birra dopo l'altra mentre strimpellavo orrendamente con i miei amici in umidi anfratti popolati di simpatici perdigiorno, non me lo chiedevo; adesso che sono un precario stempiato e pago le bollette della luce e del gas, me lo chiedo. Voi avete una risposta? Io credo di essermela già data mentre scrivevo questo capoverso.
 
Prima di andare nella toilette ad espletare un bisogno talmente comune da risultare assolutamente ripugnante a qualsiasi intellettuale che non provi autentico odio per Michele Serra, voglio fare una considerazione. Banale, come si addice alla gente della mia risma. Nella storia di questo disgraziato pianeta, sono stati sempre i pochi a sfruttare i tanti, a far loro violenza, a rubare loro la dignità. Una minoranza di ricchi hanno banchettato togliendo il pane da bocca a una maggioranza di poveri. Una minoranza di bianchi hanno colonizzato, derubato e massacrato una maggioranza di non bianchi. Una minoranza di colti, e questa è la peggiore vergogna di tutte, hanno ingannato, deriso e disprezzato una maggioranza di ignoranti. 
 
Io, cari amici, faccio parte della maggioranza violentata, derubata, derisa, insultata e ingannata. E pure voi. E adesso vado a fare la cacca. E poi sfido chiunque a distinguere lo stronzo che sto per depositare dal nostro comune destino.