sabato 11 febbraio 2012

Storia d'anarchia e diabete



Cari amici del Bradipo, come sapete uno dei obiettivi nel creare questo blog era quello di recuperare storie perdute, dimenticate da tutti, e ridare lustro e dignità a eroi ignoti senza volto. Oggi intendo parlarvi di Gualtiero Santamadonna, anarchico, intellettuale, martire della criminalità organizzata e della glicemia alta. Di lui la storia non ci ha consegnato una fotografia, un ritratto, neppure una descrizione fisica; ma gli eroi son tutti giovani e belli, per cui  immaginatelo come più vi aggrada. 

Nato nel 1859 a San Marcellino d'Aversa da un bracciante e una lavandaia, viene sin da giovanissimo destinato al lavoro dei campi. A nove anni Gualtiero è già al lavoro nelle piantagioni di percoche, assoggettato a condizioni di lavoro durissime, orari disumani e caporali senza pietà. In questi anni si forma lo spirito ribelle del Santamadonna, che a soli quindici anni lo porta a fuggire da quella vita durissima e senza speranza di riscatto, per cercarne una migliore a Napoli. Qui conosce il Malatesta e l'idea anarchica, alla quale rimarrà legato per tutta la vita. Ben presto, però, entra in polemica con il suo maestro. Pur essendo rigorosamente analfabeta, Gualtiero ha le idee molto chiare: rifiuta nettamente ogni forma di ricorso alla violenza, dichiarandosi fermamente convinto che sia possibile convertire il mondo attraverso la dolcezza dei frutti di bosco. Così, a soli sedici anni, Gualtiero fonda una setta massonica di rito scozzese, sotto l'egida della quale attorno a lui si stringono fruttivendoli, pasticcieri e rivoluzionari orfani di una causa.

E. Malatesta, maestro e mentore di Santamadonna 

Gualtiero impara a leggere e scrivere da autodidatta. Dopo aver pubblicato un libello dal titolo "Terra e libertà, pane e fragole" (del quale purtroppo non ci sono arrivate che citazioni sparse nell'opera altrui), il Santamadonna si dedica anima e corpo a un progetto oltremodo ambizioso: creare, sul finire del XIX secolo, un ghiacciolo al gusto di fragola con un'anima di fiordilatte, da brandire come gioiosa arma contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Al termine di anni e anni di ricerca, duro lavoro e svariati tentativi, il sogno di Gualtiero prende forma: si chiama Fragolibero, e rappresenta l'affrancamento da ogni schiavitù per mezzo degli zuccheri e del fruttosio. Naturalmente, come i più perspicaci di voi avranno intuito, si tratta dell'antenato dimenticato del Fiordifragola, che molti anni dopo sarebbe stato spacciato da una famosa quanto disonesta ditta di gelati come una sua brillante invenzione. Nessuna traccia rimane nei libri di storia delle manifestazioni organizzate dal Santamadonna fra il 1881 e il 1902, il cosiddetto ventennio rosso, in cui migliaia e migliaia di lavoratori, artigiani, studenti e disoccupati percorrevano le strade della città campana brandendo ghiaccioli alla fragola. Il Fragolibero diventa un segno di riconoscimento tra gli aderenti al movimento, costretto ad operare nella clandestinità dalla dura repressione di uno stato insensibile alle istanze dell classi subalterne, e al richiamo del dolce e carnoso frutto. 

Ma non è lo stato borghese l'unico nemico di Santamadonna: da quando un capoclan locale si burla di lui per via dei suoi spessi occhiali, Gualtiero giura eterna inimicizia alla camorra, contro la quale scrive violentissime invettive, fino al grave incidente del '97: il Santamadonna, coadiuvato da alcuni adepti della sua setta, fabbrica una rudimentale granata ripiena di ghiacciolo alla fragola, e la scaglia nel basso ove ha residenza il guappo che l'aveva canzonato, Taniello Sfaccimma. Alcuni passanti lo odono gridare "viva l'anarchia, viva la fragola!" prima di  lanciare l'ordigno nell'abitazione. L'esplosione investe lo Sfaccimma, la sua numerosa famiglia e un compare di battesimo, che muoiono tutti all'istante di diabete fulminante.

Taniello Sfaccimma, in una illustrazione di Gustavo Dorè

L'inchiesta viene archiviata per l'omertà degli abitanti del quartiere, e da allora in poi nessun camorrista darà più noia al nostro Gualtiero. Ma un altro nemico, ben più pericoloso della camorra, sta per sferrare il suo attacco al rivoluzionario: la glicemia alta. Il consumo continuo di ghiaccioli alla fragola ha ormai minato la sua salute: Gualtiero finirà in un letto d'ospedale il 15 aprile 1902, e non si riprenderà più. Il 7 maggio dello stesso anno, a soli 43 anni, Gualtiero Santamadonna esala il suo ultimo respiro. Viene sepolto in una tenuta del suo agro aversano, oggi adibita a frutteto. Indovinate un po' quale frutto producono quegli alberi...


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