martedì 11 dicembre 2012

L'arancia, l'epifania e il doppio fondo della morale


 Ieri sera, cari amici del Bradipo, ho avuto un'epifania. Non mentre attraversavo Merrion Square in una fredda serata novembrina, o mentre guardavo il paffuto Buck Mulligan farsi la barba, bensì mentre consumavo un'italianissima - anzi, sicula - arancia. Già questo dovrebbe cominciare a darvi il senso della qualità dei miei processi mentali, che rimandano più a un film di Franco e Ciccio che non alle rarefatte e raffinate atmosfere joyciane. Il punto è che, per recuperare la suddetta arancia, ero costretto ad attraversare la cucina, in cui la vetusta e veneranda genitrice, dalla cui tutela il tramonto dell'era della socialdemocrazia non mi consente di affrancarmi, stava visionando quella che personalmente ritengo la peggiore fra le trasmissioni di "approfondimento politico": l'Infedele.

Ogniqualvolta mi capiti davanti agli occhi qualche fotogramma di questo orrore televisivo e ideologico mi pongo la stessa domanda: perchè un pubblico costituito in massima parte da elettori di sinistra segue con assiduità programmi del genere? E non vi parlo solo dei trentenni piddini figli di papà che giocano a fare i progressisti con il culo al caldo; l'Infedele se lo guarda anche gente che trenta o quaranta anni fa scendeva in piazza, e alla bisogna si prendeva pure le mazzate (senza però doversi sorbire le prediche di Don Saviano e i suoi inviti ad amare il celerino che ti spaccava la faccia, va detto). Qualcosa non torna.

Ma torniamo all'arancia in questione, alle parole che ho dovuto ascoltare e alle immagini che mi sono passate davanti agli occhi mentre cercavo il galeotto agrume fra un mare di mele annurche. Gad Lerner era lì, a intervistare Elsa Fornero, che mi pare sia ministro per le public relations con la plebe o qualcosa del genere. Ebbene, dallo sguardo dell'intervistatore si evincevano incontrovertibilmente la simpatia, l'ammirazione, l'assoluta sudditanza rispetto all'intervistata. Inutile copiare le scenografie della BBC, se poi vai a fare un'intervista così, ho pensato. E mentre quella povera donna, priva di spessore sotto qualsiasi aspetto, sciorinava i suoi soliti luoghi comuni ferocemente classisti ed elitari, io scommetterei sul fatto che il vecchio Gad avesse un'erezione che ci avresti potuto appendere il cappotto.

Fin qui, tutto normale. Gente elegante che, invece di fare l'aperitivo in Piazza Duomo, si fa una chiacchierata davanti a una telecamera, e che viene anche pagata per farlo. Un po' come se pagassero me e qualche mio amico per bere birra e commentare la partita del Napoli o il culo di una che passa di là. Ma ci sarebbe un solo folle che, con tutti i canali messi oggi a disposizione dello spettatore televisivo, deciderebbe di guardare proprio me? Perchè, dobbiamo tornare a ripeterlo, la gente guarda Lerner?

Ecco, orbene, la mia epifania. Perchè sono orfani delle vecchie liturgie, non delle vecchie idee. Perchè sono clericali dentro. Perchè appartengono alla classe media, la macchina e il frigorifero hanno fatto irruzione nelle loro vite tanti anni fa, e non ne sono più usciti. Perchè non avvertono la minima necessità di un cambiamento sociale profondo, non si incazzano come mi incazzo io quando  vedono che il piatto forte di una trasmissione "di sinistra" è una donna che palesa senza alcuna remora il più profondo disprezzo per il lavoro salariato e i lavoratori. Pensano che il capitalismo vada "riformato", mi accusano di non avere i piedi per terra se parlo di alternative radicali all'esistente, e non si rendono conto di quanto sia estremo e saturo di violenza lo scenario che si è venuto a costituire fra un tentativo e l'altro di "riformare" un sistema economico basato sul sistema di valori incarnato da una iena come quella che ieri sera faceva andare in brodo di giuggiole Gad Lerner. Il capitalismo è un dato di fatto, chi si è mai sognato di superarlo, in questo paese? Il PCI, che molti degli spettatori dell'Infedele probabilmente votavano, o del quale avevano addirittura la tessera? Ma fatemi il piacere. Vedreste il vecchio Gad sorridere, se affermaste una cosa del genere. Certo, il PCI di Gramsci, quello dell'anteguerra...

E allora noi persone mature di sinistra, che dobbiamo fare? Quello che fa ogni buon credente: ostentare una morale diversa da quella che informa le nostre azioni. Vogliamo una società più giusta, ma senza fare troppa confusione, eh, che mio marito dorme. Redistribuiamola, questa ricchezza, ma mo' il servizio buono lo vado a inzerrare, non si sa mai. Questa unione monetaria all'insegna del neoliberismo sta distruggendo il futuro dei nostri figli e nipoti, ma che volete? Che si alzi lo spread? Guardatevi Gad Lerner, ascoltate i suoi educatissimi scambi di vedute con i carnefici della dignità umana, e non preoccupatevi troppo se il capitale, in crisi come non lo era da decenni, chiava mazzate alla cecata; prima o poi passa. Magari lascia qualcuno di voi per terra, ma che ci possiamo fare noi? In frangenti come questi, dobbiamo tenere d'occhio l'argenteria.

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