Cari amici del Bradipo, era un po' che non ci sentivamo. Chi vi scrive reputa naturale e sacrosanto rifuggire inorridito dal mondo, di tanto in tanto, per cercare asilo nel senso più o meno compiuto della dimensione domestica e personale. Quando tutto è Babele, cerca riparo nel dialogo con se stesso, non già per provare il meschino conforto dell'identità di vedute (ché anche con se stesso il vostro umile servo è in costante disaccordo), quanto piuttosto per confrontarsi con qualcuno disposto ad ascoltarlo; e, soprattutto, con qualcuno disposto a cambiare idea. Non si cambia il mondo, non si cambia neanche un atomo della realtà, se non si è disposti a cambiare idea. Questa è una delle conclusioni alle quali mi ha portato l'ultimo anno e mezzo di vita "intellettuale". Conclusione con la quale, peraltro, vi invito caldamente a esprimere disaccordo.
Da ex studente di lingue straniere e linguistica (e dunque esploratore, nel mio piccolo, di significati), e persona che prova nonostante tutto a ragionare, mi sono posto una domanda negli ultimi tempi; una vexata quaestio che mi ha privato della pace e del sonno: che cos'è, in definitiva, la Sinistra? E che cos'è la Destra? E come vanno intese, qui ed oggi? Poi ho capito che avevo alzato troppo il tiro, e ho ridimensionato il quesito: che cosa vuol dire, per me, essere di sinistra? E perchè la mia concezione è così diversa da quella della maggior parte di coloro che rivendicano quell'appartenenza?
Se state continuando a leggere vuol dire che, incredibilmente, vi importa qualcosa più di un fico secco della risposta che mi sono dato. Risposta la quale è di una semplicità disarmante, nella formulazione che ha raggiunto il mio cervellucolo di sciocco ignaro dei siderei saperi: libertà, uguaglianza, fratellanza. Ecco qua. Principi che reputo essere alla base dell'unico futuro possibile per la specie umana, in quanto naturale e necessaria evoluzione delle sue forme di organizzazione socio-economica. A patto che si rispetti una condizione essenziale: che questi principi siano portati avanti, perlappunto, nella sfera socio-economica, e non confinati a sterili liturgie che attribuirei alla sfera culturale, se avessi meno rispetto per il concetto di cultura.
Non vi tedierò con i mille tortuosi percorsi mentali e con gli orribili dubbi che mi hanno attanagliato, ma salterò a piè pari alla concllusione che ho raggiunto, perchè sono persuaso che sia ormai evidente a chiunque voglia vederla: la Sinistra, in Italia e in Europa, si è trasformata nella più accanita nemica del lavoro. A parte poche eccezioni, i "compagni" sono oggi arcigni, anaffettivi professori intenti a promuovere o bocciare analisi, posizioni, strategie, che ormai non hanno più niente a che vedere con il lavoro e il suo potenziale di liberazione. Protesi verso l'alto come tanti Titani all'assalto del cielo, tragicomicamente incapaci di vedersi per i nani che sono. Negromanti irriducibili, preferirebbero far morire di fame interi popoli, piuttosto che ammettere di aver sbagliato, e rivedere molte delle loro incrollabili certezze. Custodi del tempio del Nomos, depositari della Legge, sacerdoti del Dio degli Eserciti. O marci al suono dei loro tamburi (senza che si scorga tra l'altro uno straccio di logica nelle loro strategie), o sei il nemico.
Questa è la logica che, abbigliata della sfarzosa livrea del Potere o travestita con gli stracci di un presunto antagonismo, ha ridotto questo paese al deserto morale che è oggi. E mentre chi lavora, o prova a farlo, se la deve vedere con un capitalismo sempre più corsaro e tagliagole, gli "intellettuali" contano i peli in culo alla salma del Novecento. E allora vi chiedo perdono se tiro in ballo per l'ennesima volta Eduardo, ma dovete capire che io con il teatro di questo straordinario artista e uomo ci sono cresciuto. Io sono Luca Cupiello. Io voglio fare il presepe. Lo voglio fare bellissimo, più belllo di tutti gli altri anni, voglio far scorrere l'acqua vera. E sopra ci voglio scrivere "Libertà, uguaglianza, fratellanza". Concetta mi guarda e, cinica, sogghigna. La nemica della casa, la nemica dei figli, la nemica mia.
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