Da un po' ormai latito dalle lunghe, estenuanti discussioni sulla politica nazionale a cui per un periodo mi sono dedicato su Facebook. La ragione è semplice: adesso ho modo di agire, in una professione secondo me cruciale nel forgiare il futuro di un paese, laddove prima non mi era concessa che un'inane chiacchiera. Oggi, come insegnante, io esercito un potere, che non è certo quello di scrivere numerini su un registro (e non mi sorprende che quegli alunni e quei genitori che ci vedono solo in tale veste ci considerino dei coglioni); il vero potere di un insegnante sta nell'opportunità che ha di risvegliare il senso critico dei suoi alunni, facendoli uscire dal dogmatismo e dal feticismo di nozioni morte che puzzano di cadavere.
Per questo, cari i miei loro, non parlo più di politica su Facebook. Preferisco dedicare le mie energie al lavoro, un'ora del quale vale più di mesi di sterili ciance. Questo perché sono i fatti, come si suol dire, che contano. I trionfi intellettuali ci danno soddisfazione, ma lasciano il tempo che trovano. E, soprattutto, i trionfi intellettuali spesso si realizzano in un nichilismo che nega ogni prassi, mentre conserva una purezza inutile quanto puerile.
Eppure, di tanto in tanto, mi ritrovo taggato in qualche discussione. Ed ora che sono in vacanza, il vuoto temporaneo lasciato dai miei amati mostriciattoli dalla mente virginea come la prima neve deve essere occupato.Torno a chiedermi, dunque, perché ce l'avete così tanto con il M5S. Non sarà mica che anche voi vi siete chiusi nella cieca venerazione di nozioni morte che puzzano di cadavere? Perché, se guardiamo i fatti, la situazione è estremamente semplice: esiste un establishment politico che ha affossato questo paese, da qualunque prospettiva si voglia guardare la cosa. Per fermarlo, prima che ci riduca ancora peggio di come siamo ridotti, occorre una forza che coaguli intorno a sé consenso di massa. Questa forza, oggi, può essere solo il M5S. Non ne esistono altre, né è ipotizzabile che ne sorgano, nella situazione attuale. Chi vuole agire politicamente (agire, non elucubrare) oggi in Italia, deve necessariamente muoversi nella scia di questa forza, se non dentro di essa. Questo perché oggi in Italia l'unico tema generativo, per usare un'espressione mutuata dalla pedagogia, è l'onestà. Tutto il resto è chiacchiera liturgica. E l'onestà è una delle facce della giustizia. Fino a quando non si affermerà nel senso comune dell'italiano la necessità di rispettare delle regole, e di pretenderne il rispetto da chi gestisce il potere politico, qualsiasi cambiamento significativo sarà impossibile.
Dunque, scegliete fra una visione opportunistica, vile e parassitaria della politica, e una imperfetta, eterogenea, contraddittoria forza di opposizione con una leadership discutibile. Tertium non datur. La vostra superiorità analitica e morale non ha valenza politica, e se non siete stupidi lo capite bene. O 1 oppure 0. O ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra. O ti tieni la classe politica della "buona scuola", o li mandi a casa. Tertium non datur. O resti a sviluppare raffinatissime costruzioni mentali mentre ti smantellano il paese intorno, o smetti di sedere e rimirare, e ti sporgi per guardare cosa c'è effettivamente oltre la siepe. Vedrai, esimio professore, un popolo esausto e moralmente distrutto. Se gli vuoi parlare, comincia da ciò che gli sta a cuore; oppure continua a parlare di lui, e mai con lui. O l'una o l'altra. Tertium non datur.
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