- E non vi arricciate il baffo...
- E pecché?
- Noi siamo napoletani, lo sappiamo che significa l'arricciatina di baffo...
Questo è un post semiserio, come si conviene a un globo terraqueo che ha perso la serietà. Lo ha dimostrato, in modo teatrale quanto patetico, da quando Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali negli USA. I sondaggisti, che qualche dato dovevano averlo alterato, a occhio e croce, hanno finto stupore; i commentatori, soliti volti noti, hanno dato fiato alle trombe come sempre, ovvero a vanvera; i bleeding hearts, gli educati alfieri del politically correct, si sono stracciati le vesti. Ma cosa è successo veramente? Bene, visto che ognuno ha detto la sua, parlando rigorosamente a vanvera nella stragrande maggioranza dei casi, ora lo faccio anch'io.
Già dal XIX secolo, cioè praticamente da neonato, il capitalismo industriale è entrato in una crisi di popolarità che nessun altro sistema aveva mai vissuto, se escludiamo le eccezioni della Riforma protestante e della Rivoluzione Francese. E questa crisi morale ha riguardato, presto o tardi, tutti i paesi in cui il processo di industrializzazione aveva luogo. La bile vomitata dalla borghesia su pensatori e attivisti socialisti, comunisti e anarchici era motivata da un fattore evidente: quei sovversivi avevano ragione. Si poteva pensare che il capitalismo fosse riformabile, ma che andasse riformato era un'evidenza che nessuno negava. E non - attenzione perché qua casca l'asino - perché il capitalismo fosse ingiusto, ma perché non poteva sopravvivere a lungo così come era.
E infatti ci sono volute due guerre mondiali per rimetterlo in sesto. La guerra è, oggettivamente, l'unico modo per far sopravvivere un sistema che necessita di un aumento continuo della produzione. Le bombe sono, dal punto di vista capitalistico, l'investimento migliore: si usano una sola volta, e poi devi rifare l'ordine. Ma, prima che un numero inconcepibile di tonnellate di bombe venisse sganciato sulle città europee, qualcuno negli Stati Uniti aveva già cominciato a capire che la giostra poteva continuare a girare solo se si cominciava a farci salire anche qualche inferiore, come avrebbe detto il Barambani. La civiltà dei consumi, quella che va in giro con la Ford modello T, se ne frega del proibizionismo e si rimpinza di pubblicità e gadget inutili, è l'unico modo per far sopravvivere un sistema irrazionale e violento. Se vuoi che il bambino si distragga e non ti dia fastidio, gli devi mettere la pazziella in mano. Altrimenti si accorge, bambino e buono, che lo stai stronziando, e diventa meno collaborativo.
Naturalmente, per avere il modello T, la casa col giardino e gli elettrodomestici bisogna lavorare. Questa è la semplice intuizione del fordismo: ti faccio lavorare e ti pago non dico bene, ma decentemente, affinché tu possa comprare quello che io vendo. In questo modo non solo io faccio un profitto, ma tengo anche buono un popolo, soddisfatto del proprio benessere; le rivoluzioni le fanno i disperati, non i figli degli avvocati e degli ingegneri, che magari si fanno crescere i capelli o portano i blue jeans, al limite distruggono le proprie vite con le droghe, ma difficilmente andranno mai oltre. Non sono lavoratori, sono gente che si arriccia i baffi. E, in quanto tali, nemici naturali di chi lavora. Per favore, non chiedetemi di spiegarvi questo passaggio, perché è così evidente che se non lo capite da soli non credo che potrò mai riuscire a spiegarvelo.
Dagli anni '80 in poi, abbiamo assistito a una graduale ma inesorabile ascesa di quelli che si arricciano i baffi. La classe media retrocede sempre di più con i suoi mediocri sogni di relativo benessere, e i baffi arricciati troneggiano su un mondo in cui la ricchezza è divisa sempre meno equamente. Qual è il problema? Che adesso il bambino non ha più la pazziella in mano. E, non più distratto né blandito da quelle briciole di benessere, sta sgamando il gioco. Non fatevi ingannare dal fatto che votano a "destra" e fanno discorsi "fascisti": stanno cominciando a capire. Per ora ce l'hanno con la globalizzazione, con i migranti, con il politicamente corretto; prima o poi, inevitabilmente, realizzeranno che il nemico vero è l'arricciatina di baffo. Chi ha velleità di intellettuale progressista dovrebbe cercare di capirlo prima di loro, prima che sia tardi; a patto,ovviamente, che riesca a resistere alla tentazione di arricciarsi quei cazzo di baffi.
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