Torno a scrivere dopo una lunghissima pausa. Ormai è così. Penso sempre di non avere più niente da dire, e poi qualcosa mi scuote. E penso che abbia un senso scrivere perché, fesso come sono, porto opinioni che non trovano molto spazio nel dibattito mediatico; e sì che i fessi, ora come ora, non scarseggiano di certo. Ma io, evidentemente, sono un po' più fesso degli altri, perché non mi faccio pagare da nessuno per scrivere fesserie.
Ieri, qui a Genova, è successa una cosa di una gravità inaudita. Se fossimo nell'Italia degli anni '80, prima del crollo del Muro di Berlino, prima di Maastricht e di Schengen, il paese chiederebbe a una voce le teste dei responsabili, individuandoli senz'altro nel gruppo finanziario che ha in gestione quel tratto di autostrada. Ma, d'altra parte, in quell'Italia le autostrade, così come le ferrovie e gli ospedali, le gestiva lo Stato. Oggi il Paese si divide fra coloro che se la prendono con i responsabili e coloro che, accecati da un odio inesorabile quanto apparentemente inspiegabile, inveiscono contro la forza politica che, insieme alla Lega del nuovo Hitler Salvini, sta spazzando via la classe politica responsabile del degrado morale ed economico nel quale viviamo.
Ora, per quanto mi riguarda, la questione del ponte è chiarissima: andava chiuso prima che crollasse. E ritengo anche ovvio, una questione di semplice buon senso, che la sicurezza delle persone non possa essere messa su un piatto della bilancia, quando sull'altro c'è il profitto dei privati. Non si può lucrare sulla pelle del prossimo. Tutto questo lo do per scontato. Quello che mi interessa è provare a capire l'atteggiamento a cui facevo cenno sopra. Non sono uno psicologo, ma sapete che c'é? Me ne infischio. Non credo che solo gli esperti abbiano il diritto di parola. Questa si chiama tecnocrazia, ed è un altro degli orrori del nostro tempo.
Bene, quel ponte portava in centro dall'aeroporto, ed era obbligatorio passarci (a meno di entrare in città) se si voleva attraversare Genova da Ponente. Insomma, ci poteva capitare chiunque. Come quello, a giudicare da quanto hanno scritto i giornali in queste ore, ce ne sono tanti altri in tutta Italia. Dunque tutti noi rischiamo, a meno che non ci chiudiamo in casa, di precipitare nel vuoto mentre siamo in macchina. E questo è solo uno dei modi in cui siamo stati ridotti a plebe dal disegno neoliberista di cui la nostra classe politica si è fatta interprete da oltre cinque lustri a questa parte. Se alcuni di voi, cari miei lettori, che siete TUTTI servi della gleba moderni, a prescindere da quanto guadagnate e da dove fate le vacanze, perché TUTTI rischiate di morire sotto un ponte mentre guidate, perché la vita di voi TUTTI vale poco e niente di fronte al profitto dei pochi; dicevo, se alcuni di voi difendono - consapevolmente o meno - i nostri nemici è evidentemente perché non vi sentite plebei e pezzenti, insomma sudditi.
Lo so che avete studiato, che avete un capitale cognitivo, che sapete leggere un articolo di giornale e trarne informazioni. Ma voi lo sapete che questo non vi conferisce nemmeno il potere di esigere il rispetto dei vostri diritti fondamentali, del più fondamentale dei diritti, ossia quello alla vita? Lo sapete che la politica è conflitto, non aperitivo? Lo sapete che senza i denari non si cantano messe? Scusatemi se scendo a questo livello terra terra, ma io plebeo so di esserlo, e non vedo il motivo di fingere altrimenti. La mia unica difesa la vedo nella difesa collettiva di interessi collettivi. Io non faccio eccezione, e nemmeno voi. E se non lo capite non siete meglio di quelli che riempiono le frasi di punti esclamativi, siete peggio.
Mesi cruciali attendono questo governo. Non sono fiducioso sulla sua capacità di dare risposte coerenti ed efficaci ai problemi che dovrà affrontare. Dopo tutto, questa banda di scalcagnati, impreparati e mediocri comunicatori sta provando a tornare a fare politica in Italia dopo un lungo "letargo". Non hanno una visione comune, nemmeno all'interno del solo M5S. Sarà indispensabile, inevitabile e salutare criticarli, quando falliranno, perché falliranno sulla nostra pelle. Ma forse ci converrà anche ricordarci che l'alternativa sono quelli che ci hanno tolto tutto, tranne la possibilità di vestire, parlare e mangiare un po' meglio di qualcun altro,e poter quindi essere così fessi da crederci messi meglio di lui. E invece siamo tutti sudditi. TUTTI.
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