martedì 10 marzo 2020

Nostalgia

 
Cari amici del Bradipo, io sono un giovane maturo. Dal momento che le nevi del tempo hanno tinto d'argento le mie tempie, come cantava Gardel, sogno il ritorno non già della giovinezza, che francamente non si è portata via granché, ma di un'Italia che bella non è mai stata, però viva sì.
 
Qualche anno fa - ma non troppi - Max Gazzè credeva di notare una leggera flessione del senso sociale; un understatement clamoroso. Il senso sociale è finito nel cesso, lasciandoci in uno stato della materia che non è liquido, secondo la nota definizione di Baumann, ma aeriforme.  
 
Sempre per rimanere in tema di canzoni, è la fine del mondo come lo conosciamo. Ne sta nascendo un altro, calato dall'alto su di noi mentre gli aedi di una libertà assurda e grottesca ci distraggono con varie e vacue amenità. E allora io voglio provare a immaginare, in questo momento di difficoltà collettiva, come affronterebbe un'emergenza sanitaria l'Italia di quando ero adolescente.
 
Sicuramente in questo momento gli ospedali non sarebbero al collasso, perché la Sanità allora era finanziata adeguatamente. E se fosse necessario fare degli investimenti per creare nuovi posti letto, si farebbero rapidamente e senza problemi, perché la "liretta" ci consentiva di essere padroni della nostra spesa pubblica. La gente non prenderebbe d'assalto i supermercati né affollerebbe i bar. Non ci sarebbero eccessi né da una parte né dall'altra, perché Mario Pastore direbbe buonasera e spiegherebbe a un popolo decorosamente alfabetizzato cosa sta succedendo e come bisogna comportarsi. 
 
Probabilmente non si sarebbe nemmeno arrivati a una situazione di diffusione ad ampio raggio. I pochi degenti farebbero il loro decorso in quelle tre o quattro regioni con epicentro a Milano, ricevendo cure adeguate. I treni, che essendo nazionalizzati non sono portatori di profitto ad ogni costo, si sarebbero fermati subito. Le autostrade, per la stessa ragione, sarebbero state immediatamente chiuse. Saremmo a casa in via precauzionale, e ci dovremmo sciroppare quantità industriali di Pippo Baudo e affini, ma in seconda serata ci sarebbe Arbore che fa ridere. 
 
I coglioni, gli eccentrici, i cialtroni, sarebbero tutti in quarantena al Maurizio Costanzo Show, dove verrebbero perculati come di dovere. Non diffonderebbero, non potrebbero diffondere fake news, non mentre i TG nazionali danno le notizie in modo chiaro, trasparente e in italiano corretto, per la miseria. Ed io, cari lettori, aspetterei che si faccia una certa ora per sperare di vedere il faccione di Lino Banfi fra le tette di Edwige Fenech. Dall'Italia che ci piace è tutto. Passo e chiudo.
 
 

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