mercoledì 27 ottobre 2010
Cantona e le banche
Salve a tutti. Visto che il freddo annunciato non è poi così intenso, in barba al rag. Casoria mi trovo in condizione di poter scrivere un nuovo post. E stavolta, anche per prendere una metaforica boccata d'aria, non ci occuperemo di Italietta, ma delle parole di un calciatore francese che ha giocato per buona parte della propria carriera in Inghilterra, su un problema globale.
Mentre perdevo tempo su Facebook come al solito, questo video ha attirato la mia attenzione. Eravamo abituati alla "istintività" di Eric Cantona, quando era sotto i riflettori in quanto calciatore del Manchester United. Chi non ricorda il calcione volante rifilato a un povero tifoso, reo di avergli rivolto qualche parolina evidentemente sgradita? Oggi, ad anni dal suo ritiro, forse preso dalla nostalgia dei fasti del tempo che fu, il nostro si esprime sulla recessione e il fermento sociale che agita la Francia. La soluzione, a sentire lui, è semplice: su cosa si fonda il potere delle banche? Sui soldi, no? E allora se tutti insieme ritiriamo il nostro denaro dalle banche queste inevitabilmente crolleranno, e saremo liberi dalla loro tirannia. Non fa una grinza, vero? Il simpatico monellaccio aggiunge addirittura uno sfottò all'indirizzo dei sindacati, secondo lui a corto di idee, e bisognosi di input.
E adesso cerchiamo di capire perchè queste affermazioni di Cantona non sono altro che una ulteriore prova di impulsività e scarsa propensione al ragionamento. Premetto subito che non ho alle spalle studi di economia, ma le cose che scriverò sono di una tale semplicità, direi ovvietà, da non necessitare del cervello di un Milton Friedman o di un John Maynard Keynes per essere esposte e comprese. Cantona si chiedeva da dove venisse il potere delle banche. Poniamoci un'altra domanda: da dove proviene il denaro? Dobbiamo pensare che il buon Eric questo non se lo sia chiesto. Perchè, cari lettori, la risposta è proprio... dalle banche! Il denaro viene generato sotto forma di credito all'impresa o al consumo, o in alternativa prestato dalle stesse banche agli stati, ad esempio per l'emissione di titoli o per coprire parzialmente il debito. Il criterio che regola e limita questa emissione si chiama riserva frazionaria. A questo si riferisce Cantona quando ci esorta a fare presto, perchè non ci sono soldi per tutti. E ha perfettamente ragione. Il nostro sistema economico si fonda sull'assunto che la gente terrà i propri risparmi su un conto, ritirando di volta in volta quanto sia necessario per i propri acquisti e investimenti. Se tutti ritirassimo tutti i nostri soldi lo stesso giorno, come suggerisce di fare il professor Cantona, gli istituti di credito fallirebbero, e la già dura crisi che stiamo attraversando assumerebbe toni drammatici. La prima conseguenza sarebbe l'inflazione, che schizzerebbe a livelli da Repubblica di Weimar. O da Argentina nei primi anni 2000, per intenderci. Difatti, è proprio in questo modo che è iniziata la gravissima recessione che ha colpito l'Argentina qualche anno fa. La gente correva a ritirare i propri soldi, senza rendersi conto che, una volta distrutto l'impianto su cui si reggeva la loro economia, l'unica cosa che avrebbero potuto ricevere dalle banche era carta straccia. Del resto esisteva un precedente illustre, ma si sa, di fronte ai soldi la gente perde la testa.
Scusate, ma su cosa si fonda un'economia, se non sulla produzione di beni e servizi? E le aziende che producono questi beni e servizi come possono sopravvivere senza il credito fornito loro dalle banche? Ecco perchè un crollo del sistema bancario causerebbe una drastica riduzione dei posti di lavoro. E più gente resta senza un reddito, più l'economia va a fondo, perchè i consumi diminuiscono di pari passo con il potere d'acquisto dei cittadini, intaccato non solo dalla disoccupazione ma anche dall'inflazione sempre associata ai crolli finanziari. Perchè il valore reale del denaro non è fisso, a differenza di quello nominale, ma dipende da tutta una serie di fattori dal delicato equilibrio, che un'azione come quella auspicata da Cantona manderebbe a gambe all'aria. Immaginiamo che suddetta azione riceva ampia adesione a livello europeo: la BCE non avrebbe altra scelta che immettere sul mercato una certa quantità di moneta, per far ripartire gli investimenti. Per la legge della domanda e dell'offerta, più ce n'è di qualcosa, più quel qualcosa si deprezza. I soldi non fanno eccezione. Vedete? Siamo a livelli da Monopoli Junior, quello per i bambini dai 4 agli 8 anni. Inoltre, nel momento in cui il livello dei consumi calasse bruscamente, diminuirebbero anche le importazioni, mentre le esportazioni verso paesi extracomunitari, in virtù del deprezzamento della valuta, aumenterrebbero. Questo causerebbe un'ulteriore svalutazione, fino al punto in cui avremmo bisogno di bisacce per i nostri euro.
Insomma, Cantona ha preso una bella cantonata.
Ma allora, dirà qualcuno, non possiamo fare niente contro il malvagio potere delle banche? Io credo che la risposta la possa dare solo la politica, oggi completamente assoggettata ai diktat del mondo economico e finanziario. Quando la politica riuscirà a ottenere il primato sull'economia potrà regolarla, moralizzarla, indirizzarla verso il bene comune. Ma questo non è un obiettivo che si può perseguire a botte di calci volanti.
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