lunedì 14 marzo 2011

Roberto Saviano: un eroe italiano

Innanzitutto, mi scuso in anticipo per i contenuti di questo post, che qualcuno potrebbe trovare offensivi; ma ormai succede così poco che mi scuota dal torpore in cui languo, che perdere un'occasione sarebbe da stupidi. Uno dei pochi personaggi che riescono ancora a infastidirmi al punto da sentire il bisogno di esternare il mio disappunto, come un novello Cossiga (privo di gladio in quanto obiettore di coscienza), è Roberto Saviano. Altresì noto come Frà Roberto Savianarola, illustrissimo dottore versato nelle arti del Trivio e del Quadrivio, depositario del terzo e del quarto segreto di Fatima, nonchè, a detta degli amici, imbattibile a Trivial Pursuit.

Frà Roberto Savianarola spiega alla plebaglia il principio dei vasi comunicanti. Illustrazione di Gustavo Dorè.

Ma perchè ce l'ho con lui? In effetti, a saper leggere fra le righe, qualche indizio si potrebbe cogliere già nel modo in cui l'ho presentato. Ma non siamo qui per giocare a Cluedo (nè a Trivial Pursuit), per cui abbiate la pazienza di concedermi la vostra attenzione per poche righe. Fate finta, magari, di leggere lui. Ecco, ora che siete in devoto silenzio e in rapita ammirazione davanti al vostro PC, posso cominciare.

Nel 2006 il nostro esordisce con la sua opera prima, Gomorra. Si tratta di un viaggio, a metà fra la fiction e l'inchiesta, in quella civiltà (si fa per dire) parallela a quella in cui viviamo voi ed io, situata per lo più nel Mezzogiorno d'Italia, e fondata sul principio che non esistono principi, se non la difesa degli interessi propri e del proprio gruppo di appartenenza. Ad ogni costo. Portandoci fisicamente sui luoghi che meglio rappresentano questo degrado, questa deviazione non da questo o quel sistema di norme, ma in assoluto dalla norma, ci ha fatto vedere la fonte del 90% dei mali di questo paese. E tanto interessante era l'argomento trattato, tanto efficace e universale il modo di trattarlo, che Gomorra ha venduto un numero di copie mirabolante, non solo in Italia ma anche all'estero.

Ma quel che è più importante, ai fini del nostro racconto, è che alcuni rappresentanti della classe dirigente del basso casertano non hanno gradito l'attenzione generata dal libro, e hanno lanciato una fatwa sull'autore. In un paese cattolico come il nostro, questa è la cosa migliore e al contempo peggiore che possa capitare a uno scrittore o a un giornalista. Lo status di vittima, il martirio, diventa un merito in sé, e a quella persona non si chiede più altro che una testimonianza di fede, di tanto in tanto.

Dopo Gomorra, Roberto Saviano non ha più potuto girare in Vespa per le strade della Campania. Dalla clausura a cui lo hanno costretto le minacce di morte, trasformatosi in Frà Roberto Savianarola, ha cominciato ad alternare prediche e sermoni a marchette giornalistiche a favore di questo o quel personaggio. Dietro tutto questo, ormai è chiaro, c'è il Partito Democratico, nuovo contenitore ecumenico di tutto ciò che la destra non si è già presa. Perchè, cari amici, non illudetevi, non si tratta che di una lottizzazione. Di una spartizione di fette di mercato. Che alternativa può offrire il partito dello scandalo Unipol? Il partito di Massimo D'Alema, il più grande alleato di Berlusconi in Italia? Quello che Repubblica, l'Espresso, Fabio Fazio hanno offerto a Saviano non è un megafono, ma una gabbia. Una gabbia nella gabbia. Lo hanno evirato. Tanto, un sant'uomo non ha bisogno del pungiglione, ma solo della sua aura di santità, sapientemente costruita e coltivata. Del resto Saviano non è il primo a subire questo destino. Tanti lo hanno preceduto, più o meno di buon grado. Uno su tutti, Roberto Benigni, fra i più straordinari comici italiani negli anni '70 e inizio '80, e progressivamente ecumenizzato. Quella è la chiave. L'ecumenicità. Piacere a tutti. Al quale scopo, ovviamente, bisogna rinunciare ad avere contenuti minimamente discutibili. Benigni, che in Ti voglio bene, Berlinguer parlava di sesso, complesso d'Edipo e rivoluzione, e che è finito a Sanremo a farci un pistolotto di retorica risorgimentale.

Roberto Benigni prima della gonadectomia. Foto di Gustavo Dorè.

Ma non divaghiamo. Si parlava di Frà Savianarola. Il motivo per cui ho deciso di scrivere queste due righe è una recente dichiarazione del frate, che afferma di non avere intenzione di entrare in politica. Ancora una volta mi sono trovato a chiedermi: ma questo ci è o ci fa? Caro Frà Roberto, tu fai già politica. Con la tua scelta di accettare il ruolo di martire che ti hanno cucito addosso, e di sfornare prediche sulla legalità (quella retorica insulsa per cui se c'è la mafia è colpa di chi butta le carte per terra) e trattatelli su quanti peli in culo ha la raganella albina dell'Honduras, hai fatto una scelta essenzialmente politica. Ti sei trasformato nella reliquia di te stesso. Hai accettato di collaborare con una parte del paese che, se non è organica a Gomorra, ci convive senza eccessivi problemi.

Tu, Frà Roberto Savianarola, sei un vero eroe italiano. Come Fabrizio Quattrocchi. Che dico? Hai fatto di meglio. Ancora in vita, ci hai fatto vedere come muore uno scrittore.



4 commenti:

  1. Ero lì che mi trastullavo tra il pensiero di dover acquistare un nuovo pc e la uallera di chi è in cassa integrazione, quando ho visto su facebook questo link appetitoso...l'occasione per fare un pò di polemica superflua, scimmiottando i consueti talk show televisivi di cui siamo circondati (aspettando radio Londra...). Caro il mio bradipo, l'esordio non potrebbe essere più incisivo: non sono d'accordo. E passo a breve elencazione delle mie motivazioni (mutuando da una delle tante trasmissioni, lo stile dell'elenco...):
    1) non condivido l'identificazione di roberto saviano come di un eroe o un martire. Non credo che sia un portatore di verità assolute, ma non credo nemmeno che sia stato ecumenizzato o trasformato in uno scrittore-zombie.
    2) ritengo che a lui vada ascritta una buona capacità narrativa e finchè tale capacità è messa a servizio di informazioni utili ai più, ben venga anche la sua partecipazione a ogni genere e forma di espressione umana.
    3) in questo climax di odio e tifoserie avverse, tutto può diventare strumento pro o contro qualcuno o qualcosa, ma più spesso è facile dare l'impressione che quel qualcuno (o qualcosa) sia pro o contro... a dire cioè che i media cercano ognuno per la sua parte, di trasmettere l'idea che ad esempio un saviano sia strumentale e/o strumentalizzabile.
    4) a malincuore mi tocca sottolineare l'immensa differenza tra un benigni ultima maniera (benchè io voglia vederci la buonafede) che spara pistolotti risorgimentali palesemente astorici e un saviano che, forse complice quel suo modo di porsi da cane bastonato e/o maestrino dalla penna rossa, almeno per ora continua a fornire in modo chiaro e conciso, notizie di fatti che altrimenti sfuggirebbero ai più. E poco conta se lui sia simpatico, del pd (aborro!)o un visitors...
    5) la sua condizione di uomo sotto scorta non credo sia invidiabile. Da tale condizione però è venuta fuori la necessità di comunicare, avere a che fare con la gente, leggere centinaia di libri. E i secchioni si sa, sono antipatici...quelli minacciati dalla camorra che però guadagnano soldi, sono un pò falsi...quelli che vanno alle manifestazioni o dedicano lauree ai magistrati son populisti...
    Insomma, e qui chiudo, non è che alla fine, si è portati a idealizzarlo volenti o nolenti e poi alla fine si finisce per non nutrire grande simpatia nei suoi confronti perchè magari si vorrebbbe da "un ideale" meno risonanza mediatica?! non è che il suo essere martire in fondo con tutte queste apparizioni pubbliche svilisce il suo ruolo di narratore del "male"?!
    Insomma...non è meglio soffermarsi su quello che racconta e lasciar perdere tutto il resto, perdonando peccati veniali di sicuro meno gravi di quelli che i nostri amministratori della cosa pubblica son protagonisti?!
    Al bradipo l'ardua sentenza...

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  2. Finalmente qualcuno mi risponde su questo blog! La verità è che io scrivo perchè mi sento solo, cerco attenzione, non diversamente da una Gemma del Sud o da un Giuseppe Simone...
    Ma veniamo ai punti in questione.
    Sul punto 1) è questione di opinioni. A me adesso dà l'impressione di essere molto meno incisivo che non in Gomorra, ma è appunto un'impressione, un giudizio soggettivo.
    Sul punto 2) sono d'accordo, e non vedo come si possa essere contrari. Anche il punto 3) espone una realtà di fatto. Quando però io dico che Saviano è in quota PD mi riferisco al fatto che è professionalmente vicino all'area che oggi trova espressione in quel partito: scrive per il gruppo editoriale di De Benedetti e presenzia in tutte quelle trasmissioni e telegiornali che con gli inviti che fanno danno chiara prova di essere vicini al PD. Punto 4), è vero, Benigni ha fatto una fine molto peggiore. Però non sono d'accordo sul fatto che Saviano dice cose che sfuggirebbero ai più. Intanto che ce ne fotte di quello che diceva il padre di Benedetto Croce sotto le macerie; e poi ormai, proprio grazie al successo di Gomorra, certe realtà sono venute fuori, e c'è un'attenzione diversa. Merito suo, certo. Ma mi sembra che si stia limitando a vivere sul già fatto e già detto.
    5) Hai ragione, è una brutta vita quella che fa. Io all'inizio lo difendevo dai suoi detrattori, facevo notare proprio quello, che comunuqe si trattava di una persona sotto scorta. Poi è cominciato il presenzialismo televisivo, e la mia idea si è modificata. Io non dico che lui non debba andare in televisione, dico che dovrebbe diminuire la quantità e migliorare la qualità.
    Sulla chiusura, poi, devo spendere altre due parole. Ovviamente i "peccati" di Saviano, se tali sono, non si avvicinano neanche a quelli della nostra classe politica. Ma è proprio il fatto che lui non critichi quella classe politica a renderlo complice. Mi spiego: con Gomorra lui ha illustrato determinati meccanismi del malaffare: dovrebbe proseguire su quella strada. E invece a me sembra che critichi solo la destra, come se il PD (sempre lui) fosse esente da certi vizi. Il fatto è che, nel momento in cui Saviano si svegliasse e tornasse ad essere qullo di Gomorra, non lo vedresti più neanche a Teleottaviano...

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  3. Adoro Gemma del Sud e Giuseppe Simone, trovo che siano prodotti umani dei nostri tempi quanto meno didascalici...tu sei un pò più prosaico a mio parere. E in modo prosaico e vetusto voglio risponderti, cioè in prosa e senza elenchi (del cazzo).
    Premesso che da tempo ormai considero il Pd la causa e Silvio l'effetto (e questo è tutto dire), vengo alla questione specifica.
    E' indubbio, come tu stesso sottolinei, che la vicinanza di Saviano al mondo Pd è abbastanza crescente negli ultimi tempi, ma più che nella forma (il mondo dei media) direi nella sostanza. Ho notato anche io una scarsa presenza o incisiva sottolineatura delle brutture di tutta una parte politica, cosa che in effetti potrebbe sminuire la sua figura e minimizzare la sua presenza mediatica...però...
    Consideriamo due fattori: Saviano fa comodo a tutti, dalla Mondadori a De Benedetti e le aggressioni personali ricevute chiaramente fanno scattare delle contro misure.
    Esempio: mi citi la diatriba su Croce. Un apostrofo dell'intera narrazione è stato preso e strumentalizzato al punto da imporre a saviano (per difendersi) di approfondire e chiarire la questione. Risultato: aumento della sua presenza mediatica e fiumi di parole su un argomento quanto meno secondario.
    Il presenzialismo: da un lato può apparire eccessivo, è vero, ma se vai a fare i conti poi alla fine non è così intenso come sembrerebbe. Fa notizia ogni cosa che fa, se scorreggia di smerzo o se rasca a prima mattina, ma in fondo a conti fatti, ha fatto una trasmissione con fazio e un paio di ospitate ai tg. Il resto è promozione per il libro e non c'è autore che non faccia cose simili. Dunque ti contesto il presenzialismo.
    Attenzione diversa a certi fatti. Sei sicuro?!? A purpett' governa la provincia e o' merican' sotto banco la regione. Sei proprio certo che la massa non necessiti un narratore come saviano (anche in tv, visto che nessuno legge in italia) ancora e sempre di più?! Io no. In più ritengo che non faccia mai male ascoltare e riascoltare certe cose.
    In realtà caro il mio bradipo, io nutro una profonda invidia per le capacità narrative del suddetto e dunque vado cauto nel criticarlo. Ecco perchè finisco per difenderlo.
    Poi ognuno ha il suo personale punto di vista, chiaramente.
    Continua così. eheheheh

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  4. Azzo, solo adesso ho letto il tuo commento! Blogger me l'aveva segnato come spam, l'ho ritrovato per caso...mannaggia a questa tecnologia!

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