Sono ispiratissimo. Ho praticato la nobile arte della self-indulgence, e quindi sono ispiratissimo. Vado a braccio, e vado a ruota libera. Mentre aprivo il portone dello stabile in cui alloggio, chissà perchè, mi è tornata in mente l'Avvelenata di Guccini.
Giovane e ingenuo io ho perso la testa,
sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d'arrivismo,
dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta.
Scusate le eventuali volgarità, ma non sono mie. Quello su cui vorrei soffermarmi, perchè mi ha accompagnato in ascensore e non mi ha ancora lasciato, è il timore del cantautore, bandiera storica della sinistra italiana, che gli si desse del qualunquista. Al di là del riferimento al Fronte dell'Uomo Qualunque, che ormai molti non colgono nemmeno più, che cos'è un qualunquista?
Uno dei gruppi musicali che ho più amato e ammirato durante la mia gioventù erano gli Smiths di Stephen Patrick Morrissey. Smith in Gran Bretagna è come Esposito a Napoli: un cognome estremamente diffuso, ordinario. Decidere di chiamarsi The Smiths vuol dire dichiarare il proprio amore e la propria stima per la gente qualunque. E' una scelta di qualunquismo.
In Italia, per citare un altro passaggio del successo del cantautore modenese, "ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete, a sparare cazzate". Ognuno vuol dire la sua, ognuno vuole differenziarsi, farsi notare per sagacia e acume d'intelletto. Bravi i fessi. Prima di mettervi a correre imparate a camminare, e chiedetevi che cos'è quella medietà che tanto disprezzate.
Guardate la scimmietta all'estrema sinistra, e guardate il bell'uomo che avanza impavido verso il fururo nell'ultima immagine della sequenza. Come si è arrivati dall'una all'altro? Per gradi. E così come progredisce l'evoluzione biologica, progredisce quella sociale, economica e politica. So bene che alcuni di voi, che conosco e frequento nella vita reale, mi salteranno al collo e cercheranno di azzannarmi alla giugulare per quello che sto per scrivere, ma devo proprio farlo: l'idea del tutto e subito, di una intransigenza dottrinaria che rispondeva a considerazioni morali e filosofico-politiche più che a un'analisi seria e realistica del momento storico, ha prodotto un enorme conformismo e un conflitto sociale per lo più sterile. Chi vuole cambiare il mondo deve parlare alla gente qualunque.
Del resto, le masse operaie e contadine a cui si rivolgevano i grandi leader comunisti, socialisti e anarchici della seconda metà dell'Ottocento e della prima del Novecento erano la gente qualunque. Costituivano il grosso della società, le loro istanze e i loro bisogni erano quelli della maggioranza. In un paese che ha un ceto medio numericamente consistente (e chiamarli sprezzantemente piccolo borghesi non cambierà le carte in tavola) il discorso politico non può essere modellato su quello che in altri tempi e in altri luoghi è stato diretto a comizi ed elettorati di composizione sociale diversa. Al bottegaio, al filisteo, al borghesuccio spaventato con la mano sul portafoglio, chiamiamolo come ci pare, dobbiamo spiegare che esiste un modo di vivere diverso, ispirato ad altri principi, che può funzionare meglio di questo anche per lui. Perchè? Perchè senza di lui non si va da nessuna parte. Perchè lui e quelli come lui sono tanti. E soprattutto perchè lui, in quanto medio, sta nel mezzo.E' l'ago della bilancia, decide se andiamo di qua o di là.
L'alternativa è il narcisismo, è il masochismo compiaciuto del Fronte di Liberazione di Giudea che, di fronte a Brian crocifisso, si suicida in massa chiosando "così imparano"... Non trovo un link adatto, ma comunque, se non sapete di cosa sto parlando, il problema è vostro, non mio. Così come è vostro il problema se non capite, per quanto possa farvi orrore il concetto, che il ceto medio deciderà il nostro futuro. Chiamatelo qualunquista, se così vi piace, ma ricordatevi che l'aristocrazia del pensiero, così come quella del sangue, ha perso ogni suo privilegio. Questa è l'Era dell'Uomo Qualunque.
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