Stamattina il risveglio, cari amici, è stato duro. Ho dormito male, mi sono svegliato durante la notte, insomma non ho riposato bene. Arrivato a scuola, ho trovato la polizia. Qualcuno aveva rubato i tablet di cui il corpo docente si avvale per tenere il registro elettronico. Fra gli alunni è stato subito il panico. "Prof, è arrivata la cinofila?" Ho risposto che i cani non c'erano ma, se fossi stato in loro, non avrei tentato la sorte. Esodo verso i bagni. Poco dopo gli agenti delle forze del (dis)ordine, in una mossa che immagino si debba essere almeno a destra di La Russa per comprendere, hanno sigillato tutti i distributori di bevande e merendine. Io, che nonostante i ripetuti inviti di Facebook non ho mai "mipiaciato" Giorgio Almirante, quella mossa non l'ho proprio capita. Doppio panico. In qualche modo sono riuscito a fare lezione. Alle 14.30 avevo di nuovo consigli di classe, per cui mi sono intrattenuto a mangiare un mesto panino in un ristobar della tristissima Via Sestri, alla quale dedicherò prima o poi un post, e sono tornato in caserma.
Ora sono a casa e ho voglia di interloquire con persone che stiano a sinistra non solo di La Russa, ma anche possibilmente di quella feccia bipartisan che ha ridotto la nostra scuola, come del resto il nostro paese, in queste condizioni. E ho voglia di dire a qualcuno ciò che per me è ovvio: che se tratti delle persone, peraltro dei ragazzi nell'età più critica del loro processo evolutivo, da criminali, probabilmente alcuni di loro diventeranno effettivamente dei criminali. Che se rinunci a dialogare, a spiegarti, a farti capire, ma fai lo sbirro, prima o poi dovrai chiamare gli sbirri veri, quelli con la divisa e la pistola, perchè tu non sarai più in grado di gestire determinate situazioni.
Detto questo, e se non siete d'accordo vi invito caldamente a non commentare e non leggermi mai più, vorrei approfondire un attimo la riflessione. Scendo un attimo a prendere la mia birretta pomeridiana per riconciliarmi con la vita e sono subito da voi.
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Bene, rieccoci qua. Dicevo che mi sarebbe piaciuto approfondire un aspetto, ed ora vi preciso quale: quello del concetto di potere come si delinea nel docente italiano medio. Costui o costei è una sorta di Otello Celletti senza divisa, paletta e motocicletta, e quindi più frustrato. Il suo scopo primario non è di natura pedagogica, ma disciplinare. Riuscite a credere che la prima volta che sono entrato in una classe, in quella casa di correzione che mi è toccata in sorte, i ragazzi si sono alzati in piedi? Ho cercato con lo sguardo Franti e Garrone, ma ho trovato solo l'occhio vitreo del fanciullo profondamente ammorbato e con i filtri affettivi a manetta. "¡No pasarán!" sembravano gridare le loro sinapsi, di fronte ai miei timidi e patetici tentativi pedagogici, e la colpa era chiaramente di quei carabinieri che si sono ritrovati per iinsegnanti. Scusate l'astio, ma quando vedo ragazzi di 16 anni invocare l'intervento dell'autorità perchè "il mio compagno mi insulta" io provo un irrefrenabile quanto inattuabile desiderio di scassare il crocifisso della processione, quello di ferro pesante (cit.) in faccia ai "colleghi" che ai consigli di classe sanno parlare solo di note, sospensioni e presidi. Li avete voluti a vostra immagine e somiglianza. Se vengono fuori ladri, sono comunque usciti meglio di voi.
Siete impotenti, vigili di questa minchia. Siete impotenti perchè il vero potere consiste nella capacità di creare, di coltivare, di migliorare, tutte cose di cui voi non avete la più pallida idea. Siete rami secchi, e se io fossi uno di quei ragazzi vi sfanculerei esattamente come fanno loro. Orbene, mi sono sfogato. Ora vado a bere un'altra birra per togliermi l'immagine di La Russa dalla mente. Non vorrei un'altra nottata insonne. Alla prossima, amici miei.
Hai tutta la mia comprensione e solidarietà. L’Italia è la patria dei vigili senza paletta, purtroppo non solo a scuola e non da oggi!
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