lunedì 16 novembre 2015

Perchè siamo superiori


Ebbene sì, scrivo questo post per affermare e celebrare la superiorità di una cultura sulle altre: la cultura dell'uomo. Che vuol dire? Vuol dire che, come sostenevano Protagora e il professor Bellavista, l'uomo è la misura di tutte le cose, ed è dunque in base alla loro utilità o desiderabilità in rapporto all'uomo che esse vanno giudicate. L'uomo è il metro di giudizio, non le cose.

Non il denaro, non le merci, non la proprietà, e nemmeno i libri, se pretendono di innalzarsi con la forza sopra il nostro libero giudizio. Per questo mi ritengo indiscutibilmente superiore rispetto a un fanatico che si fa saltare in aria in nome di una guerra santa. Perchè, quando leggo un libro, ci vado cercando dentro me stesso e il mondo che conosco, non dio. Perchè mi fanno ridere Totò e Troisi, ma anche i fratelli Marx e i Monty Python. Perchè Dickens e Dostojevskij non mi sono estranei. Perchè riempio la mia prosa di allitterazioni e sogghigno fra me e me come un bambino discolo, e me ne beo. Perchè la scorsa settimana ho aiutato due turisti francesi a comprare della focaccia, e ho anche proferito un paio di parole del loro oscuro idioma, nonostante aggiungano lo zucchero al vino e pretendano di affermare che è migliore del nostro.

Sì, sono sicuramente migliore di uno qualsiasi di quei fanatici che hanno seminato il terrore a Parigi nella notte fra venerdì e sabato. Sono, molto semplicemente, di più. Ma, by the same token, come dicono a Guardia Sanframondi, sono anche meglio di un creazionista dell'Alabama e di un corporate fascist o tecnocrate tedesco. Sono meglio di un medico obiettore della provincia di Perugia, meglio di un sivigliano che aspetta la Semana Santa per flagellarsi. Sono meglio di loro perchè stamattina ho imparato a fare le melanzane a funghetto, poi ho preparato le lezioni di domani, ho strimpellato un paio di canzoni alla chitarra e ho scritto questo. Le mie giornate sono dedicate all'uomo, non alle cose. Per questo sono superiore. Se qualcosa sopravviverà alla follia che stanno innescando i fanatici delle cose, sarà merito nostro, di Totò, dei fratelli Marx, delle melanzane a funghetto e di tutto quanto ruota intorno all'uomo e lo arricchisce veramente. Se, invece, dovessimo morire tutti, che vi devo dire? Voglio morire mangiando le melanzane a funghetto. Credo nell'uomo, e credo nelle melanzane a funghetto. Non ho bisogno di credere in altro.

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