Immaginate, cari lettori, un bastimento carico carico di affiliati ai Casalesi, ultras dell'Atalanta, borgatari romani, sottoproletari semi-analfabeti del profondo Veneto di quelli che tirano sassi dai cavalcavia, pluriomicidi della Locride e sicari di Cosa Nostra. Immaginate che questo bastimento carico carico di merda approdi nel porticciolo di una tranquilla cittadina norvegese. Quanto tempo impiegherebbero, secondo voi, i suoi occupanti per ridurre la suddetta cittadina a una landa desolata e devastata, in cui la gente si chiuderebbe in casa per paura di essere accoltellata, derubata, stuprata, torturata senza motivo, e mangiata viva? Magari questi infelici si lamenterebbero, naturalmente sottovoce, dell'arrivo degli italiani. E sbaglierebbero. Perché è evidente che in un caso simile non sarebbero gli italiani ad essere arrivati, ma la monnezza degli italiani.
Mi rendo conto di essere ripetitivo, ma certe contraddizioni sono diventate così lampanti, e la dimostrazione del fatto che io avevo ragione è così chiara, che non posso fare a meno di venire a riscuotere la mia vincita. Il sindaco di Colonia, una donna, ha invitato le sue concittadine a non vestirsi in modo vistoso per evitare molestie: di fronte al pericolo di un'ondata di razzismo, ha ritenuto preferibile enfatizzare le responsabilità delle donne, piuttosto che la bestialità di certi uomini. Se questa dichiarazione fosse stata fatta in un'altra città e in un altro momento, apriti cielo. Ma è stata fatta adesso, a Colonia, in un contesto in cui il migrante (categoria generica, guai a fare distinzioni!) è sacro, e anche la donna, di solito (giustamente) tutelata con particolare attenzione, è sacrificabile sull'altare della "multiculturalità". In buona sostanza, se ti metti la minigonna oggi a Colonia e uno qualsiasi degli animali che sono entrati in Germania nel votta votta della scorsa estate ti violenta, "te la sei cercata".
Vi stupite? Vi indignate? Pensavate che nel votta votta in questione ci fossero solo poveri profughi siriani in fuga dall'orrore della guerra? Ma ci siete mai stati allo stadio? Ma li avete fatti i tre giorni? Ma non lo sapete che una fetta ragguardevole della specie umana fa schifo al cazzo e non aspetta altro che un'occasione per dimostrarlo? Figuriamoci, poi, in una situazione in cui saltano tutti i controlli. Questa è la multiculturalità, non l'Erasmus a Barcellona. L'Erasmus non serve ad arricchire trafficanti di esseri umani, non serve alle organizzazioni criminali per muovere merce e manovalanza, non serve ai padroni a indebolire la posizione contrattuale dei lavoratori. Serve, quello sì, a scambiarsi esperienze e confrontarsi, venendo a contatto con altre culture. Tutte cose, come vedete bene, inutili, se non come spot pubblicitario. La "multiculturalità", quella seria, è un'altra cosa: è un bastimento carico carico di merda.
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