sabato 29 settembre 2012

Figli di nessuno


Equità, uguaglianza, pari opportunità. Che cosa? Non avete capito niente. Ebbè, certo. Scusate, ora la smetto di parlare sanscrito e comincio a esprimermi in italiano. Nella lingua di uno dei paesi più belli e più stantii del mondo; un paese nel quale, ormai da svariati secoli, uomini pii e responsabili, sfoggianti diversi livelli e tipi di pinguedine e calvizie, si adoperano alacremente perchè niente cambi. La nostra storia è un fiume placido e melmoso che segue il suo corso con diligenza e prudenza. Se qualche volta tracima, tutti gli uomini e le donne di buona volontà che ne abitano le sponde sono immediatamente chiamati a costruire nuovi argini, più belli e resistenti, per imbrigliarlo nuovamente. E con quanta lena si mettono all'opera! Non sia mai che la piena dovesse minacciare i loro orticelli, e quelle quattro galline che garantiscono un ovetto fresco ogni mattina.

Sì, proprio un bel paese. Un paese dove, per dirne una, continuiamo a permettere che lo Stato Vaticano celebri processi penali. Oggi alla sbarra c'era il maggiordomo del papa, accusato di aver trafugato documenti di natura confidenziale. Non ci è dato sapere quali torture abbia subito nelle cripte segrete di Castel Sant'Angelo, nè se gli sia stata offerta la possibilità di un'abiura dell'ultimo minuto. I più informati lo danno 5 a 1 arso in Campo de' Fiori, con la lingua in giova.

Ma non è di questo che volevo parlarvi. Perdonatemi ordunque la digressione. Ritornando all'oscura locuzione che apriva il post, parleremo della trasmissione ereditaria del benessere. Come dicevo, questo è il paese dove quando cambia qualcosa il 95% della popolazione viene presa dai tremori, e chiude i bambini in camera. Sarà che il potere politico non si è mai comportato troppo bene nei confronti delle popolazioni autoctone alla penisola, fatto sta che qualsiasi cambiamento sistemico spaventa a morte l'italiano medio. Si stava così bene con il feudalesimo...la verità è che ce la dobbiamo prendere con la Rivoluzione Francese e tutti quei brutti filosofacci atei e svergognati...potremmo stare nella pace degli angeli, e invece per colpa loro c'è la gente cattiva che costringe le mamme ad abortire...e poi, senza la lezione fuorviante di quei pervertiti gallici non sarebbero arrivati neanche quegli altri filosofi, brutti, sporchi e con le barbe lunghe, che hanno cominciato a parlare di redistribuzione della ricchezza, minacciando i nostri orticelli e le nostre gallinelle. 

Insomma, ci ha inguaiato, questo pensiero sovversivo di stampo nordeuropeo. Ci hanno costretti a modernizzarci, a creare istituzioni che per noi non avevano alcun valore, in nome di ideali che ci erano estranei e a dirla tutta ci facevano schifo. Ma noi abbiamo resistito. Strenuamente. All'interno delle loro istituzioni siamo riusciti a mantenere in vita i nostri antichi usi, e  continuiamo tuttora a praticare i nostri valori, quelli belli e sinceri di una volta. Così antichi e genuini che il Mulino Bianco ce fa 'na pippa. No, non possiamo più trasmettere titoli nobiliari, con annessi ducati e contee, e con i sacrosanti privilegi e prerogative sul contado che quelli conferivano. Ma possiamo trasmettere il nostro cognome. Hai detto cazzi...

Amici cari, diciamocela tutta, la verità: ma possiamo mai accettare, noialtri, che il figlio di un architetto, di un ingegnere, di un avvocato, se la giochi sul mercato del lavoro con i figli di nessuno? Con il rischio che quelli, magari più affamati, più determinati, o addirittura più dotati e meritevoli, lo lascino indietro? Con il rischio che un ragazzo per bene, cresciuto ai Parioli, a Posillipo, in una bella villa brianzola, finisca a lavorare in uno di quegli orridi call center per 400 euro al mese di fisso? Come possono essere tanto prive di cuore, le classi subalterne, da chiederci di equiparare i nostri figli, i figli di noi persone istruite, colte, sensibili, a quelli che loro continuano a sfornare con tanta irresponsabilità? Non vorranno venirci a dire che un buzzurro qualsiasi ha lo stesso diritto alla felicità e al benessere di un giovane cresciuto in un ambiente familiare sano, stimolante e vivace? Si mettano l'anima in pace: noi siamo la gente che conta, loro il contado


Ma è anche colpa nostra. Non avremmo mai dovuto permettere che deponessero la zappa e l'aratro per venire a lavorare nelle nostre fabbriche. Li abbiamo lasciati inurbare, abbiamo lasciato che si facessero la lavatrice e il frigorifero, e ora pretendono di essere come noi. Spalleggiati dai potentati mitteleuropei (ci rompono i coglioni dai tempi di Massimiliano d'Asburgo, e non hanno ancora finito) tuonano contro la corruzione e il malaffare... Pazzi! Ma non capiscono che da secoli il nostro paese si regge proprio sul tacito rifiuto e aggiramento di legislazioni sostanzialmente imposteci, ma di fatto estranee a quella che, facendo una piccola concessione all'antico nemico teutonico, potremmo chiamare la nostra Weltanschauung

Maledetti lanzichenecchi! Lasciateci in pace! Lasciate che il popolo italiano si autodetermini, nel segno della continuità storica. Aridatece l'antica Roma! I patrizi, i plebei, i clientes e i postulantes. A noi piace così. Anzi, dirò di più. Torniamo alla terra, alla natura. Torniamo a quel Mulino Bianco dove i figli dei patrizi sono patrizi, e i figli di nessuno zappano, dissodano, arano e quant'altro richieda un'agricoltura da II secolo a.C. Voglio vedere se, dopo una giornata di lavoro come quella, hanno ancora la forza di vaneggiare in sanscrito.

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