Da un po' non scrivevo, vittima della pigrizia e di quel vuoto di senso che, paradossalmente, appesantisce la tua vita svuotandola. Ho capito che solo una cosa può darmi gioia e soddisfazione nella vita: andare contro le opinioni diffuse, le facili conclusioni a cui salta una mente non avvezza all'analisi. E allora oggi trovo un senso alla mia domenica nella difesa di Salvatore Aronica.
Il "lucchetto palermitano", come è stato frettolosamente ed incautamente soprannominato da un commentatore/tifoso di scarsa onestà intellettuale, ha fatto una cappellata. "Cappellata", uno di quei simpatici eufemismi usati dai giornalisti sportivi per non ricorrere a lessemi più coloriti, quali "cazzata", "stronzata", o "puttanata". Questo è quanto ha fatto Salvatore Aronica, a pochi minuti dalla sua entrata in campo. Ma dal riconoscere questa ovvietà a gettare la croce di questi due punti persi sulle spalle di "Totò che pisciò svariate volte", soprannome forse più adatto al nostro, anche perchè fa riferimento al titolo di un film dei suoi concittadini Ciprì e Maresco, ce ne passa. Oggi il Napoli ha fatto pena, ha offerto uno spettacolo indegno del prezzo del biglietto, e in questo spettacolo Aronica non è stato che la ciliegina sulla torta; una torta di merda, farcita di merda, ricoperta da un sottile strato di merda, e servita con un contorno di merda finemente tritata.
Quando gioca in casa contro una neopromossa, una squadra che abbia ambizioni di vertice non ha scuse: deve fare la partita, e solo una serie di sfortunate circostanze può rendere accettabile un risultato non pieno: prodezze del portiere avversario, pali, gol annullati ingiustamente. Oggi il Napoli ha meritato di pareggiare, per quanto si è visto in campo. Il Torino ci ha sovrastati nel possesso palla, ed è riuscito anche a creare alcune situazioni pericolose nella nostra area. Ora, possiamo stare fino a domani mattina a fare analisi dotte e approfondite, ma alla base di tutto c'è una semplice realtà: il Napoli non ha la qualità per sbrigare in scioltezza pratiche relativamente semplici come una sfida in casa contro il Torino.
Quando in Natale in casa Cupiello Ninuccia distrugge il presepe del padre, quest'ultimo non la biasima per il disastro; e non certo perchè consideri il danno di lieve entità (tutt'altro, lo paragona al terremoto di Casamicciola), ma perchè ravvisa in sua moglie la causa ultima del comportamento della figlia. La nemica della casa, la nemica dei figli, la nemica mia.
Avrete già capito, se mi seguite da tempo, dove sto andando a parare. La Concetta in questione è il nostro istrionico e roboante presidente, Aurelio De Laurentiis. Il nemico del calcio a Napoli, il nemico di qualsiasi ambizione che non abbia a che fare con l'ABI e il CAB. Vi siete ammoccati le stronzate (concedetemelo, orsù, questo turpiloquio) che ci propinava sul fair play finanziario e il bilancio in attivo? Mi dispiace per voi, perchè se avete creduto il Napoli una grande squadra la delusione deve essere forte, dopo uno scempio così. Per quanto mi riguarda c'è una sola speranza: il trapasso del mai abbastanza vituperato cazzaro. Dite a Pasquale che, se si dovesse sentire male l'imbonitore di Hollywood, non accendesse le candele alla Vergine. Per Concetta, tutte le candele; per Aurelio De Laurentiis, nemmeno una. Allo scuro, deve buttare il sangue.
Caro Bradipo, inizio con una premessa. Gli unici, e soli, due appunti che si possono muovere a Mazzarri.
RispondiElimina1) L’impiego di Maggio.
Appare oramai chiaro che il giocatore attraversa da tempo (a partire dalla sciagurata serata di Stamford Bridge!), una involuzione, soprattutto sotto il profilo fisico, tale addirittura da umiliarlo al cospetto di avversari fisicamente più dotati
Non si rende un servizio al giocatore ostinarsi pervicacemente a schierarlo in queste condizioni! E’ pertanto opportuno, per non dire necessario, concedergli un periodo di riposo nella speranza che ritornino tempi migliori, schierando Mesto, si badi, non un campione , ma sicuramente più in palla!
2) Il suo futuro.
Si sta, infatti, riproponendo pericolosamente la telenovela già vissuta due stagioni fa quando Mazzarri, in maniera improvvida, gettò un’ombra di incertezza circa la sua permanenza a fine stagione in vista di potenziali sirene bianconere.
Al momento, però, sussistono due aggravanti. La prima è che allora si era a marzo, ora invece la question è iniziata appena ad ottobre! La seconda è che allora vi era comunque un contratto in essere con la società, sodalizio che invece scadrà proprio nel 2013. Da questi elementi deriva l’effetto ancor più deflagrante che la vicenda potrebbe avere nel corso di questa stagione azzurra, anche, per non dire soprattutto, in considerazione, dello scarso “spessore mentale” dei giocatori in generale, dei nostri in particolare!
Ciò premesso, non sono in ogni caso queste “lacune” a determinare le sorti del Napoli.
I soliti “Soloni del giorno dopo”, all'indomani dell’ennesima occasione sprecata, che ripropone il solito refrain del “vorrei ma non posso” pienamente nelle corde della nostra “banda di musica”, puntano ancora una volta l’indice contro Mazzarri. Stavolta il vulnus sarebbe la sostituzione Insigne vs Mesto, che avrebbe, a loro dire, compromesso l'esito del match.
Molte sarebbero le annotazioni che si potrebbero loro opporre, ma parlare di Mazzarri non mi appassiona perchè trattasi di falso problema, e da oggi ho deciso di che non lo farò più!
Lascio volentieri il dibattito al “volgo credulone” che, coerentemente con la strategia di comunicazione del cazzaro (complici opinionisti/giornalisti prezzolati e media asserviti, Sky in primis, data l’appetibilità del ns. bacino d’utenza!), “crede” di avere una Ferrari, mentre al più ha una buona utilitaria!...e invece si appassiona a dibattere del pilota!....
Da che mondo è mondo, le squadre le fanno i giocatori, e i nostri (purtroppo) sono, per la maggior parte, quello che sono!
Da che mondo è mondo, per vincere (ma anche solo per poter lottare per vincere), c’è bisogno di esperienza e personalità, di cui non c’è traccia nella ns. rosa!
Il resto sono puri artifici retorici tanto cari, peraltro, al cazzaro.
Mi viene in mente, al riguardo, la regina Maria Antonietta che alla domanda: “Maestà, il popolo ha fame, non ha pane!”, rispose: “Dategli dei croissant!”…
Bravissimo Flavi1 concordo al 100%!
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