martedì 9 ottobre 2012

Bambini nel tempo


Buondì, cari lettori e lettrici del Bradipo. Dopo l'intervento di Rigoberto Saviani, torno a dialogare con voi. Il mio erudito e brillante amico è ancora qui, non posso certo mandarlo a casa nelle condizioni in cui si trova; in questo momento è seduto sul water, mi pare che stia scrivendo un articolo per un quotidiano di centro-sinistra... Si è anche offerto di aiutarmi, ma io ho educatamente declinato l'invito: oggi me la sbroglio da solo, nonostante il mio QI modesto e tutte le lacune della mia formazione. Abbastanza da fare ha l'amico Rigoberto, costretto ad andare di corpo e scrivere bene di Monti mentre Fusco e Amaniero lo guardano a vista, onde sventare qualsiasi possibile minaccia alla sua incolumità. Vi chiedo dunque perdono in anticipo, se non sarò all'altezza del mio amico, che persino ora, rubizzo e sfigurato dallo sforzo, non perde la dignità e la statura morale del grande intellettuale. 

Visto che, a differenza di Rigoberto, io non so niente di niente, se non cosa ho mangiato ieri e cosa mi piacerebbe mangiare stasera, scriverò  a cazzo di cane di un argomento che non padroneggio. Perchè? Perchè mi concerne. E questa a me, sebbene io sia sprovveduto e ignorante, o forse proprio per quello, o forse ancora perchè non lo sono abbastanza, pare un'ottima ragione.  Oggi, cari amici, si farà psicologia spicciola. 
Fin dai tempi degli antichi Assiri, la psicologia spicciola, insieme all'astrologia e all'oratoria farinellesca, è alla base della nobile e necessaria arte della posteggia. Per i non campani andrà chiarito che il farinello è il corteggiatore, spesso se fintamente spigliato e casual, mentre la posteggia, in questa accezione, è proprio il tipo di corteggiamento messo in atto dal farinello. Quando un antico assiro si portava una femmina sotto alla ziqqurat nella speranza di fare un po' di sentimento (ovvero amoreggiare), il primo problema che gli si parava innanzi era capire cosa ci fosse nella scatola cranica della concupita, e fingere interesse per tutta una serie di cose che, a conti fatti, non avrebbero avuto la minima rilevanza ai fini del loro rapporto, o perlomeno non ne avrebbero avuta di più della Luna in Ariete, qualunque cosa questo significasse. Vi sembra brutale questo concetto? Mi dispiace avervi scossi in questo modo, ma purtroppo io non sono Rigoberto, dico quello che penso, non quello che si ci aspetta da me. C'è una semplice, dura verità alla base del rapporto uomo-donna, insita proprio nella sua formulazione lessicale: si tratta del rapporto fra un uomo e una donna. La tua infanzia deve restarne fuori.

"Bambini nel tempo" è il titolo di un romanzo di Ian McEwan, emblematico del tema che sto cercando di trattare, seppure goffamente. La storia di un padre che perde una figlia in un supermercato, e strada facendo si rende conto che non sta più cercando la bimba, probabilmente ormai violentata e uccisa da qualche chav dodicenne alcolizzato e pluriomicida, ma il bambino interiore. Ecco, questo bambino interiore, che non riusciamo a congedare, perchè c'è sempre qualche conto in sospeso, qualche loose end, come si dice nella lingua di McEwan, è un tema centrale nella cultura del nostro tempo, e non senza motivo. Perchè la gente intelligente ci ha detto che il bambino è quello che impara i fondamentali dell'affettività: amore, odio, conforto, paura, fiducia e via discorrendo. L'adulto campa sul bambino. Ma che fai se hai avuto un'infanzia di merda, per dirla alla francese? La gente intelligente ci dice, se ho capito bene, che rischi di rivivere drammi modellati ad arte su quelli che hai vissuto da piccolo, e vedere tutte le occasioni, le opportunità, le sfide che la vita ti manda con gli occhi del bambino che eri, e che non vuoi smettere di essere. Forse è questo il senso più profondo del mito di Edipo? Non tanto l'incesto vero e proprio, quanto la ricerca della madre nella donna amata, o ancora meglio la riluttanza a staccarsi dalla madre e dunque dal proprio ruolo di soggetto passivo, non autosufficiente? Dammi questo, dammi quello, ne ho bisogno e non posso procurarmelo con le mie forze; e tu, che mi hai messo al mondo, hai il dovere di darmelo. Pare che esista anche un complesso di Elettra, e che sia una sorta di controparte femminile di quello di Edipo. Certo è che spesso anche le donne cercano il padre negli improvvisati oratori e astrologi dilettanti che le posteggiano. Chiederei ulteriori delucidazioni e conferme a Rigoberto, ma non voglio distrarlo, si trova proprio nel momento culminante. Devo provare a chiudere questo post da solo.

Mio padre mi picchiava quando ero piccola. Mia madre non aveva mai tempo per me. Mio padre mi sgridava se prendevo un brutto voto a scuola, e non mi parlava per giorni. Mia madre...
Sticazzi. Se hai soldi da buttare, vai a metterli in mano a un analista. Altrimenti, cerca il bambino interiore. E quando l'hai trovato, fagli una carezza, digli ciao lascialo andare. Per lui, nell'età delle barbe e dei cicli mestruali, non c'è più niente. Per te, forse. Ci vediamo sotto alla ziqqurat. Mi riconoscerai subito, non potrai sbagliarti. Sono quello con la parlantina sciolta, Mercurio in Pesci nella settima casa, e non accompagnato dai genitori.


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