Allo stracciato. Sempre a lui. Per esempio, se un terremoto uccide centinaia di persone (per ragioni ovvie, hanno fatto le case con la sabbia, lo sappiamo dal 2009 purtroppo), arriva il cane sotto forma di spiritosone d'Oltralpe e fa la battuta sulla pasta. Con la gente che ha perso la casa e tutto quello che aveva dentro, quando non i propri cari o addirittura la stessa vita. Lo spiritosone ha bisogno di clic, di visibilità, e azzanna lo stracciato senza pensarci due volte. Poi si scatena il putiferio, e lo spiritosone fa un'altra vignetta, in cui al luogo comune della pasta si sostituisce quello della mafia. Attendiamo con ansia il mandolino.
Qualcuno in tutto questo difende la libertà di satira, perché forse gli è sfuggito che lo spiritosone è francese, o magari non sa come è nato questo paese, e che rapporti ha storicamente con la Francia. E non si rende conto, perché magari lui o lei non è emigrato o non ha mai lavorato in un call centre e non capisce che vuol dire essere lo stracciato, della ferocia che sottende a quelle vignette. Nel momento in cui questo paese avrebbe bisogno di interrogarsi seriamente sul proprio stato e sul proprio futuro, si ritrova stretto in una morsa da una casuale ma non per questo meno letale manovra a tenaglia che vede da un lato l'indefinibile campagna del Ministero della Salute sulla fertilità, e dall'altro le speculazioni di ogni genere sul sisma che ancora una volta gli ha squarciato le viscere.
Io dico sempre le stesse cose, lo so bene. In realtà, qualche volta cambio anche idea. Ad esempio, al tempo della guerra in Libia scrissi dei post che oggi non condividerei. Ma, tutto sommato, i miei valori e la mia visione restano ormai costanti. Questo anche perché la realtà, come suggerisce il titolo del post, resta ferma, stantia, non si evolve. Mentre cerchiamo su Facebook la nostra identità, un partner, l'illusione di non essere dei poveri stronzi, ci fanno sistematicamente terra bruciata intorno. E noi, fessi, ancora non abbiamo capito che lo stracciato siamo sempre noi.
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