Sì, perché alla fine la domanda che dovremmo porci è una sola, e ora provo a enunciarla nel modo più chiaro e conciso possibile: il fatto che tu abbia letto i libri scritti fitti fitti e senza figure ti mette su un piano diverso rispetto ai comuni mortali? La tua (presunta) superiorità intellettuale ti conferisce il diritto di guardare il genere umano dall'alto in basso, come una sorta di semi-dio o, quantomeno, eroe da saga epica? Il sacro fuoco che sei convinto di aver rubato ti fa migliore di me?
Non voglio nemmeno affrontare un altro discorso, relativo alla tua comprensione di tutti i libri che hai letto, o alla reale qualità del tuo ingegno o del tuo senso dell'umorismo. Ammettiamolo pure, che tu sia una cima, uno spiritosone, un fine analista della politica nazionale ed estera. Sei per questo altro dall'ignorante, dal rozzo, dal becero salviniano? Non condividete la stessa natura umana? Non condividete una parte consistente dei vostri destini, vivendo sotto l'ombrello della stessa oppressione, delle stesse elaborate menzogne, della stessa violenza? Non per provocare, per capire... ma allora di chi saresti "compagno" tu?
Mettiamo pure che tu lo abbia colto, quel sacro fuoco: adesso che ci fai? Lo condividi con tutti noi o ne fai una torcia alla luce della quale brillare, e da brandire come un'arma nei confronti delle forme di vita inferiori? Il tuo è il fuoco di Prometeo o quello dell'Inquisizione?
Tutti i discorsi, oggi, riportano a questo. Se vuoi veramente una società di uguali, smettila di brandire quella torcia come un'arma, dismetti i panni del gran dottore e indossa quelli del coglione qualunque; forse, se mettiamo tante fiaccole insieme, riusciamo a fare un po' di luce sul buio spaventoso di questa epoca di inaudita ferocia.
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