Tra poco fa un anno che sono andato via da Napoli e devo dire che, pur trattandosi di un luogo comune, è assolutamente vero che la mia è una città unica. Il che non vuol dire che non lo sia anche Genova, a modo suo. Forse in un paese come il nostro, con una storia così straordinaria, è normale che ogni città lo sia. Una delle cose che rendono unica Napoli è, a mio modesto avviso, il modo di relazionarsi dei suoi venditori ambulanti. A Napoli, quando qualcuno cerca di venderti qualcosa per strada, è quasi come andare al teatro gratis.
Un altro elemento che contribuisce a creare l'unicità di cui parlo è l'abbondanza di funicolari che contraddistingue la capitale morale del Meridione. Qualsiasi napoletano avrà certamente tanti ricordi, belli e brutti, legati a questo mezzo di trasporto. Anche io ne ho, ed uno di questi mi è tornato in mente poco fa, leggendo un commento su Facebook. Davanti all'ennesima giustificazione della criminalità organizzata con la motivazione dello stato assente e della miseria, mi sono ricordato dell'albino della funicolare. Mi pare che frequentasse prevalentemente quella di Chiaia, ma posso sbagliarmi. Anche quando ero ancora a Napoli, non lo vedevo da anni. Ad ogni modo, questo albino saliva sulla funicolare con un grosso borsone pieno di articoli per la casa e recitava un monologo che faceva più o meno così:
Signore e signori, buongiorno/buonasera. Non vi preoccupate, non sono non un tossico e non un ladro. Voi lo sapete, chi è albino come me non è che ci vede tanto bene, e faccio questo per campare veramente onestamente. Tengo le mollette per i panni, l'accendino, il tagliapizza, le bustine per il frigorifico (ecc. ecc.)
Qualcuno gli comprava qualcosa, o perché gli serviva davvero, o per aiutarlo. Io, pur non essendo fumatore, gli ho comprato negli anni svariati accendini. Chissà che fine ha fatto l'albino che non era nè un tossico nè un ladro. Certo che, con o senza di lui, gli ambulanti non sono mai venuti a mancare a Napoli. Chi vende l'accendino, chi il bloc notes, chi i calzini... Un esercito di miserabili che si carica i borsoni in spalla e si umilia davanti agli avvocati, ai notai, ai proprietari di negozi e di appartamenti del Vomero per campare veramente onestamente. Non so se sia meglio l'albino della funicolare o un boss di quelli che negli ultimi mesi si stanno facendo la guerra al centro storico di Napoli; se sia meglio abbassare la testa davanti alla "gente per bene", quella schifezza di borghesia che è la più autentica rovina di Napoli, o tenere la testa ben alta, imitandoli però nella sostanza con la propria assoluta mancanza di rispetto nei confronti della collettività. So solo una cosa: che anche i miserabili una scelta ce l'hanno. E che io ricorderò sempre con nostalgia non certo le facce da pitbull feroce che hanno costellato le mie tante serate al centro storico, ma quella pallida e quasi spaurita, con quegli occhietti miopi da criceto, dell'albino che non era "non un tossico e non un ladro".
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