Cari amici, rassegnatevi. Sono un qualunquista, un populista, un "grillino", carente di quel sano realismo politico italiano che ha portato milioni di persone a votare per decenni la Democrazia Cristiana, il partito che ci ha donato i manganelli Mario Scelba e le infinite macchinazioni di Giulio Andreotti, tanto per fare un paio di nomi a caso; quel sano realismo politico che ci porta a dire, come quel nobilotto di manzoniana memoria, "adelante, con juicio", non sia mai un progresso troppo rapido dovesse farci sentire qualche scossone; quel sano realismo politico, infine, che ci ha indotti ad assistere impassibili, mentre quattro guappetielli in uniforme ci toglievano ogni libertà e diritto, pensando che la cosa più conveniente fosse tenere la testa bassa e sperare di non prenderle, o almeno di non prenderne troppe. Quel sano realismo politico che è, in buona sostanza, l'accettazione della tirannide.
Saprete forse che quei populisti, qualunquisti e marrani felloni del M5S hanno presentato una proposta di legge per istituire un reddito di cittadinanza. Questi fascistoidi, essendo evidentemente sprovvisti di cultura politica, prova ne sia che credono nell'esistenza delle sirene, si sono fatti inspiegabilmente abbindolare dall'idea che il lavoro sia un diritto. Un'idea, correggetemi se sbaglio, storicamente cara alla Sinistra. A questo punto Stefano Fassina, il John Maynard Keynes del Partito Democratico, che naturalmente è un partito di Sinistra, ha detto che questa è una pia illusione. Non c'è la copertura. Comincia a venirmi il sospetto che i qualunquisti potrebbe non avere tutti i torti quando parlano di crisi delle ideologie: i populisti fascistoidi propongono qualcosa che sembrerebbe di sinistra, e la Sinistra dice che non si può fare.
Non c'è la copertura. Questo vi dice la gente seria, la gente che ha letto i libri, che non perde tempo a guardare i video sulle scie chimiche. Orsù, un po' di realismo! Se fosse stato possibile, non vi pare che lo avremmo già fatto? Eh, già! Adesso arrivate voi, che pochi mesi fa non sapevate nemmeno dov'era il Senato, e restituite la dignità ai disoccupati! Non si può fare.
Ebbene, io che sono qualunquista, populista e carente di realismo, vorrei a questo punto fare un'osservazione. Perché l'argomento della copertura che non esiste salta fuori sempre e soltanto quando si tratta di fare spesa sociale? Quanto denaro sarà stato buttato nella TAV? Era proprio essenziale l'alta velocità ferroviaria? E sono necessarie le consulenze con compensi spesso incongrui che enti pubblici, come ad esempio la RAI, affidano continuamente all'esterno? A giudicare dalla programmazione della televisione di stato, si direbbe che i suoi dipendenti difficilmente potrebbero fare peggio. Eppure in quei casi i soldi non mancano mai.
Non so voi, ma io di assistere a tutto questo sperando che prima o poi qualche briciola tocchi anche a me non ne ho voglia. Affibbiatemi tutti gli appellativi che vi pare, io tifo per il populismo, il qualunquismo, l'avventurismo politico di questi ingenuotti. Perché il "juicio" è la modalità della conservazione, non del progresso. Perché io non dico che bisogni versare sangue in nome della Rivoluzione (democratica e pacifica, non vi allarmate), ma non potete pretendere di cambiare un paese senza versare qualche goccia di vino sulla tovaglia buona. Se non ritenete questo cambiamento necessario, prendete atto di essere dei conservatori, e facciamola finita con le pantomime. Se invece lo auspicate, forse quelli poco realisti siete voi: quelli per cui i soldi ci sono sempre sono, sono sempre stati, e sempre saranno, il nemico del progresso.
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