lunedì 11 novembre 2013

Meat and two veg


Meat and two veg è un'espressione che indica l'idea britannica di una dieta equilibrata: carne più due tipi di verdura. La prima garantisce le proteine, mentre il contorno offre un importante apporto in termini di vitamine. Purtroppo, in questa epoca sempre più cinica e povera di valori, meat and two veg si usa sempre più spesso per riferirsi all'apparato genitale maschile; ma non è questo il senso che ci interessa, nella fattispecie.

Dunque, la carne per la sostanza, le verdure per, diciamo così, l'equilibrio. Criteri simili si potrebbero applicare alla costruzione della rosa di una squadra di calcio: c'è bisogno di chi corre e di chi sa vedere il campo, di chi sa giocare il pallone e di chi sa recuperarlo, di chi attacca gli spazi e di chi li copre. Le squadre vincenti non sono necessariamente quelle in cui militano i migliori talenti, ma quelle che assortiscono meglio l'organico.

Lo stesso Diego Armando Maradona, il più grande calciatore quanto meno del XX secolo, che sfidava le leggi della fisica e dell'ottica con la semplicità e la noncuranza del vero genio, non riuscì a vincere uno scudetto da solo. Nella stagione '84-'85 il Napoli si piazzò a un deludente ottavo posto. Fu con l'arrivo dei Bagni, dei Giordano, dei Garella e di tanti onesti e più o meno oscuri gregari, che finalmente riuscimmo a cucirci il Tricolore sul petto.

Al Napoli attuale, a mio modestissimo avviso, non manca la sostanza. Il nostro attacco è uno dei più forti, se non il più forte in assoluto, della Serie A. Quello che ci difetta è l'equilibrio dato dalla verdura. Male assortito, in particolare, il centrocampo, con un Hamsik che di fronte alle grandi sfide rientra di colpo nella pre-adolescenza e un Inler che, mo' ci vuole, ha urgente e disperato bisogno di mangiarsi la fetta di carne. Intendiamoci, stiamo parlando nel primo caso di un campione, nel secondo di un buon giocatore. Semplicemente, non si può pretendere che il lavoro sporco lo faccia tutto il pur straordinario Behrami. In difesa beneficeremmo forse di un centrale più rapido e reattivo (e magari più scafato) di Fernandez, e non guasterebbe un terzino che aggiungesse un po' di dinamismo e sagacia difensiva.

A gennaio il mercato si riapre. Se il cazzaro di Castelvolturno ha veramente intenzione di vincere, interverrà in maniera significativa. La ricetta per la vittoria prevede tanti ingredienti, non la prima cosa che ti capita di trovare nel frigo. La carne che abbiamo messo a cuocere merita un degno contorno. Altrimenti non avremo mai un top team, bensì, come si può chiaramente intuire da un esame cursorio dell'immagine che correda questo post, un saciccio.

Nessun commento:

Posta un commento