giovedì 3 novembre 2011

Il soldo che manca sempre per fare la lira

 

Cari lettori, si torna a parlare del Napoli. Non lo abbiamo fatto dopo l'ignominiosa sconfitta di Chievo, o quella ancor più sconcertante, in casa con il Parma, nè quella contro il Cagliari Non lo abbiamo fatto per via di quel benedetto turnover che tanto è stato criticato per il modo poco giudizioso in cui lo avrebbe fatto Walter Mazzarri. Un turnover prontamente additato come responsabile di ogni male della compagine azzurra, e a ragione, vista la qualità espressa dalle seconde linee. Turnover, del resto, dettato dall'esigenza di affrontare al meglio la Champions League, dalla quale il presidente De Laurentiis non fa mistero di voler spremere fino all'ultimo euro umanamente possibile. Bene, e allora parliamo di Champions League.


Ieri sera il Napoli ha affrontato una squadra di livello internazionale, nello stadio di quest'ultima. Dovendo trarre un bilancio, direi che abbiamo assistito a una prestazione di grandissimo vigore agonistico, ma il risultato, se dobbiamo essere onesti, non è mai stato in discussione. Semmai quell'unico gol di scarto è uno score bugiardo, perchè non riflette la realtà di un Bayern che ha fatto praticamente quel che voleva, ha tagliato la nostra difesa come burro, ha gestito il risultato giocando al torello; solo una straordinaria rincorsa di De Sanctiis con scivolata finale ha potuto evitare il quarto gol in finale di partita.

Intendiamoci, noi dobbiamo essere contenti della gara del Napoli, perchè si è battuto con grinta e forza di volontà da calcio di altri tempi cntro un avversario nettamente superiore. Ma può bastarci, questo? E soprattutto vale la pena di risparmiare i nostri giocatori migliori in campionato per una competizione nella quale non possiamo recitare che un ruolo da comparse? Con quali energie andremo a Torino, a giocare contro la principale candidata per lo scudetto? Tutte domande che andrebbero poste all'empio cazzaro, per il quale il mio odio è ormai incommensurabile e tale che solo la morte violenta e dolorosa di quell'imbonitore impomatato da quattro soldi potrebbe darmi pace.

Ma bando all'emotività, cerchiamo di ragionare. Lasciando il pub in cui ho visto la partita con alcuni amici, ho sentito un'atmosfera positiva, quasi di soddisfazione. Questo mi preoccupa. Si tratta di un discorso che va anche al di là del calcio, di quel complesso di inferiorità inconsciamente presente in ogni napoletano, che lo porta ad accontentarsi di poco. Che lo porta ad aspettarsi poco. Non ci prendiamo in giro, non facciamoci ingannare da quell'unico gol di scarto: ieri il Napoli ha dato il 120% solo per perdere con dignità. Ha trovato due gol su palla inattiva (il secondo dei quali una prodezza forse irripetibile da parte dell'autore), perchè su azione manovrata non ha creato praticamente niente. Ha dimostrato un eccellente valore atletico e agonistico, ma anche dei chiarissimi limiti tecnici e tattici, legati alla mancanza di alternative. Tanto per dirne una, se avessimo avuto in panchina un giocatore in grado di sostituire il mediocre Cavani visto nelle ultime partite, il mister l'avrebbe probabilmente schierato. Cosa possiamo rimproverare ai nostri ragazzi? Assolutamente niente. Parafrasando Luca Cupiello, ce la dobbiamo pigliare con Don Aurelio: il nemico della casa, il nemico dei figli, il nemico mio!!!

Il soldo che manca per fare la lira, per consentire al Napoli di gestire contemporaneamente e con profitto Campionato e Champions, di vincere qualche partita, ogni tanto, senza provocare cardiopatie ai suoi tifosi, lo dave cacciare De Laurentiis. Nel grande calcio il Napoli merita di essere non già un occasionale avventore, ma un ospite fisso. Per fare questo, però, c'è bisogno di grossi investimenti. Se non arriveranno non vinceremo mai niente, e saremo costretti ad accontentarci di perdere più o meno bene. Il gesto atletico di De Sanctis che caccia la palla dalla porta dopo una rincorsa di una cinquantina di metri simboleggia perfettamente il presente della nostra squadra. Entusiasmante, non c'è dubbio, perfino esaltante. Ma nelle grosse squadre i portieri sono abituati ad altri gesti, meno eroici e  più composti: alzare i pugni al cielo per esultare, e poco più. Quando Morgan De Sanctiis si annoierà in porta, il Napoli sarà diventato una grande squadra. Ma per fare questo, ahimè, temo che dovremo aspettare la dipartita del cine-furbacchione dalla presidenza del Napoli o, ancora meglio, dal suo guscio mortale. Nel frattempo, non possiamo fare altro che ripetere l'inutile mantra spend the money.

4 commenti:

  1. ok ppp, però mò basta co' sto delàaurentis.
    dalla tua fervida e brillante mente ci aspettiamo qualcosa di più.

    RispondiElimina
  2. caro gratapax, questa è un'ossessione. de laurentiis è la mia nemesi...ogni tanto lo devo fare una merda!

    RispondiElimina
  3. è solo che sta diventando un po' ripetitivo questo blog, prima toccavi gli argomenti più disparati ed era, imho, molto più divertente...

    RispondiElimina
  4. beh, in realtà era un po' che non scrivevo su de laurentiis...ora lo lascerò stare per un po' :-)

    RispondiElimina