lunedì 2 aprile 2012

Merda...


Conoscete quel giochino di associazioni mentali in cui a una determinata parola si deve rispondere con un'altra, il più velocemente e spontaneamente possibile? Alla parola "merda" la stragrande maggioranza dei napoletani risponderebbe rapidamente, senza alcun tentennamento, "Juve!" Per questo costa ammettere che ieri sera questa squadra di pupù ci ha surclassati, giustificando e motivando con un'ottima partita il divario che esiste in classifica fra noi e loro. Inutile appellarsi alla sfortuna o a presunte sviste arbitrali, quando si chiude un incontro senza aver mai impegnato il portiere avversario. Persino in un campionato mediocre come questo, in cui pare che il terzo posto faccia ribrezzo più che gola per il numero di occasioni perse dai club che potrebbero e dovrebbero ambire ad esso; perfino in questo campionato disastrato e sgangherato, la qualificazione alla Champions (seppure tramite i preliminari) appare di difficile conseguimento. 

Ieri i giornali ci hanno comunicato la scomparsa di Giorgio Chinaglia, uno dei più noti protagonisti del calcio italiano degli anni Settanta. Un calcio con la serie A a sedici squadre, con le rose di sedici giocatori, e lo scudetto a 45 punti (la vittoria ne valeva solo due). Un calcio su cui un'indole nostalgica potrebbe riversare torrenti di elogi, ma che forse può essere definito semplicemente meno evoluto, da una serie di punti di vista, di quello attuale. Allora ti bastava prendere un paio di campioni e inserirli in una rosa di discreti gregari per ambire ai primissimi posti; oggi non è più così. Le innovazioni tattiche hanno esaltato l'aspetto mentale, l'importanza di una buona lettura della partita da parte del mister ma anche di chi scende in campo, e la velocizzazione del gioco ha reso il cosiddetto turnover un'esigenza, non già un decadente vezzo con cui la perfida Albione lusinga e corrompe la virilissima italica gioventù. Se in questa serie A vuoi primeggiare, ti servono 20 giocatori di buona, se non ottima, qualità. 20 uomini che sappiano calciare un pallone, che riescano a far bastare le loro energie agli sforzi richiesti dalle varie fasi delle partite e della stagione, e che sappiano stare in campo. Il Napoli tutto questo non ce l'ha.

I calciatori utilizzati con una certa assiduità dal nostro allenatore sono 15: oltre ai titolari, che conosciamo bene, ci sono Britos, Dossena, Dzemaili e Pandev. Gli altri non hanno fatto che apparizioni sporadiche. La nostra difesa è - ahimé - deficitaria. Paolo Cannavaro, che alcuni pagliacci prezzolati vorrebbero mandare in nazionale, è un difensore spesso distratto, fuori posizione, talvolta poco reattivo; Aronica è un onesto spaccalegna che spesso è costretto ad arrangiarsi come può, e dunque a regalare sovente calci piazzati sui quali puntualmente rischiamo di prendere gol, palesando enormi difficoltà nella marcatura; Campagnaro è addirittura adattato al ruolo di difensore, e difatti pare più a suo agio nel portare palla che non nell'ingrato compito di formare la linea di difesa insieme a compagni non eccelsi come quelli appena menzionati.
La mediana è formata da due giocatori che militano nelle rispettive nazionali, ma è forse male assortita. Inler sembra non essersi mai integrato appieno nel gioco di questa squadra, al contratio di Gargano; il quale, però, sbaglia una percentuale di passaggi preoccupante, vanificando in buona parte lo straordinario lavoro svolto in fase di non possesso. 
Lì davanti c'è la qualità, i giocatori che dovrebbero fare la differenza. Ma non sempre sono lucidi e hanno voglia di vincere. Hamsik ieri sera era inguardabile, ci mettevo più agonismo io quando giocavo con gli amici al Manzoni o al Kennedy. Ma serio. 
In ultimo, la riluttanza di Mazzarri a cambiare. Lo slovacco in campo non ci doveva proprio scendere. O, in alternativa, andava cambiato al 10° del primo tempo. E picchiato negli spogliatoi con gli asciugamani bagnati.

Dunque, rosa inadeguata. Siamo sempre lì. De Laurentiis, che a giudicare dalle interviste che rilascia deve fare ampio uso di sostanze psicotrope, dovrebbe drogarsi di meno e spendere un po' di più. E mangiatela l'emozione di comprare un terzino sinistro! Un mediano che non sia di vetro, magari. Un difensore centrale affidabile. Se non hai intenzione di farlo, non capisco proprio tutto il tuo snobismo nei confronti dell'Europa League, perchè in questo momento non siamo attrezzati per altro. Per colpa tua io sono costretto a scrivere che la Juventus, quanto di più simile alla cacca esista nel mondo pedatorio, ha giocato molto meglio di noi, e ha meritato di vincere. Bada bene che, se l'anno prossimo non assortisci una rosa degna del Napoli e di Napoli, io mi metto a tifare per l'Arzanese. Guarda che lo faccio!

Bene, ora che ho detto tutto quello che pensavo, torno al mio aerosol. Tutelerò gli scampoli di salute che ancora mi restano, dopo che gli strali della sorte avversa di shakespeariana memoria mi hanno trafitto come un San Sebastiano vestito d'azzurro... Caro presidente, ti offrirei un tiro, ma è solo un blando cortisonico privo di qualsivoglia proprietà stupefacente...

4 commenti:

  1. a un certo punto il mantra "mio fratello è figlio unico perchè è convinto che chinaglia non può passare al frosinone" ha fagocitato l'articolo nella mia mente

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  2. Carissimo Bradipo,
    nulla quaestio.

    Essendo compagni di “sbronze calcistiche”, infatti, conosci il mio pensiero.
    Le mie “invettive” (a voler usare un eufemismo) contro i ns. difensori (accluso portiere) rasentano, soprattutto di recente, il parossismo (oltre che, ahimè, essere oggetto di denunzia alla procura della repubblica e raccolta di firme condominiali per impedire i ns. “incontri calcistici”)!

    Che il Napoli sia una squadra “zoppa”, lo sanno pure le pietre (eccetto, forse, qualche Solone di turno che continua a blaterare di guida tecnica, moduli, cambi e quant’altro).
    Il Napoli, infatti, se pur con dei limiti, è “Squadra” dalla linea mediana in su, con tre/quattro grandi giocatori.

    La linea mediana, esigua nel numero (solo tre infatti i giocatori in rosa, dei quali due sempre in campo) annovera giocatori di buon livello, uno dei quali (ndr Inler) di indubbie qualità tecniche, che, però, appare ormai chiaro dopo averlo visto all’opera per ¾ della stagione in corso, mal si adatta per difetto di dinamismo ad operare in un centrocampo con soli due mediani ciascuno dei quali ha, o avrebbe in linea teorica, il compito di andare in pressing sull’avversario, interdire, recuperare palla e subito re-impostare il ns. possesso palla. Il turco-svizzero, invece, dal canto suo, (perfetto in un “centrocampo a tre”, con due mediani a supportarlo) per caratteristiche fisiche, quasi “strutturali” direi, è un po’ lento, compassato; ergo, non possiede il dinamismo necessario per fare tutto ciò di cui sopra, soprattutto per farlo nei tempi in cui ciò è/sarebbe richiesto. Paradossalmente, al fianco di Gargano (uno dei tre soli elementi veramente insostituibili, dal punto di vista tattico, per il Napoli, oltre a Maggio e Lavezzi; nota a margine: gli errori che a volte commette in fase di impostazione sono il “costo” – necessario ahimè – dell’inesauribile lavoro che svolge come pochi al mondo) sarebbe più idoneo, data l’impostazione tattica della squadra, un giocatore “alla Pazienza”, ma più forte fisicamente e nel gioco aereo, più tecnico, più dinamico, con maggiori capacità e tempi di inserimento in zona goal; per fare un nome, non a caso, Vidal (fra le richieste di Mazzarri in sede di campagna acquisiti la scorsa estate, ma “inarrivabile” per i noti limiti d’ingaggio e contrattuali – diritti d’immagine – imposti dal Presidentissimo)!

    L’attacco, poi.
    Senza dubbio il reparto con più qualità,(questa sì da grande squadra!), composto da giocatori di grande livello, che fanno gola a molti club/superpotenze europei.
    Grandi giocatori che, però, difettano (e questo è un limite ravvisabile anche in tutti gli altri reparti della squadra), a mio avviso, di personalità. Nessuno dei “tre tenori” (Pandev compreso), infatti, sembra eccellere per personalità, capacità di leadership in campo; capacità di “guidare”, “prendere per mano” la squadra nei momenti difficili che possono sempre verificarsi nel corso di una partita e/o di una stagione (do you rember Stamford Bridge??).

    Veniamo ora all’“arto mancante”, il reparto difensivo.
    Assolutamente modesto, nel quale oltre a mancare un leader che per tecnica, esperienza, personalità sia in grado di guidarlo, manca al contempo, anzi soprattutto, QUALITA' in tutti gli uomini che lo compongono (inclusi i tanto vituperati Dossena e Zuniga!).Tutti giocatori che solo quando sono iper-concentrati (e fisicamente al top) riescono a sfoderare "la prestazione", sopperendo in tal modo, con l'applicazione, la determinazione, in una parola la concentrazione appunto, ai propri limiti tecnici (oltre che, in taluni casi, fisici, vedasi quel derelitto di Dossena!).
    Viceversa, in tornei lunghi (Campionato) o in cui ci si incontrano spesso grandi attaccanti (Champions), in cui non è possibile mantenere sempre altissimo il livello di concentrazione per tutta la loro durata e/o in ogni partita, i ns. difensori ritornano, tutti, al loro status abituale di modesti giocatori!

    Non resta che lanciare un grido (di allarme) di vicana memoria: la difesaaaa!!!!!

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    1. Grande Flavi1! Esprimo qui il mio apprezzamento per la disamina tecnico-tattica, e raccolgo l'accorato appello che lanci nel finale. Speriamo solo che sia raccolto anche dal sciur padrun da li beli braghi bianchi che deve cacciare i maledettissimi palanchi!

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