giovedì 23 agosto 2012

I piccoli passi che ti lasciano sul posto.






"Adelante, Pedro, con juicio". Queste le parole pronunciate da un nobilotto spagnolo nei mai abbastanza bestemmiati Promessi Sposi, quando la sua carrozza si trovò di fronte al popolo milanese in tumulto. Come a dire: chi va piano va sano e va lontano. Questa è evidentemente anche la filosofia del presidente della SSC Napoli, Aurelio De Laurentiis, a.k.a. il Cazzaro di Castelvolturno. E lo sappiamo bene, ormai, visto che ce la propina da otto anni, in tutte le salse possibili e immaginabili. Questa politica si è dimostrata vincente, per i primi tempi, quando gli obiettivi da centrare erano francamente più che alla portata. Per il Napoli (perchè, nonostante il fallimento e il cambio di nome, quello continuava a essere il club principale della capitale del Mezzogiorno) tornare in A era un compito piuttosto semplice. Un po' come se il vostro Bradipo andasse a fare un esame di inglese facile facile, come questo. Drogatemi, privatemi del sonno e concedetemi la metà del tempo concesso agli altri candidati: lo supererò ugualmente. E se qualcuno dopo si complimentasse con me, gli riderei in faccia.

E dunque arrivò la Serie A, e subito la qualificazione alla Uefa. Niente di strano, è quella la dimensione che ci compete.  In un campionato così disastrato, in cui il livello tecnico si è così drammaticamente abbassato, finire più in basso del sesto posto va considerato un fallimento, per un club con un bacino d'utenza come il nostro. Per ottenere questi risultati, non è stato necessario svenarsi; sono bastati calciatori discreti, di seconda fascia. Poi capitava anche che magari un giovane promettente esplodesse tra gli applausi del San Paolo, e allora cominciava il tira e molla a ogni finestra di calciomercato, perchè sarà anche vero che chi va piano va sano e va lontano, ma se qualcuno mi offre il doppio dei soldi per fare il mio lavoro, io saluto e me ne vado. Lo fareste voi, lo farei io, lo farebbe qualsiasi persona ragionevole. Lo hanno fatto Lavezzi e Gargano. E da più parti si paventa la possibilità che possa farlo anche la nostra punta di diamante, il Matador Cavani.

E così, stamattina leggo su uno dei duemila blog mal scritti e mal informati dedicati al Napoli, che ci sarebbe malcontento fra i tifosi. E vivaddio! Finalmente l'avete capito che questo è un imbonitore che vuole solo fare soldi con il Napoli! Bene, meglio tardi che mai. Mi stupisce, se devo essere sincero, che la goccia che ha fatto traboccare il vaso sia stata la cessione di Walter Gargano. Non di Andrea Pirlo, ma di Walter Gargano. Certo, quando per anni la stampa ha martellato dicendoci che era un grande giocatore...
Quante fesserie dicono i giornalisti. Non se ne ha idea. Gargano corre come un dannato, recuperando un numero di palloni più o meno equivalente a quelli che perde con passaggi fuori misura. Lo ritengo equivalente a un giocatore che recupera meno palloni, ne perde di meno, e corre il giusto. Gargano è un buon giocatore di seconda fascia, punto. Esserci privati di Lavezzi a 30 milioni è un affare per noi. Di un attaccante che corre a perdifiato e alla velocità di un Eurostar, ma che ha una tecnica di tiro decisamente imperfetta, ed è carente in termini di freddezza sotto porta. Perchè ve la prendete per queste cessioni? Ve lo dico io perchè. Perchè, a fronte di queste due partenze, sono arrivati Gamberini e Behrami, ovvero i soliti discreti giocatori di seconda fascia. Il passo in avanti, per quanto piccolo, non c'è stato. E, visto che la società si ostina a non acquistare un altro terzino, la prima di campionato la dobbiamo giocare con Aronica sulla fascia. In caso di squalifiche o infortuni per Cavani, a meno di colpi di mercato in questi ultimi giorni, ci toccherà sorbirci ancora una volta Vargas. Uno che quando vede Ghostbusters non ride, ma ha paura: paura di finire nel flusso incrociato dei tre simpatici acchiappafantasmi.

Questi non sono piccoli passi, questa è la corsa del mimo, che simula il movimento senza andare da nessuna parte. Quando leggete le solite cappellate dei soliti giornalai sul libro paga di De Laurentiis (pagare i giornalisti conviene rispetto a pagare i campioni) sul Napoli che lotterà per lo scudetto, abbiate il buonsenso di non prenderle sul serio. Lo scudetto è un traguardo ancora arduo, nonostante tutto, e l'anno prossimo andrà con tutta probabilità alla Juventus, l'unica squadra che non stia vendendo fra quelle che giocano per vincere. Noi? Noi esistiamo per arricchire Babbo Aurelio, vi è chiaro adesso? Con i soldi della cessione di Lavezzi lui ci fa il remake di Ben Hur, e mette Boldi e De Sica a guidare le bighe. E i tifosi del Napoli, quelli più ignoranti e abbrutiti, provenienti da quel sottoproletariato il cui livello intellettivo non va oltre "o frà, e caì", se lo vanno pure a vedere, fra l'incendio di un cassonetto e un cavallo a 150 all'ora sulla curva della morte di Via Petrarca. E continuano a riempire le tasche di questo straordinario mimo, illusionista e imprenditore dell'occulto.

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