lunedì 9 agosto 2010

Il sogno del bradipo

Salve a tutti. Oggi vorrei scrivere di qualcosa di diverso: vorrei parlarvi di un sogno fatto poche ore fa. Premetto che ieri sera ho bevuto un po', e ho mangiato un panino che conteneva, fra le altre cose, peperoni. Un po' me la sono cercata...
Gioisco perchè per un lungo periodo della mia vita non sono riuscito mai a ricordare quello che sognav0, e questo mi disturbava alquanto: la parte onirica della via vita è, non sorprendentemente, la migliore. Ma passiamo a cercare di esporvi questo frammentario delirio.

Ricordo che all'inizio mi trovavo con degli estranei in una palazzina di proprietà di una signora della società bene, che doveva avermela prestata (cosa che sapevo nel sogno, anche se non l'avevo vissuta). A un certo punto la polizia faceva il suo ingresso, un po' spavaldamente, e ci avvisava che al piano terra c'erano dei gangster (noi eravamo al primo piano), per cui ci consigliava di salire al secondo ed ultimo piano. Io obbedivo, notando però con grande meraviglia che la scala che conduceva al piano superiore era una scaletta a pioli di legno fradicio, e mi chiedevo come facesse l'anziana signora a utilizzarla. Evidentemente ci si era abituata. Giunto al secondo piano da solo, visto che gli altri dovevano aver considerato il pericolo trascurabile, passeggiavo nervosamente in uno studio ben arredato, su un bel tappeto persiano, temendo che da un momento all'altro una pallottola vagante attraversasse ben due soffitti per trafiggermi. Mi chiedevo se fossi davvero al sicuro lì, e intanto continuavo ad andare su e giù per il nervosismo.

Taglio. Ora siamo al mare, ma su una spiaggia tipo Bagnoli subito dopo la dismissione. Siamo tutti nudi, compreso me. C'è una ragazza, anche carina, se non fosse per il fatto che è dotata di un pene. Questo è da attribuire a una discussione fatta ieri sera a un tavolo da Malone, riguardante nudità adulte e confusioni infantili. Comunque non restiamo a lungo sulla spiaggia, perchè mi viene detto che devo recarmi al matrimonio di un mio caro amico, del quale sono peraltro il testimone. Nella realtà quest'amico si è già sposato, e il suo matrimonio fortunatamente è riuscito decisamente meglio di quello che sto per narrarvi...
La moglie dell'amico, che è una fashion designer, ovvero sarta, mi mette addosso un vestito confezionato da lei. Bello, ma perchè devo portare una parrucca? Fra l'altro, dalla giacca pende un grappolo di banconote e immaginette sante, come se io fossi la madonnna di qualche processione. Evidentemente dovevo aver ricordato la scena del matrimonio ne La sposa turca, nella quale lo sposo balla con delle banconote attaccate alla giacca. Ma io ero solo il testimone. Anzi, dovevo trovare il mio amico, perchè sapevo di aver fatto tardi, e che aspettavano me per cominciare. La cerimonia si celebra sull'uscio di un balcone, con me che resto all'interno e guardo fuori affacciato a una finestra posta a fianco della porta del balcone stesso. A quel punto mi rendo conto di non aver comprato un regalo. Cerco i vecchi amici comuni a me e allo sposo (ci conosciamo dai tempi delle superiori) per organizzare una colletta e comprare qualcosa, anche se mi sembra davvero inappropriato essermi presentato a mani vuote, e che ormai è tardi. Mentre parlo con uno di loro, si trasforma in un pargoletto e comincia a rotolarsi per terra, e mi rendo conto di essere in una cameretta per bambini...

Taglio. Ora sono alla fermata della corriera, perchè devo tornare nel paesino del basso Salento dove svolsi il servizio civile, evidentemente spinto dalla disperazione e dalla mancanza di lavoro. Lì mi compiaccio nel constatare che è cambiato tutto: non più una struttura così e così, ma un appartamento di 5 o 6 stanze. Anche la gestione è cambiata. Tutto è diventato, come dire, più urbano. Comincio subito a lavorare, ed entro in un bagno, dove una bella ragazza bruna con un top rosso sta facendo la doccia a un disabile. Mi avvicino per aiutarla, e mi rendo conto di essere nudo. Senza scompormi più di tanto, le sorrido e verbalizzo l'ovvio; anche perchè incredibilmente lei non se n'è accorta, tanto è concentrata sulla mansione che sta svolgendo. Devo mettere qualcosa addosso, e non ricordo dove ho lasciato la mia roba. Coprendomi le nudità con le mani, passo davanti a diverse stanze, tutte occupate. C'è addirittura una sala conferenze, con relativa riunione in corso. Improvvisamente, appena arrivato sull'uscio di una stanza vuota, mi ritrovo addosso una specie di pigiamone. Torno in bagno per rimettermi a lavorare, e solo adesso la ragazza si volta a guardarmi. Non ha da ridire sulla mia tenuta, che è davvero bislacca. Ma qualcuno mi chiama, dicendomi che sono necessario altrove, e...

Mi ritrovo sul ponte di una nave in compagnia di un personaggio ben noto a voi che leggete. Anche lui fa l'obiettore di coscienza lì, e mi informa che ce ne sono anche altri. La nave pullula di narcotrafficanti, che usano la cooperativa sociale come copertura. Ed ecco infatti l'esercito (forse israeliano) all'arrembaggio, in tenuta da combattimento. Cominciano a piazzare cazzotti terrificanti sui brutti ceffi dei narcos, e qualcuno arriva anche ad aprire il fuoco. Un obiettore, per ragioni a me incomprensibili, si schiera dalla parte dei contrabbandieri, e viene mazzolato a dovere. A un soldato che mi si avvicina minaccioso spiego di essere solo un obiettore di coscienza, che non sapevo niente della droga nella stiva. Quello si mostra comprensivo, e addirittura si trasforma in una donna, una energumena di colore tipo Condoleeza Rice, e mi bolla come bravo ragazzo, arrivando a darmi un pizzicotto sulla guancia.


Ma i militi hanno perso la calma, e cominciano a lanciare granate fra i narcos, determinati a resistere. Un altro personaggio ben noto a voi che leggete salta in aria, e finisce a terra esanime in una pozza di sangue. Io sto già piangendo la sua morte, quando lo vedo in una bara, messa in posizione verticale, tramortito ma vivo. Delle piccole tracce di sangue hanno preso la forma di un trucco da clown sul suo volto, e quindi ora ridiamo tutti del nostro amico, appena investito da un'esplosione e in piedi dentro una bara.

A questo punto il mio inconscio avrà capito che quando è troppo è troppo, e mi sono risvegliato. La domanda sorge ora spontanea: qualcuno di voi conosce un analista economico?


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