giovedì 2 dicembre 2010

Cribari, ovvero: la fuga dei cervelli...dai loro proprietari.


Ieri sera, ad Annozero, si parlava della riforma Gelmini e delle sue conseguenze sul già disastrato mondo accademico italiano. Non sono solo gli studenti ad essere colpiti, con l'aumento delle rette e la mancata erogazione di servizi come mense e studentati, ma anche i ricercatori, che vengono precarizzati come se fossero operatori di call center (senza voler minimamente offendere tutti coloro che lavorano nei call center). Cosa resta dunque ai nostri ricercatori? Emigrare. La fuga dei cervelli.
Guardando il programma, non ho potuto fare a meno di pensare che quei ricercatori, se non altro, portano il cervello con sè. Quello che è toccato a Emilson Sànchez Cribari, invece, è un fato molto più crudele e beffardo. Il merito di questa scoperta va alla signora Valentina Calvanese in Cuomo, peraltro non pagata da alcun istituto universitario. Tanto è l'ingegno dell'italica stirpe, che facciamo fare passi avanti alle scienze perfino senza volere, en passant, fra una risata e l'altra. Questa clamorosa scoperta, come avrete capito dal titolo, conferisce un nuovo significato all'espressione "fuga dei cervelli". Del resto, la staticità e mancanza di reattività del difensore brasiliano (sulla quale commentavo nel post precedente) è tale da rendere assolutamente plausibile un allontanamento di qualunque dei suoi organi dal resto del corpo. Quando questo accade con il cervello, come capirete bene, il processo è irreversibile. Come posso correre dietro il mio cervello, se la mia motilità è stata compromessa dall'assenza dello stesso? E vi basti questa spiegazione, in attesa della pubblicazione dei findings sulla prestigiosa Lancet.
E ora, andiamo a esaminare l'eziologia di questo singolare disturbo, altresì designabile dalla dicitura "le immani cazzate difensive di quello scellone rincoglionito di Cribari".
Cominciamo dal primo gol, in occasione del quale fa filtrare un cross dalla sinistra di Mertens, mi pare, che avrebbe controllato anche Ironside. Va detto che anche De Sanctis, in questo caso, ci mette del suo, restando ad aspettare un pallone che tagliava tutta l'area di rigore, anzichè andarci incontro. Il secondo gol, invece, è colpa di an'altra discreta capa di chiodo, ovvero il men che mediocre Vitale. Sul terzo gol, scaturito da un calcio d'angolo, Cribari riesce a dimenticarsi di marcare il centravanti avversario. Cioè, spieghiamolo bene questo concetto: quello è il centravanti, è alto un paio di metri, se arriva un cross alto in area chi devi marcare tu? Ovviamente noi non ci scandalizziamo, perchè sappiamo che Cribari non era in possesso del suo cervello. Era già un miracolo che stesse in piedi, ma del resto le galline non continuano a correre per l'aia dopo essere state decapitate? E non finiscono qui le prodezze del nostro centrale di difesa. Durante i minuti di recupero, su un cross di Vitale (che forse se giocasse come esterno di centrocampo in un 4-4-2 sarebbe anche decente) riesce a stampare il pallone sul palo da circa 40-50 centimetri di distanza. In quell'occasione mi ha fatto tanta tenerezza che avrei voluto porgergli un orsacchiotto, di quelli che si regalano ai tirassegni quando centri tutti i palloncini. Guardate che non è facile colpire il palo quando hai di fronte una porta di 7 metri e 32 centimetri. Lui ci è riuscito, e mi sembra giusto riconoscere la sua bravura.
Per finire, vorrei documentare fotograficamente un'altra importante scoperta della signora Calvanese in Cuomo, ovvero la inquietante somiglianza fra Cribari e Mariangela Fantozzi. Goffo, rimbambito e brutto come la morte: e osate credere che esista un dio?


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