mercoledì 21 dicembre 2011

La rivoluzione non è un pranzo di gala


Ebbene, caro Bradipo, che cosa ti ha spinto a scegliere come titolo di questo tuo breve scritto la famosa citazione del noto leader comunista di cui sopra? Il quale, fra l'altro, stando all'autorevole Baggi Sisini e alla sua Settimana Enigmistica, aveva anche un'igiene personale assai carente... Sicuramente starai per rifilarci una delle tue saporite similitudini, metafore o allegorie? Dischiudici, orsù, il mistero delle tue sinapsi! Rivolgi a noi la tua benevolenza e accarezza i nostri padiglioni auricolari con la tua sapiente e sapida favella! Cantaci, o divo, del Pelide Achille...

Miei cari lettori, l'inverno mi vede sprofondare in un lungo letargo, un sonno senza sogni, una moratoria esistenziale; ma quando mi si tocca Giggino, ovvero l'unica cosa bella che sia capitata a questa città dopo Diego Armando Maradona, io tosto mi ridesto e mi appresto alla pugna con fiero cipiglio. L'oggetto del contendere, alcuni di voi lo avranno già capito, è la famigerata ZTL, che infiniti lutti addusse agli Achei... pardon, agli abitanti di questa città dolente, popolata da perduta gente e ricolma di eterno dolore.
Da quando è stata istituita, a Napoli non si contano le lamentele e le critiche; perfettamente legittime, per carità; ma stiamo attenti a non cadere nelle trappole tese dal nostro retaggio.

Una delle caratteristiche più comunemente associate alla "città nuova" è l'arte di arrangiarsi; sicuramente è nella top ten, insieme al sole, alla pizza, al mandolino, alla sfogliatella e alla monnezza. Ed è vero: qui, come un po' in tutto il Meridione d'Italia, spesso dobbiamo sbrigarcela da soli, perchè ciò che ci offrono lo Stato e la parte "pulita" dell'economia è carente e scadente. Lo facciamo da sempre, ormai è un automatismo. Le mafie non sono altro che una risposta come un'altra a un clamoroso vuoto di potere e di governance, se mi passate un termine anglosassone. Non per niente la più (tristemente) nota organizzazione criminale del Sud Italia si chiama Cosa Nostra: in assenza della res publica, ci appropriamo con il diritto del più forte del ruolo di guida politica, economica, sociale rimasto vacante e ce la vediamo noi. Casca a fagiuolo, in questro discorso, il faceto racconto sull'esame teorico per il conseguimento della patente di guida da parte di un tale camorrista. Costui, messo di fronte alla rappresentazione grafica di un incrocio, e alla domanda su quale veicolo avesse la precedenza, rispose rapido e deciso: "Qual è 'a machina mia?"

Questa è esattamente la cultura che ha espresso il rivale di Luigi De Magistris al ballottaggio per l'elezione a sindaco: Gianni Lettieri. Se avesse vinto lui, oggi non avremmo una Zona a Traffico Limitato. A uno come Lettieri non sarebbe passato neanche per la testa di fare una cosa del genere. Perchè l'ha fatta De Magistris? Perchè andava fatta. Perchè Napoli ha un centro storico straordinario, che va valorizzato; perchè i livelli di inquinamento atmosferico erano improponibili, e il monossido di carbonio si stava mangiando il nostro patrimonio storico e artistico; perchè in tutta Europa si sta ripensando, ormai da diversi anni, la mobilità, cercando alternative a un modello ritenuto non più adeguato. In breve, c'era bisogno di cambiare le nostre abitudini relativamente agli spostamenti e ai trasporti. 

Ora, siamo ragionevoli, era possibile aspettarsi una transizione fluida e indolore in una città dove da secoli non funziona una beata funcia di minchia? In una città dove tutti parlano continuamente di quello che non va, ma pochi sono disposti a fare sacrifici per cambiarlo. Con un comune in dissesto finanziario, non è realistico pretendere più corse degli autobus, o che circolino anche la notte (sebbene sia doveroso aspettarsi un'opera di risanamento e riorganizzazione). Quando poi si parla di Cumana o metropolitana si dimentica che dipendono da aziende di trasporto sulle quali il Comune non ha alcun controllo. Discutiamo quanto vogliamo dei difetti della ZTL, dei modi per migliorarla, ma non diamo la colpa dei disagi che stiamo subendo a De Magistris. E, per carità di buddha, smettiamo di insinuare che è interista! Sono colpi bassi, veramente meschini... Giggino è l'unica speranza di questa città, ma bisogna avere fede in lui, come ne abbiamo avuta in Maradona. Insieme, caricandoci sulle spalle ognuno la sua piccola, personale croce, possiamo provare a cambiare questa palude di corruzione, indifferenza e abbandono, e traformarla in una città di cui andare veramente fieri. Ma se pensiamo di farlo comodamente a casa nostra ci illudiamo. Per aspera ad astra. No pain, no gain. La rivoluzione non è un pranzo di gala.

2 commenti:

  1. Non sono d'accordo! anche se fosse vero che i trasporti pubblici non dipendano dal sindaco e dalla giunta (falso!) io non chiuderei mai fuori casa me e la mia famiglia senza prima aver fatto le chiavi per aprire la porta e rientrarci! :)

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  2. però non ho capito la metafora di chiudersi fuori casa...

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