mercoledì 28 dicembre 2011

Terroni si nasce?

Perchè il post si apre con una foto di Vittorio Emanuele II? Lo scoprirete solo leggendo...

Cari amici del Bradipo, come è andato il Natale? Avete fatto schifo all'Umanità? Avete rantolato sul freddo pavimento in preda a uno stato di totale abiezione, in seguito a pasti sufficienti a sfamare un bove nell'età dello sviluppo? Bene.
Come sapete, qualche giorno fa è morto Giorgio Bocca. Mi sento dire da più parti che dovrei dolermene. Il fatto che non me ne freghi niente è l'ennesima dimostrazione della mia natura riottosa ed eterodossa. 
E qui alcuni di voi probabilmente si staranno irrigidendo sulla sedia, cercando di capire per quale motivo io non avessi simpatia per il giornalista piemontese. Questo video l'avrete già visto nei giorni scorsi, se siete frequentatori dei social network. Sono costretto a riproporlo, per spiegare la mia indifferenza alla morte di questa figura così stimata nel nostro paese.

Chi mi conosce sa che non sono uno di quei napoletani che difendono a spada tratta la propria città; la critico, spesso e volentieri. Ne evidenzio limiti e pecche, ma con la consapevolezza che non sono poi così diversi da quelli del resto d'Italia. O, per meglio dire, e volendo appropriarsi indebitamente del gergo del filosofo, la differenza è fenomenologica, più che ontologica. Lo stesso marciume si manifesta in modi diversi a Napoli e Milano, ma in fondo il volksgeist degli italiani è uno solo: siamo un popolo mafioso. Vi è poi chi, al di là della latitudine che gli è toccata in sorte, accetta questa condizione, e chi la combatte; ma l'italiano si può definire esclusivamente in base al suo atteggiamento di fronte alla cultura mafiosa. Sono mafiosi i casalesi che tengono in scacco un territorio, impedendone lo sviluppo e depredandolo, come sono mafiosi gli imprenditori settentrionali che fanno smaltire i loro rifiuti industriali alle aziende della camorra. E' mafioso il sistema dei partiti che, nella Prima come nella Seconda Repubblica, ha fatto e fa una lotta di facciata alla criminalità organizzata, senza minimamente sognarsi di affrontare le cause del suo perdurare. Mafia è il napoletano m'o vvec je così come il padano ghe pensi mi. Nel consorzio civile i problemi si affrontano insieme, tenendo conto degli interessi e delle esigenze di tutti. E rispettando le fottutissime regole di quelle voraci ittiofaghe delle vostre madri, che interminati spazi e sovrumani silenzi racchiudono nelle loro brutalmente devastate vulve.

Oggi, alle soglie del 2012, nessun intellettuale (per la verità, nessuna persona di buon senso e dotata di istruzione superiore) si sognerebbe di affermare che il Sud è una terra popolata da gente pigra, disonesta e ladra. Un merito va riconosciuto a Giorgio Bocca, e per sfregio lo voglio dire in napoletano: nun teneva niente 'a verè. Non aveva peli sulla lingua, diceva e scriveva tutto quello che pensava. Questo atteggiamento gli ha permesso di dare voce a un razzismo mille volte peggiore di quello della Lega Nord, in fondo risibile e folkloristico. Quel razzismo strisciante, sottile, fondato non già sull'aperta avversione e sul campanilismo, ma su un'osservazione che si ritiene scevra da pregiudizi; e per questo infinitamente più dannoso e pericoloso. Napoli è un "cimiciaio", una città "putrefatta da migliaia di anni". A Palermo orribili figure di umanità degradata escono dalle catapecchie. Questo era il Sud di Giorgio Bocca.

Fermiamoci un attimo a riflettere. Perchè una persona indubbiamente intelligente e in gamba si è fatta questa idea di metà del suo paese? Perchè da un viaggio a Napoli, una città che a livello paesaggistico è oggettivamente meravigliosa, che ospita un patrimonio storico e artistico notevole, e che è in genere accogliente con il visitatore, Bocca si porta via l'impressione del cimiciaio? Del mio breve soggiorno romano io non ricordo solo lo squallore della Prenestina, o la orrenda e straripante lazialità delle infauste lande a nord dell'Aniene: conservo anche e soprattutto l'impressione di un vero e proprio museo a cielo aperto, di una città ariosa, vivace. Ricordo l'atmosfera da altri tempi di San Lorenzo, un quartiere che ti dà l'impressione di essere veramente a misura d'uomo. Ci deve essere un motivo per cui Bocca ricordava di Napoli soprattutto la sporcizia.

Si parlava proprio di questo, qualche giorno fa, su Facebook. Io vado compatito, perchè ho passato così tanto tempo a studiare gli altri e cercare di impararne le lingue, che mi sono forse dimenticato di come è fatta la maggior parte degli italiani: chiusi nel loro guscio, refrattari al nuovo, esterofili ma solo superficialmente. L'italiano, due volte su tre, si fa un'idea del mondo da ragazzo e non la cambia più. Quanto beneficio si potrebbe trarre da un dialogo veramente aperto, in cui cambiare idea non venisse vissuta come una sconfitta personale! Ma la mente del fanciullo, si sa, è una spugna. Ciò che vi si inculca tende a restare. Il Cattolicesimo. L'attaccamento morboso alla famiglia. Il Risorgimento.

                  Il brigante Carmine Crocco, evidente esempio del fatto che i terroni sono brutti, sporchi e cattivi.

E veniamo finalmente al punto. Se non si ammette che l'Italia unita è stata fatta in modo violento, a spese di quello che prima della conquista era il principale stato italiano, e che le politiche successive sono state tutte tese a promuovere lo sviluppo del Nord a scapito del Sud, si deve necessariamente arrivare alla conclusione che i meridionali sono per loro natura pigri, imboglioni e quant'altro. Perchè mai, se no, il Mezzogiorno non avrebbe ancora colmato un divario che si ritiene pre-esistente? La colpa è degli atteggiamenti dei meridionali, del loro modo di affrontare le cose. Non sappiamo o non vogliamo darci da fare. Quando poi lo facciamo, nell'unico modo possibile in questo contesto, e cioè imbrogliando e brigando un po', ci si critica per la nostra mancanza di onestà. Quaggiù il Nord non  sversa solo i propri rifiuti, ma anche e soprattutto la propria cattiva coscienza. Ricordiamoci che lo scandalo di Tangentopoli scoppia a Milano, mica a Reggio Calabria. Si torna a quanto dicevo prima: un male, tante diverse manifestazioni: qui il cimiciaio e la violenza a mano armata, lì le tangenti e gli appalti truccati alla 'ndrangheta. Accettiamola come parte della ricchezza di questo paese, fatto di tante realtà locali diverse. Bagna cauda al peculato, pizza con le cimici, e cannoli in catapecchia. Signori, l'Italia è servita.

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