sabato 2 maggio 2015

31 aprile



Cari amici del Bradipo, ieri non era 1 maggio. No, qualsiasi cosa stiate pensando, fidatevi: non era 1 maggio. Il 1 maggio è primavera e c'è il sole, ieri qui a Genova pioveva e faceva quasi freddo. Il 1 maggio è giorno di riposo per i lavoratori, e io ho passato il pomeriggio a correggere le verifiche dei miei alunni. Pile di verifiche da correggere, fanciulli a blocchi da educare. "Fanciulli a blocchi" è una locuzione usata non ricordo più da quale compagno/a di classe in una versione di greco. La causa di una scelta lessicale tanto infausta fu evidentemente l'incapacità di decostruire il significato per poi ricostruirlo nella propria lingua. Per farlo, è necessario un ordine mentale. Il lavoro, di qualsiasi tipo sia, consiste appunto in questo: mettere ordine, trasformare secondo precisi criteri generati dalla nostra mente al fine di ottenerne un vantaggio. E dunque io non potevo riposare, ieri 31 aprile, perché c'era tanto ordine da mettere negli elaborati e nelle menti dei miei discepoli.

Ancora in serata, mentre ammiravo le avvenenti cameriere della pizzeria Totò e Peppino di Brignole, un intrigante scorcio di hinterland napoletano nel cuore di Genova, pensavo a quelle verifiche. Hanno ragione i miei amici e lettori di questo umile blog a dire che sono diventato monotematico, che nella vita c'è altro dalla scuola. Sì, lo ammetto, ho un problema: ho la sindrome di Socrate. Ma prima che a qualcuno venga in mente di obbligarmi a bere cicuta (come se non bastasse l'inferiore qualità del caffè genovese) ci tengo a precisare che il mio amore per i fanciulli è di tipo rigorosamente platonico. Si tratta non già di disperdere il seme, offizio che ossessiona questa nostra epoca tristemente e aridamente votata al consumare, che senza la capacità di rigenerare equivale al distruggere; ma invece di piantare il seme del buon ordine.

Da quando sono all'IPSSA Bergese ho ripensato spesso a un concetto espresso da Thomas Paine in Common Sense e ripreso da William Godwin nella Political Justice, quello del governo come "male necessario". Un male che, secondo il buon William, può essere contrastato e debellato grazie a una "gradual illumination of the human mind". Ed è questo il punto, di questo post come ormai probabilmente di tutta la mia vita: contribuire, per quel poco che mi è possibile, a illuminare.

E continuiamo a saltare di palo in frasca, perchè dove sta scritto che l'ordine debba essere prevedibile e noioso? Peppino De Filippo, la cui immagine ieri campeggiava imponente su un muro del locale di ristoro già menzionato, era un uomo di destra. Era, diciamola tutta, fascista, cosa che diede luogo a proverbiali litigi con il fratello Eduardo. Ma ascoltate qualche intervista di Peppino, e capirete che era un uomo molto serio. Ho l'impressione che Peppino fosse una di quelle persone che si innamorano dell'idea di un ordine imposto dall'esterno perchè non credono, magari non immaginano neanche che sia possibile un ordine generato dall'interno. Del resto, l'argomentazione dei "treni che arrivavano in orario" in funzione di apologia del fascismo è ben più proverbiale dei litigi fra i due fratelli De Filippo.

E veniamo finalmente alla conclusione. Viviamo in un'epoca rivoltante nella sua violenza e nel suo fanatismo. Un'epoca fan accanita dell'ordine imposto. Il vostro amico Bradipo crede, forse ingenuamente, che sia assolutamente necessario e soprattutto possibile mettere ordine innanzitutto nelle nostre testoline. Per questo si ostina a zappare, svangare, arare l'ingrato campicello simbolico che gli è toccato in sorte. Nella speranza che un giorno riusciremo a liberarci del 31 aprile, e potremo goderci il sole e l'ozio di un 1 maggio conquistato insieme a una umanità più degna, più evoluta, più saggia.

Nessun commento:

Posta un commento