giovedì 7 luglio 2016

Siamo del commando ultrà

Voi mi dovete schifare! Lo avete capito o no? C'è ancora gente che mi saluta per strada, mi contatta su whatsapp...evidentemente devo fare meglio. Proviamoci, orsù!
 
A Fermo, che mi pare si trovi nelle Marche (una regione la cui esistenza, come quella del Molise, è ancora oggetto di dibattito), un nigeriano di 36 anni è stato picchiato a morte da un individuo di nazionalità italiana. I giornali, secondo me a ragione, una volta tanto, lo hanno definito come ultrà di una squadra locale. Su Facebook, meraviglioso barometro degli umori del paese (o perlomeno di quelle fasce sociali che compongono la maggior parte dei tuoi amici sul social network in questione), leggo un parere discordante: non va definito ultrà l'assassino di Emmanuel Chidi Namdi, ma fascista. In effetti, pare che l'omicida (in questo caso non ci sono dubbi in merito alla colpevolezza dell'arrestato) appartenesse a un gruppo di estrema destra. Dunque, si tratterebbe di un atto motivato politicamente.
 
Una volta al San Paolo si cantava "siamo tifosi degli azzurri, siamo del commando ultrà, foza azzurri alè alè" ecc. Essere del commando ultrà era un motivo d'orgoglio, significava essere entrati in una sorta di inner circle, come dicono a Pignataro Maggiore; chi faceva parte di questa concione di optimi se ne vantava. Probabilmente perchè, eccetto l'appartenenza al commando l'ultrà in questione, costui era nella quasi totalità dei casi un marginale, un numero zero, una assoluta nullità sistematicamente calpestata da tutti e da tutto. Esiste all'interno dei gruppi ultrà una componente borghese fatta di ragazzi annoiati e vuoti dentro, ma credo si possa dire senza tema di smentita che la maggioranza di questi sono poveri cristi provenienti dalle periferie o comunque dalle fasce più vulnerabili della popolazione; in una parola, sottoproletari.
 
Per queste persone la violenza non è devianza, ma l'unica possibilità di reagire: sono ignoranti, incapaci di capire quali forze muovono e decidono, consentono o proibiscono, in breve dispongono delle loro vite più o meno a piacimento. Se voi viveste in queste condizioni, non avreste una riserva di rabbia e rancore a cui trovare uno sfogo, pena la perdita della vostra salute mentale? Di qui la necessità di fare gruppo, e di affermarsi. Di qui il commando ultrà, di qui il saluto romano e la frequentazione di gruppuscoli neofascisti. Del fascismo come ideologia e come fenomeno storico questi poveracci hanno una comprensione estremamente limitata, da ignoranti quali sono. Non aderiscono a una visione del mondo, ma a uno stile di vita. Si aggrappano a un salvagente.
 
Noi che abbiamo studiato e ci consentiamo il lusso di perdere tempo a leggere il blog di un deficiente dovremmo fare di meglio. Perchè, vedete, se noi affermiamo che Emmanuel è stato ucciso da un fascista, noi stiamo riproducendo esattamente la stessa mentalità pecorescamente identitaria, liquidando un fenomeno serio e preoccupante soprattutto perchè complesso come l'ostilità all'immigrazione con una parolina magica fatta apposta per spiegare - ed esorcizzare - ogni male. Affinchè non ci siano altri Emmanuel non è necessario combattere il fascismo (sarebbe facile se fosse così) ma qualcosa di profondamente radicato nel carattere italiano, trasversalmente alle classi sociali; è necessario superare quella essenziale amoralità che porta ogni commando ultrà a farsi la propria legge e la propria giustizia, senza capire che solo l'aderenza a una legge e una giustizia possono garantire una convivenza civile e degna di esseri umani. Perchè il commando ultrà, qualunque sia la sua squadra del cuore, tira pugni e basta.

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