sabato 15 ottobre 2011

La sorella di Shakespeare e il fratello di Parascandolo


Cari adepti, non ricordo se vi ho già parlato della sorella di Shakespeare, questo personaggio di fantasia frutto del genio di Virginia Woolf. Calmi, perchè scappate in ogni direzione? Chi ha paura di Virginia Woolf? Insomma, ricomponetevi e prestatemi le vostre retine. La sorella di Shakespeare è, secondo la Woolf, una donna dotata delle stesse abilità e delle stesse ambizioni del fratello William. Lei, però, vive in una società che non concede spazio alle donne, se non all'interno di rigidi schemi e ruoli prestabiliti. Pertanto, lasciando Stratford-upon-Avon per Londra, la poverina si condannerebbe non solo al fallimento artistico, ma addirittura alla prostituzione o alla follia.  Che altro potrebbe fare una donna sola a Londra, alla fine del Cinquecento? C'è anche una bella canzone degli Smiths ispirata a questa figura.

Facendo un piccolo salto culturale e concettuale, passiamo da Virginia Woolf a Così parlò Bellavista, per incontrare il fratello di Parascandolo. Vi ricordate Parascandolo, il batterista che accompagnò il famoso cantante Gennarino Savastano nel suo tour di Campania, Basilicata e Puglia? Bene, suo fratello è un fruttivendolo dall'aria non troppo sveglia. Però è il fratello di Parascandolo, e questo basta per essere ospite in una trasmissione di una piccola emittente locale. 

Secondo me questi due personaggi possono essere la chiave per capire l'Italia di oggi. Noi viviamo in un paese pieno di fratelli di Parascandolo, molti dei quali sistemati in posizioni di potere e responsabilità; le sorelle di Shakespeare, d'altro canto, non scarseggiano, ma essendo tali sono condannate alla prostituzione o alla follia. 
 
Io, per esempio, sono una sorella di Shakespeare. Per la mia creatività e la mia vulcanica simpatia meriterei ben altro che una stanza tutta per me; meriterei un fottutissimo vitalizio, e lo ius primae noctis su tutte le fanciulle del regno. Ma voi che rendete omaggio in modo anche un po' eccessivo e stucchevole al papà dell'iPod e dimenticate l'inventore del cavatappi non meritate altro che il fratello di Parascandolo. Per quanto mi riguarda, prenderò alloggio al Bethlem Royal Hospital, volgarmente detto Bedlam, e mi dedicherò a questo blog ed altre amene iniziative volte ad affermare il mio genio di fronte a una totale assenza di interlocutori. Nelle pause ricreative scaglierò le mie feci contro muri di gomma o, qualora ne abbia a portata di tiro, contro i secondini. Quando ne avrete avuto abbastanza dei fratelli di Parascandolo, venitemi a prendere. Ma badate bene: non mi muovo se non mi date il vitalizio. E non dimenticate lo ius primae noctis.


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