domenica 2 ottobre 2011

L'assessore ai sentimenti

 "È proprio vero che la libertà è preziosa; così preziosa che dovrebbe essere razionata."
                          (Vladimir Il'ič Ul'janov detto Lenin)

Cari lettori, nutrite forse dei dubbi sul fatto che qualsiasi idea bislacca mi passi per la testa finisca su queste pagine? Se sì, mi preme dissiparli immediatamente. E voi che ve la prendete con Facebook, che ne parlate come di un futile perditempo, magari solo perchè siete al lavoro e invidiate gli allegri perdigiorno come me, fermatevi a ragionare e capirete che un contenitore va giudicato per quello che c'è dentro. Uno strumento che mi offre la possibilità di interagire con persone di qualità, intelligenti, sensibili, creative, è uno strumento utile. E quindi grazie Facebook, e perdona i tuoi critici, perchè non sanno quello che dicono.

Ora vi pongo una domanda, ma una domanda semplice semplice, di quelle che si fanno all'inizio dei quiz a premi. Qual è il problema più annoso del giovane (maturo) di estrazione e istruzione media nella nostra epoca? Potreste rispondermi: il lavoro. Certo, sarebbe una risposta valida. Ma il lavoro costituisce un problema solo per via della sua scarsità. Una volta ottenuto il "posto", è relativamente facile conservarlo, perchè ognuno di noi, al di là delle differenze caratteriali, ha ben chiare le regole che governano qualsiasi contesto professionale. E in genere tutti noi tendiamo a rispettarle, quelle regole. Il vero problema, cari lettori, è la vita sentimentale. E questo perchè in quel caso non abbiamo chiare regole di riferimento, condivise e rispettate da tutti, e anche perchè non esistono sanzioni predeterminate per chi viola quelle regole. Aggiungete che il rispetto reciproco è pratica di gran lunga minoritaria nella nostra epoca, e il risultato è che la conflittualità, la violenza psicologica sistematica, finanche la distruzione reciproca, sono sempre dietro l'angolo, e minacciano di trasformare la nostra potenziale e tanto agognata felicità in 150/200 grammi di macinato.

E allora io, da genio incompreso quale sono, propongo una soluzione: l'assessore ai sentimenti. Ogni cittadino sopra i 18 anni dovrebbe averne uno; ciascun assessore dovrebbe seguire una platea di non più di 10 persone, vista l'estrema difficoltà nelle relazioni romantiche oggigiorgio. Costui avrebbe funzioni consultive, ma anche decisionali: ad esempio, avrebbe il diritto di veto ogniqualvolta un cittadino/a sotto la sua giurisdizione si dovesse invaghire di una persona che non lo/la ricambia, e dovesse manifestare l'intenzione di agire al riguardo. Ai primi nitriti l'assessore interverrebbe e vieterebbe con ordinanza scritta qualsiasi tipo di contatto. Naturalmente, potrebbero verificarsi situazioni in cui si rendesse necessario l'uso della forza pubblica: per questo sarebbe opportuno istituire un corpo di polizia appositamente addestrato, e violentissimo, che reprimesse senza pietà tutti i centauri di questo paese e le loro controparti femminili. Andrebbero previste poi pene detentive per i trasgressori, o ammende pecuniarie per le infrazioni più lievi.

Ma che fare in caso di reiterate e sistematiche violazioni di quanto stabilito dall'assessore? Non vedo altra soluzione, in un simile frangente, che il commissariamento. Il prefetto nomina un commissario straordinario, dotato di pieni poteri; l'ufficiale giudiziario ti mette i sigilli al cuore, e se è necessario le ganasce ai genitali; a quel punto una task force di esperti si siede intorno  a un tavolo e ti organizza la vita amorosa, visto che tu hai fallito così clamorosamente. Potresti recalcitrare, all'inizio, ma alla fine li ringrazierai.

Qual è l'alternativa? Finire per inondare Facebook di frasi melense che nessuno vuole leggere, o ancora peggio: scrivere a quella vecchia baldracca di Natalia Aspesi, che a occhio e croce non deve essersela cavata benissimo neanche lei...




Non so voi, ma a questo punto io invoco l'assessore, perfino il commissariamento. Alla fine la felicità è una cosa piuttosto lineare: basta avere un po' di disciplina. Imponetecela, orsù!

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