mercoledì 1 maggio 2013

Piacere, sono il lavoro



Oggi è 1 maggio, e non si lavora. Perchè? Perchè i lavoratori, come tutte le minoranze oppresse, devono avere la loro festa. Dice, oppressi va bene, ma come "minoranza"? Scusate, ma guardatevi intorno: disoccupati, mariuoli, titolari di posto fisso. Dove sono i lavoratori? 

La solita provocazione del Bradipo. Embè, che cosa vi aspettavate? Se volete leggere qualcosa di serio, sobrio ed equilibrato, andatevi a leggere il blog di Pippo Civati. No, sul serio. Perchè poi mi fate delle obiezioni che mi portano a chiedermi se non sarebbe meglio scrivere fiabe per bambini; avrei un pubblico più fantasioso, e forse più intelligente. 

Io sto scrivendo questa scemenza digitando caratteri su una tastiera, la quale è collegata a un computer, il quale a sua volta è collegato a una rete telefonica. Proviamo a immaginare quanta gente ha lavorato, ma lavorato veramente, per dare la possibilità a me di scrivere, e a voi di leggere, queste facezie. Dietro ogni tipo di consumo (perchè sia io che voi in questo momento stiamo consumando) c'è sempre il lavoro. Senza il lavoro non c'è il PC, non c'è Internet, non c'è il Bradipo. E allora che facciamo? Andiamo tutti al bar a prendere un Campari e giocare a bigliardino. No, perchè senza il lavoro non c'è neanche il bigliardino, e tantomeno il bar. Senza il lavoro ci sono genti alquanto rustiche, coperte di grezze pelli di animali, che si aggirano per i prati e i boschi in cerca di bacche da raccogliere o selvaggina da cacciare.

Perdonatemi, adesso, se mi inerpico fra le aspre rupi della serietà. E lasciatemi dire che il fatto che il lavoro sia arrivato a essere un terribile strumento di oppressione sociale non altera di una virgola la sua essenza di principio positivo, in grado di emancipare gli individui, le nazioni, il mondo. Tè, beccatetevi un Oscar Wilde. Vi fa bene.

A noi ci ha rovinato la socialdemocrazia. Sì, va bene, le vacanze di un mese, la scala mobile, l'equo canone, tutto molto bello...ma queste cose costano. E il denaro, se la sua emissione e diffusione non è ancorata in qualche modo alla ricchezza prodotta, perde valore. E se il nostro denaro perde valore, chi importa da noi (ad esempio i Tedeschi) ci perde. E insomma, se non avete ancora capito dove voglio arrivare siete di coccio. Qui si rischia un eccesso di serietà, e che poi la gente commenti come se fosse il blog di Civati. Non sia mai.

Socialdemocrazia, si diceva. E, quindi, una prospettiva di lotta politica e sociale fondata principalmente sulla rivendicazione, anzichè sulla creazione di pratiche alternative. L'esito scontato della dialettica fra un approccio marxista-leninista e un capitalismo in espansione. Poi questa espansione si ferma, lo stato non investe più nello sviluppo (non può), e finisce la magia del benessere di carta. Eppure l'italiano "di sinistra", non avendo la più pallida idea di cosa sia il lavoro, continua a rivendicare. Un po' come se un bambino frignasse perchè vuole una fetta di torta, davanti a un vassoio ormai vuoto.

E chiudiamo, dunque, il post che mi regalerà la morte sociale. Chiudiamolo con un distico del buon Lindo Ferretti, che io preferisco sempre ricordare savio:

Onoro il braccio che muove il telaio
Onoro la forza che muove l'acciaio

Esiste, lo so.



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