martedì 1 ottobre 2013

Feudalesimo e libertà


 

Cari amici del Bradipo, voi che siete informatissimi su ogni genere di facezia e trastullaggine, sicuramente sarete al corrente dell'esistenza di un finto partito politico chiamato come questo post. Ormai sono seguitissimi su Facebook, hanno anche un bell'inno in stile epic metal che ricorda i migliori Manowar. La gente invia continuamente foto in costume medievale, spesso con spada e scudo, dichiarandosi con fiera baldanza pronta alla pugna. Come mai tanto successo? Proviamo a capirlo.

Pensate alla vostra vita. Pensate a quando avete fatto tutti i passi più importanti, nel bene e nel male, e ditemi se ce n'è stato uno solo che non sia stato segnato da dinamiche feudali. Se io ripenso alla mia, la risposta è semplice: mai. In tutte le scelte sono stato orientato dal concetto di appartenenza, come se fossi stato una specie di servo della gleba che non poteva staccarsi dalla sua zolla. Ogniqualvolta ho dovuto schierarmi, l'ho fatto per la mia contrada, come se fossi stato al Palio di Siena. E quando, per ragioni lavorative, ho dovuto sottopormi al giudizio altrui, sono sempre stato valutato non per quello che ero, ma in base a chi mi faceva da sponsor, al mio "feudatario".

La parola "libertà" ricorre continuamente nel linguaggio politico, in Italia e altrove, è una fissazione delle democrazie liberali. Naturalmente, qui da noi è intesa per lo più come la libertà di farsi i fatti propri e non darne conto a nessuno. Del resto, quale concetto di libertà può avere un popolo come il nostro, che vive in condizioni di totale asservimento a logiche così radicalmente antitetiche alla libertà stessa? E quale desiderio, quale anelito, di libertà? Quello che vuole la maggior parte degli italiani non è altro che la possibilità, il diritto riconosciuto di seguire la propria fede e/o il proprio percorso di appartenenza a dispetto di tutto.

Se "libertà" è un lessema onnipresente, forse ancora più importante per capire quello che sta succedendo in questo paese è un altro concetto: quello di identità. Conosco gente che vota PD da sempre, li ha accompagnati da quando erano il PCI, attraverso tutte le svolte e le mutazioni. Di fronte all'alleanza incestuosa (dal loro punto di vista) con il PDL sono stati capaci di dire che era "colpa di Grillo". E sostengono che continueranno a votarlo, il PD. Questa è la libertà che vogliono molti di noi: quella di restare sempre identici a se stessi, nonostante ogni cosa.

Ma che cos'è che costruisce un'identità, se non le nostre esperienze? Non a caso, una delle tecniche di tortura più raffinate e diffuse è la deprivazione sensoriale. Senza contatto con il mondo e con gli altri, perdiamo rapidamente il nostro senso di identità. Non sappiamo più chi siamo. E che cos'è che indirizza il pensiero, se non quelle stesse esperienze, seppure poi lette attraverso mille filtri e con l'ausilio di mille strumenti culturali?

Per questo il M5S vi rompe il cazzo. Per questo alzate la voce quando lo si nomina, per questo gli sparate addosso tutte le munizioni di critica distruttiva che vi fornisce un sistema dell'informazione servo e feudale, per questo vi ostinate a sostenere che appartiene a Grillo e Casaleggio. Perchè il M5S mette in crisi la vostra visione del mondo, quella che tradite quando dite "è sempre stato così, e sempre sarà così". Perchè, scusate la malizia, io sospetto che abbiate un sacro terrore di accorgervi che sotto la patina di irrealtà costruita dal discorso politico dominante, c'è una reltà scostumata e lazzara che vi rimanderà un'immagine di voi stessi enormemente diversa da quella che vi siete scelta. Voi volete la libertà di essere, non di fare. E non capite che è l'agire, non le identità, a dare forma alla realtà che tutti subiamo. 

Alcuni di voi sono marxisti, e ciò rende le vostre contraddizioni veramente penose. Senza offesa per nessuno, ben inteso. Io dico la mia, voi la vostra. E la mia idea è che se c'è una dottrina politica in cui il divenire fa la parte del leone, quella è il marxismo; è dunque tragicomico vedere dei sedicenti marxisti aggrapparsi a una chimera, a un ideale estetico di stasi impossibile. 

Al di là delle burle, dei frizzi e dei lazzi, feudalesimo e libertà si escludono a vicenda. Se volete restare sotto la protezione della vostra investitura e del vostro ruolo in un ordine immutabile, scegliete il primo. Ma se volete riempirvi la bocca con la libertà, sarà bene che vi rendiate conto che l'Imperatore, mi perdonino i simpatici armigeri libatori di cervogia, deve morire. Alla pugna, dunque. E vediamo di scegliere bene da che parte stare.

2 commenti:

  1. La tiritera è risaputa..né pdl né pd meno l. Praticamente una ovvia formalità. Ma le tradizioni sono dure a schiattare.

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  2. Sono dure, sì. Ma prima o poi schiattano.

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