lunedì 16 giugno 2014

Il piccolo borghese che bisogna uccidere

Cari amici del Bradipo, mi sento solo. Tanto solo. No, è inutile che fate gli spiritosi: non è all'astinenza dai piaceri della carne che mi riferisco, ma al fatto di sentirmi moralmente isolato, perchè circondato da individui che non condividono nella benchè minima misura la mia visione del mondo. Oggi ero in quel di Casalnuovo, dove presto servizio in una scuola paritaria, e mi sono sentito chiedere da una delle impiegate dell'istituto se fossi iscritto a non so quale corporazione per tieffini (abilitati all'insegnamento tramite il Tirocinio Formativo Attivo). Quando le ho detto che non lo ero in quanto contrario a quell'impostazione, e favorevole invece all'unità e alla solidarietà fra lavoratori, lei si è messa quasi a ridere. Giustamente, cari amici. Quando mai si sono risolti così i problemi?

I problemi si risolvono con la guerra di tutti contro tutti. La chiave è scegliere bene il proprio schieramento, e presentarsi ben equipaggiati sul campo di battaglia. Se la cifra del vivere sociale è la scarsità, la soluzione dell'equazione sta necessariamente nel triste motto mors tua, vita mea. Come un vampiro collettivo, la società trae vigore e nutrimento dal sangue di coloro che soccombono. Per questo, anzichè piangerli, banchetta sui loro loculi marmorei, e addobba a festa i cimiteri riempiti dalla competizione.

Questa è la forma mentis della stragrande maggioranza di noi. Ed è per questo che, quando protestiamo per un'ingiustizia reale o percepita, non abbiamo i mezzi per far sì che quella protesta vada al di là del vano lamento. Esistono, in un'ultima analisi, solo due modi di concepire la convivenza civile: o la si basa sulla cooperazione, sul rispetto reciproco, sull'uguaglianza, sulla solidarietà; oppure la si fonda sul privilegio, sull'egoismo, sul diritto del più forte. Il fatto che queste due concezioni contrapposte siano convissute e convivano negli ordinamenti delle società passate e presenti non vuol dire che non siano irriducibilmente antagoniste: si può versare dell'olio nell'acqua, ma in nessun caso si potrà fare in modo che si dissolva in essa. Se un quartiere protesta contro la costruzione di un inceneritore, pertanto, nel clima culturale in cui ci troviamo a vivere, difficilmente riuscirà ad andare oltre quell'atteggiamento che gli anglosassoni chiamano not-in-my-backyard, ovvero "non nel mio giardino". La "termovalorizzazione" è il modo migliore possibile di smaltire i rifiuti per una società come la nostra, dominata da una tale visione del mondo. Superarla vorrebbe dire prima superare il nostro egoismo e la nostra sudditanza a un modello culturale. Vorrebbe dire uccidere in modo possibilmente efferato il piccolo borghese che alberga in ognuno di noi.

E, visto che quel piccolo borghese fa parte di noi, significherebbe soffrire, sanguinare, portare la croce che deve portare chiunque sfidi la religione di stato. A poco serve pregare il dio degli ultimi sottovoce, non visti, nell'oscurità delle catacombe, se poi si sacrifica l'agnello a Giove o Mercurio. Perchè allora vuol dire che hai scelto di essere fedele a quella strana forma di politeismo in cui per ciascuno esiste solo il dio suo, e al di sopra di tutti l'avido Cesare. E allora spera che ti vada bene, perchè come il personaggio interpretato da uno straordinario Alberto Sordi nello straordinario film del quale vedete sopra la locandina, quando il piccolo borghese resta solo davanti al male, è piccolo piccolo.



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