domenica 15 giugno 2014

L'abiura che non avrete


Qualcuno adesso vorrebbe da me un'abiura. Non la avrà. E per un motivo molto semplice, che non ha niente a che fare con l'orgoglio o la testardaggine: perchè io non ho mai fatto mie le credenze che mi si attribuiscono. Mi sembra che a molti risulti difficile capire la differenza tra un ragionamento e un sofisma. Per me, invece, è cristallina. Ragionando (bene o male, giudicatelo voi) sono arrivato ad aderire a un progetto (che voi, mettetevelo bene in testa, non conoscete e confondete con qualcos'altro), e ragionando lo critico nel momento in cui viene preso in ostaggio da un manipolo di opportunisti senza visione del futuro. Che questi opportunisti siano risultati i padroni indiscussi  e incontrastati del suddetto progetto dipende dal fatto che siamo un popolo estremamente passivo e irresponsabile. Ma di questo, ve ne prego, non incolpate il vostro Bradipo, che ha provato a nuotare contro la corrente di quella passività, del "le cose sono sempre andate così", rimediando un discreto numero di improperi e accuse di vario genere.

Se la grande maggioranza degli italiani, compresi voi che mi leggete, si è persuasa che la politica sia un concorso di bellezza per idee, non è colpa mia e nemmeno di Beppe Grillo. Se la possibilità di incidere sulla realtà viene sacrificata a un senso di integrità puerile e narcisistico, non è colpa di Casaleggio. E nemmeno possiamo imputare a Claudio Messora il fatto che chi più vorrebbe cambiare questa società è tanto più restio ad abbandonare le proprie posizioni. Se qualcuno ha preferito attendere questo o quel Messia, praticandone nell'attesa i comandamenti e le liturgie, invece di irrompere nel giocattolino dei succitati signori e lavorare per  farne qualcosa di veramente rivoluzionario, non è colpa mia nè loro.

Ora è chiaro che il M5S prenderà una direzione conservatrice e sposerà una logica di compatibilità con il marciume che fino a ieri ha condannato. Qualcuno oggi forse pensa che questo dimostri quanto il suo scetticismo fosse giustificato. Non è così. Questo ragionamento me lo potete fare davanti a un risultato sportivo, ad esempio: come ti è venuto in mente di scommettere sulla vittoria del Milan sulla Juventus? Si sapeva che avrebbe perso, la prossima volta sii meno avventuroso nei tuoi pronostici. Questa non era una partita di pallone, o perlomeno non era una partita in cui eravamo costretti al ruolo di spettatori. Potevamo scendere in campo. Voi non lo avete fatto. Io ho perso, ma voi avreste potuto vincere e avete scelto di non giocare.

E adesso vi dico pure perchè non avete giocato: perchè voi avete già vinto. Tutto ciò a cui aspirate ce l'avete già. Avete un dio, non vi occorre più niente. Osservate la sua legge, e ne siete apostoli. Non vi preoccupa la sua assenza dal mondo, perchè vi basta sapere che esiste. Prima o poi si manifesterà e metterà le cose a posto. Nel frattempo soffriremo l'ira del dio che invece si è già manifestato da un pezzo, e fa sentire la sua presenza in modi alquanto spiacevoli. Voi sapete già a chi offrire la vostra sofferenza. Io, mentre voi aspettate questo profeta che somiglia tanto a Godot, aspetto la prossima eresia.

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