lunedì 16 gennaio 2017

Concè, fa freddo dentro?

Cari i miei, dopo una lunga assenza sono tornato. Da ligure di adozione, la mia priorità è il mugugno: lamentarmi sistematicamente di tutto ciò che non va nella mia esistenza (ovvero pressoché tutto). E mugugnare è quello che farò.

Come spesso accade, mi trovo costretto a sfogare il mio disappunto di fronte allo fenomenologia dell'adolescente contemporaneo; un disappunto paragonabile a quello del signor Praline nel sentirsi dire che Bolton sarebbe il palindromo di Ipswich ("The palindrome of Bolton would be Notlob" osserva l'arguto avventore). Venerdì, e nuovamente stamattina, molti degli alunni della scuola presso la quale presto servizio si sono rifiutati di entrare in classe a cause delle temperature troppo basse registrate dal termometro all'interno del plesso. Dimentichi dell'assioma in base al quale l'alunno scalda il banco, essendo dunque da considerare fonte primaria di calore, essi si sono scagliati contro le gravi deficienze dell'impianto di riscaldamento, ritenendole ragione sufficiente per disertare le lezioni. E questo in un momento in cui si tirano le somme del primo quadrimestre, con le ultime interrogazioni e verifiche scritte ancora da effettuare.

Viene in mente la risposta di Concetta a Luca nella commedia dal vostro Bradipo spesso citata, a cui fa riferimento la foto: "Fa freddo! Il freddo non l'ho inventato io, l'ha inventato il Padreterno, perciò ti devi rassegnare! Fa freddo... fa freddo... fa freddo!" E Lucariello, che tutta la notte non ha potuto prendere calimma, stoicamente si alza, si lava e si veste in una casa gelata.

Tommmasino invece, 'o nennillo, non si alza se non gli portano la zuppa di latte, 'o zuppone, a letto. Questo giovanotto pigro, infantile, disonesto e ignorante è la vera icona della generazione a cui mi tocca insegnare. Una nidiata di eterni cuccioli viziati dalle madri nell'assenza o nell'incapacità di intervenire dei padri. Una adunata, sediziosa solo ed esclusivamente per i più futili dei motivi, di individui seriamente compromessi nello sviluppo psicoevolutivo  da un esercito di Concette, di nemiche della casa, nemiche dei figli, nemiche del proprio sangue.

La scuola è, effettivamente, una casa gelata. In tutti i sensi. Ma si capisce: "è il meso suo... lo deve fare". La stagione non è propizia. Educazione, sanità, servizi pubblici in genere sono voci in bilancio da tagliare quanto più è possibile. Il prezzo mi pare evidente: una generazione che, mentre le fanno il vuoto intorno, resta a letto ad aspettare la zuppa di latte.

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