venerdì 21 settembre 2012

Del rum e della realtà


Cari amici del Bradipo, buongiorno. Dovete sapere che io sono uno di quel 33% di italiani che abitano con mammà e papà, non potendo contare su un reddito costante e sufficiente al mantenimento di una casa, o anche soltanto di una stanza in affitto. E dovete sapere anche che la mia cara mammina, come tante donne napoletane della sua generazione, ha una vera e propria ossessione per la pulizia della casa. Dunque, ogni venerdì mattina sono costretto a levatacce disumane (voi lavoratori dovete capire che è disumano per un debosciato di lungo corso doversi alzare prima delle dieci) per cedere la mia stanza alla collaboratrice familiare che viene a pulirla. Nel mentre, io inganno il tempo leggendo (se il mio stato psico-fisico me lo consente) oppure, come questa mattina che ero e sono in grave debito di sonno, mi piazzo davanti al televisore in cerca di qualcosa di guardabile.

Ebbene, quello che si nota quando si accende il televisore di tanto in tanto, come faccio io, è il progressivo allontanamento dei palinsesti dalla realtà quotidiana che vive il 95% della gente. Gli stessi reality show, ben lungi dall'essere rappresentazione della realtà, ne sono un sovvertimento in piena regola. La realtà non sei tu, la tua vita, i tuoi problemi, i tuoi dilemmi, i tuoi drammi grandi e piccoli; la vita è quello che dico io. Adesso vai, e modella i tuoi dilemmi, i tuoi drammi e le tue aspettative su ciò che ti ho mostrato. Cerca di somigliare a Tizio e Caio, imitane il linguaggio, le movenze, il modo di vestire. Adotta il mio sguardo, e vedrai il mondo esattamente come lo vedo io. Bello, vero?

Mo' io, stupido e ignorante, ma certamente meno della media, ho sempre pensato che l'arte fosse innanzitutto mimesi della realtà, naturalmente "deformata" e trasfigurata dallo sguardo dell'artista. L'artista guarda la realtà e, attraverso la propria sensibilità, avvalendosi delle potenzialità espressive del mezzo e della propria padronanza dello stesso, ne estrae una cifra. Quello è il "contenuto" dell'opera d'arte. Che poi verrà giudicata soprattutto per la forma in cui è espressa, come è giusto che sia, ma che rischia di non suscitare interesse, di risultare inutile, se non la si riempie di qualcosa che abbia rilevanza per i suoi fruitori. Morrissey voleva impiccare il DJ, perchè la musica che selezionava non gli diceva niente sulla sua vita. Io sono contro la pena di morte, ma capisco lo sfogo dell'arguto quanto infelice mancuniano. Evidentemente è per questo che Caravaggio ci abboffava di temi religiosi, mentre già nell'800 le crocifissioni si fanno più rare nel panorama delle arti figurative. 

Ma che c'entra l'arte? Non parlavamo di televisione? Non dovete scalpitare, cari amici. Vi sembrerà che io salti di palo in frasca, ma non preoccupatevi: ho un piano, come disse Chopin. La televisione, oltre che spunto di riflessione contingente, è anche un fedele specchio del cosiddetto zeitgeist. Lo stesso discorso che si applica all'Isola dei Famosi lo potete applicare al cinema, alla letteratura, all'informazione e così via. In una parola, chi partecipa alla vita culturale di questo paese, in una veste o in un'altra, è quasi immancabilmente portatore di quella logica essenzialmente autoritaria e "demofoba". Logica che, se a un giornalista o un autore televisivo può tornare utile, è fatale per l'artista. Dice che i cinema sono vuoti. E 'sti cazzi. Le librerie chiudono, perchè gli italiani non leggono. Andate immediatamente a comprare un libro! Prima o dopo la confessione.

E veniamo finalmente al punto. Perchè la televisione, il cinema, l'editoria cercano di farci ingoiare a forza un'immagine della realtà che non è mimesi o racconto fedele (nel caso dell'informazione) ma sostituzione bella e buona? Come sono riusciti a trasformare la realtà in evasione, e perchè lo hanno fatto? A Napoli si dice che vano è l'affanno di colui che cosparge di rum le feci, poichè esse non si transustanzieranno in un appetitoso babà. Ma se un vile stronzo è tutto ciò che rimane al tuo desco, quando ti danno il rum non lo rifiuti. E così quelli che si mangiano il babà ti raccontano meraviglie dolciarie, e tu alla fine ti convinci che sì, è proprio così, la tua vita ha lo stesso sapore! Ti mangi la merda, questo vero; ma una merda che sembra proprio un babà con tanto, ma tanto rum.

Babà o merda? Ai posteri l'ardua sentenza...

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