mercoledì 8 gennaio 2014

Senza cuore



Il mondo è una foresta di simboli, diceva un erotomane sifilitico, vizioso e laido, ovvero un francese. Deve essere per quello che il sogno della cameriera della famiglia Cimmaruta sembrerebbe descrivere la traiettoria seguita dalla sinistra negli ultimi decenni, in Italia. La pioggia incessante che diventa fuoco e che comincia a bruciarla, mentre lei cerca invano di ripararsi sotto l'ombrello, è un'allegoria che le calza a pennello. Come lo è, forse ancora di più, il cuore che le sfugge per non lasciarsi bruciare. Solo che Marina Confalone si rende conto che senza cuore non si vive, e cerca di riacciuffare il suo; la nostra sinistra, per buona parte, no. Spara senza remore al pezzente, e beve il suo sangue. Chissà, forse è davvero convinta che si tratti di acqua. Ma mentre la crisi crea nuovi stuoli di poveri, un nuovo proletariato con cui i cultori del vecchio non sanno dialogare, la solidarietà a chi muore dissanguato non arriva da sinistra.

La cosa più sconcertante è che, quando il pezzente in agonia è un piccolo imprenditore o un commerciante rovinato dalle stesse politiche neoliberiste che hanno lasciato senza lavoro tanti operai, insegnanti, impiegati di concetto e via discorrendo, pare esserci addirittura un senso di soddisfazione da parte di tanti "compagni". Come se il volto deforme e disumano del capitalismo potesse essere rappresentato dal salumiere sotto casa, o dall'idraulico che fattura un po' di più della media dei suoi colleghi. E quando qualcuno pone il problema, viene identificato come persona "di destra". Quelli, mi è stato detto più volte, sono i padroni, e non ci riguardano.

Quelli, cari amici, sono esseri umani che hanno perso tutto. Scusatemi se sono fissato con Eduardo, ma io sono napoletano, c'aggia fà? Per questo farò riferimento a un'altra scena di un'altra commedia del nostro più rappresentativo drammaturgo, quella alla fine di Napoli milionaria, in cui il ragioniere porta ad Amalia la medicina che può salvare la bambina malata. A quella donna Amalia che lo aveva ridotto all'osso, senza mostrare pietà né per lui né per i suoi, di figli. Perché, dice il ragioniere, a un certo punto ci dobbiamo stendere una mano l'uno con l'altro.

La società italiana, in cui tradizionalmente il grado di mobilità sociale è sempre stato molto basso, sta vivendo oggi delle trasformazioni. Così come la guerra aveva arricchito donna Amalia ai danni del ragioniere, così il nuovo, spregiudicato capitalismo di matrice UE sta creando nuovi ricchi e nuovi poveri. Se il nostro obiettivo è davvero eliminare il divario fra le classi, se vogliamo che i ricchi siano meno ricchi e i poveri meno poveri, questo è il momento di praticare la solidarietà. Questo è il momento di essere empatici, aperti al prossimo, in una parola umani. Non dobbiamo infierire sul ragioniere, dobbiamo stendergli una mano. E dobbiamo assolutamente riprendere il cuore che ci è sfuggito dal petto, perché senza cuore non si vive, a meno che non ci si abbeveri del sangue dei pezzenti.

Nessun commento:

Posta un commento