lunedì 3 febbraio 2014

Tra il dire e il fare


Cari lettori delle mie elucubrazioni, buondì. Siete profondamente scandalizzati dall'inaccettabile e becero sessismo che costituisce la più profonda essenza del M5S, e che ne determina l'agire politico? Non ne potete più di questa progenie culturale dei film di Alvaro Vitali, che inneggia allo stupro di una ineccepibile garante delle nostre istituzioni, costantemente vilipese dai turpi grillini? Siete convinti della necessità di cancellare dalla faccia della terra questa armata Brancaleone di energumeni antidemocratici? Tranquilli, non sono impazzito. Sto facendo ironia, perchè solo con l'ironia mi sembra di poter rispondere alla insensatezza che ormai permea il discorso mediatico in questo nostro povero paese.

Ora vi dico di cosa sono veramente stanco. Sono stanco di vedere che si investe sempre di meno nella scuola, nell'università, nella formazione, nella sanità, nell'occupazione. E questo, a beneficio di sparute elite industriali e finanziarie. Sono stanco di vedere amici disoccupati che emigrano per trovare lavoro, o restano qui e rinunciano a cercarlo. Sono stanco di vedermi proporre lavori improbabili, mal pagati e qualche volta addirittura loschi. Sapete, io ho fatto l'università, non una carriera criminale, e sarei dunque portato a dare per scontato di poter lavorare e guadagnare qualche spicciolo nell'alveo della legalità. Sono stanco di vedere che, mentre nel mio Sud mancano infrastrutture essenziali, il governo del mio paese insiste su un progetto di alta velocità ferroviaria che molti giudicano inutile, e che la popolazione osteggia in modo evidente. Sono stanco di furbetti, sodali, amici, amici degli amici e della loro manovalanza, con la pistola o senza. Sono stanco del sottoproletariato abbrutito che si vende il voto per una spesa al discount. Sono stanco di dover tollerare la presenza di associazioni criminali dal carattere medievale nella mia città, modellata a immagine e somiglianza delle sue ignobili classi dirigenti.

E mi fermo qui, perchè faremmo notte. Ci hanno detto che questo sarebbe stato il governo del fare. In un certo senso, stanno mantenendo la promessa. Se quel "fare" vuol dire accelerare il naufragio di un popolo nel mare in tempesta della barbarie neoliberista, si stanno dando da fare. Certo, lo fanno con il massimo dell'educazione, con i modi impeccabili e il rispetto del protocollo che contraddistinguono chi gestisce il potere. Del resto, perchè dovrebbe sbracciarsi, alzare la voce, ricorrere al turpiloquio colui che sa di essere più forte della sua vittima designata, e di poterla angariare nella più completa impunità? Chi ruba caramelle ai bambini lo fa con aplomb. Qualche crepa si comincia a intravedere, ma essenzialmente il volto di questa classe politica è Gianni Cuperlo, impassibile di fronte all'accusa di collaborare allo sfascio di un paese. Non so voi, ma io di uno che, di fronte alla sfuriata di Di Battista, resta impassibile, non mi fido. Uno che si regola così a me fa paura.

A molti italiani fanno più paura invece,a quanto pare, il linguaggio colorito, i toni accesi, le cadute di stile, le battutacce da osteria. Mi stupirei di più di tutto questo se Fukuyama e i suoi proseliti non mi avessero avvertito. La storia è finita, la lotta di classe non c'è più, non è forse così? Perchè stupirci, allora, se un'opinione pubblica intrisa di questa deprecabile ideologia non riesce più a capire la differenza fra il dire e il fare, e ha perso di vista l'essenziale verità che è la realtà a produrre i discorsi, e non viceversa? Questi consumano narrazioni, perchè da soli non sono più in grado di rappresentarsi il mondo. Si fanno raccontare se stessi e le loro vite dagli altri. Da quello che un tempo era "il nemico di classe". E basta con tutte queste puttanate sul rapporto fra fascismo e piccola borghesia: il ceto medio è il proletariato col frigorifero e la lavatrice, nient'altro. Ora che è colpito dalla crisi, che non è un terribile accidente, ma un vero e proprio episodio di lotta di classe (i padroni sanno ancora farla benissimo), va aiutato a capire come e perchè lo stanno attaccando.

Se invece scegliamo di prendercela con l'unico soggetto politico di una certa rilevanza numerica, l'unico movimento di massa che oggi difenda questo paese dal saccheggio a cui lo stanno sottoponendo, perchè manda la gente a fare in culo, facciamo un torto al futuro, alla Storia, e a noi stessi. E la sofisticata cultura umanistica, l'impeccabile proprietà di linguaggio che ci fanno gridare allo scandalo di fronte alla rozzezza e volgarità degli esasperati le potremo mettere a frutto scrivendo un'elegia per una Patria inghiottita dal mare.

Nessun commento:

Posta un commento