giovedì 19 giugno 2014

Un popolo a cui piace abbuscare



Prima che la violenza di genere finisse in bocca alle professoresse se ne poteva ancora parlare seriamente, come fa fare Eduardo al portiere interpretato da Ugo D'Alessio nella versione televisiva di Questi fantasmi. In questo breve monologo si coglie anche la complessità del rapporto che si stabilisce fra vittima e aguzzino: la prima, annichilita dalle botte e dalla paura, non trova di meglio che cercare protezione fra le stesse braccia che l'hanno percossa. Che quegli schiaffoni siano stati motivati da un affetto anch'esso evidentemente contraddittorio, o dalla pura e semplice volontà di dominio, l'effetto che sortiscono è quello di riavvicinare la coppia in crisi. 

Spero di non sembrarvi troppo contorto se ipotizzo, facendo la solita psicologia da due soldi che può fare un ignorante come me, che proprio le mazzate rappresentano il miglior collante in una relazione profondamente asimmetrica. Ricordano a me, essere non autosufficiente, dipendente dall'altro, della sua forza e determinazione. Per questo il cane bastonato continua ad amare il padrone che lo maltratta, e la moglie del portiere gli si getta al collo dopo averle prese. Il forte può farmi male, ma può anche offrirmi protezione: sta a me far sì che si disponga favorevolmente nei miei confronti.

Un tipo molto simile di rapporto esiste fra gli italiani e la loro classe politica. Ne è la chiara riprova il fatto che, davanti a un movimento che offriva loro la possibilità di ridefinire completamente il modo di concepire la rappresentanza e quindi il governo, hanno puntato dritto verso l'uomo forte, trasformandolo in una sorta di Messia. Più quell'uomo sbracava, urlava, evocava sciagure, più lo osannavano. Poi, quando si sono accorti che non era abbastanza forte da togliere di mezzo in poco tempo quelli contro i quali aveva tuonato per anni, in tre milioni hanno smesso di votarlo. 

Ora l'uomo forte è un altro. Si chiama Matteo Renzi. Ha un altro stile, più simile a quello, di lunga e gloriosa tradizione qui in Italia, del mafioso. Il suo potere è così grande che gli basta dire mezza parola per distruggere politicamente una persona sgradita. Non accetta critiche da nessuno. La Corte dei Conti gli dice che non ci sono le coperture per un intervento? Lui butta lì una supercazzola e tira dritto. Questo, non so se riuscite a capirlo, è molto peggio di un vaffanculo. Equivale a dire "me ne frego altamente di te e del tuo lavoro, io faccio di testa mia. E tu non servi a un cazzo, anzi, se mi gira faccio 30 e uno 31, e insieme al Senato riformo anche l'organismo di cui fai parte, quindi occhio". 

Ecco come mi spiego io il successo di Renzi. Ed ecco perchè il M5S, con la nuova linea decisa dalla sua "dirigenza", si ridurrà a partitello di opposizione destinato a una progressiva emorragia di consensi. L'antidoto a quella cancrena morale e politica che qualcuno chiama "casta" non è l'onestà, è la democrazia. Ed ora azzardo un'altra predizione: se gli attivisti in buona fede non lasciano la nave che affonda e si costruiscono una nuova casa, si ritroveranno in un partito esattamente come tutti gli altri, come poteva essere qualche anno fa l'IDV di Antonio Di Pietro, e non potranno che ratificare, con votazioni sempre più pilotate e ridicole, quanto deciso dall'aspirante uomo forte. Per quanto mi riguarda, non mi interessa se Ugo D'Alessio mi vuole bene o no; mi deve togliere le mani da dosso.

2 commenti:

  1. ... alla fine l'apertura c'è stata, ma sembra che al PD non interessi un granché.

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    1. perchè hanno capito che il m5s non rappresenta più una minaccia, si è disinnescato da solo...

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