martedì 26 febbraio 2013

La marachella


Ora però ve la devo spiegare, la marachella. Per chi ancora non lo sapesse o non  lo avesse capito, ho votato M5S. Per la prima volta in vita mia non ho espresso un voto identitario. Fino ad ora le mie scelte erano state Rifondazione Comunista e l'astensione. Come mai stavolta ho votato un movimento (o partito, se preferite) amorfo, senza una precisa collocazione ideologica? Perchè penso che destra e sinistra non abbiano più senso? Assolutamente no. Per puro spirito giacobino? Nemmeno. Purtroppo sono dotato di un'intelligeza di tipo intuitivo, più che analitico. O, per meglio dire, quel poco che capisco nella vita lo capisco attraverso l'intuito, piuttosto che l'analisi. Per cui non riesco a spiegarvi in modo compiuto in base a quali dati ho avuto la nettissima impressione che si potesse e dovesse dare inizio non a una fase di transizione da un sistema di equilibri ad un altro, ma a quello che in inglese si chiama un paradigm shift.

Diceva Ferribbotte ne I soliti ignoti, "Fimmina cuciniera, pigghiala per mugghiera, fimmina piccante pigghiala per amante." Questo è un paradigma. Ma è superato, almeno dalle mie parti. Ormai la gente agisce in base a valutazioni diverse, e se cercassimo di capirle andremmo a finire da tutt'altra parte, senza peraltro cavare il proverbiale ragno dal buco. Quello che ci interessa è l'obsolescenza di quello che un tempo è stato un modo di ragionare diffuso. Angelo del focolare vs. donnaccia da postribolo. In una divertente commedia di qualche anno fa Robert De Niro faceva la parte di un gangster in analisi. Quando Billy Crystal ipotizza che il suo cliente si reprima nei rapporti sessuali con la moglie, perchè rifiuta di farsi praticare da lei la fellatio, quello risponde che poi la moglie darà il bacio della buonanotte ai figli con quella bocca. Ormai questa è una posizione conservatrice. La donna del terzo millennio ha sempre una bottiglia di colluttorio nel mobiletto del bagno.

C'è un'altra dicotomia che sta scomparendo, esattamente come quella di cui abbiamo sorriso: la dicotomia fra destra e sinistra a livello partitico. Mo' voi potete fare gli snob quanto volete voi, potete gridare al qualunquismo, potete tirarmi le vostre feci come scimmie adirate, ma resta il fatto che un italiano su quattro ha votato una lista che non ha il minimo retroterra ideologico. Vogliamo capire perchè? O vogliamo continuare a lanciare anatemi non omologati, approfittando della sede vacante?

Lungi dal lanciarmi in analisi che non sono in grado di fare (mi ridurrei al livello dei giornalai italiani), voglio darvi qualche mia impressione. Per un anno il sobrio prof. Mortimer Monti ha governato l'Italia, il nostro paese, senza alcun mandato elettorale. Come solo i veri duri possono permettersi di fare, non è partito di capata a tradimento; no, lui ha detto "Adesso vi intommo di mazzate", si è avvicinato con calma e ci ha ingiunto: "Mi raccomando, non reagite, se no sale lo spread. Meglio che vi tenete le mazzate". Mo', io sono pezzente di ritorno, quindi non so e mai saprò cosa vuol dire lavorare come un ciuccio di fatica e risparmiare per comprarsi un cesso di appartamento, per poi vederselo tassare come se fosse un bene di lusso. E lasciate stare destra e sinistra, perchè il sudore è apolitico. Posso solo immaginare la frustrazione di qualcuno che lavora e si vede colpire in quel modo. Nel mentre, i quadri di partito (PD e SEL in primis, con il loro sostegno al governo) si adoperano sul doppio fronte della propaganda e della perpetuazione del potere attraverso i soliti sistemi clientelari. Tradotto, vuol dire che mentre i loro mezzi di informazione vi fanno il lavaggio del cervello, i loro figli lavorano e i vostri no. I loro carrozzoni finanziati col denaro pubblico restano dove sono e le  aziende chiudono, mettendo i lavoratori in mezzo a una strada. Chi lecca il culo giusto va avanti, chi conta sulle proprie forze si fotte, perchè quel poco che era rimasto dopo le politiche di austerity (leggi: paccheri sopra al musso) se lo sono mangiato loro, i compagni

Il mio futuro, ahimè, è nella scuola. Sto da poco frequentando il TFA, corso che mi abiliterà per l'insegnamento della lingua e della letteratura inglese nelle scuole superiori. Se questo paese non cambia, io semplicemente non ho futuro, se non la prospettiva di un continuo aspirare a una vita decente e a un lavoro dignitoso che non arriveranno mai. Se questo paese non cambia, il mio avvicinamento al ruolo, ovvero al posto fisso, sarà penosamente simile alle file che si facevano per il pane, quando la Germania ci faceva la guerra con le bombe anzichè con la finanza. Nella mia stessa situazione, o in una situazione paragonabile alla mia, ci sono milioni di persone in questo paese. Noi abbiamo bisogno del paradigm shift di cui sopra, che in questo momento non saprei neanche bene come definire e riassumere, se non così: prima il lavoro, poi tutto il resto. Non mi ritengo un egoista, non sto facendo un discorso individualista. Sono pronto a dividere quel poco che mi aspetta con altri lavoratori o aspiranti tali come me. Con chi si autoproclama Il bene comune e poi non fa che i cazzi propri, no.

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