venerdì 23 luglio 2010

Questo maledetto sole africano!




I resti della famiglia Brambilla di Segrate (MI) dopo una prolungata esposizione al solleone

Dopo l'insopportabile giaculatoria contro le forze oscure di questo paese, che si servono del garantismo per sfuggire al giusto castigo della ghigliottina giacobina, torno a trattare temi più leggeri. Sempre però di una invettiva si tratta, dal momento che io conosco solo due modalità espressive: quando sono ubriaco canto o racconto barzellette, quando sono sobrio inveisco.
E allora inveiamo, signori. In questa specifica circostanza contro il nostro pessimo rapporto con il sole, prezioso alleato finchè lo si tratta con rispetto, pericoloso nemico quando ci si dimentica di cosa è capace. Oggi, nel pieno dell'estate, con lo strato di ozono ridotto alle dimensioni e allo spessore di un perizoma da da oltre due secoli di industrialismo scriteriato, il sole ci si presenta come un guappo d'altri tempi: se ti permetti di affrontarlo a viso aperto lui te ne fa pentire.

Un guappo d'altri tempi

Io ho la fortuna di essere un fototipo molto chiaro. I primi giorni al mare, con la mia pelle lattea, la mia pancia di birra e il mio cappellino Jameson sembro proprio un inglese in vacanza. Mi è effettivamente capitato che un vero britannico mi abbia scambiato una volta per un suo compatriota, rivolgendomi un cordiale e informale saluto in un accento che non riuscii a stabilire con certezza se fosse del Lancashire o dello Yorkshire. Grazie a questo mio colorito da nordeuropeo mi accorgo subito di scottature ed eritemi, e corro prontamente ai debiti ripari (ombrellone e doccia fredda d'acqua dolce). I fototipi più scuri si prendono sovente gioco di me, delle mie membra flaccide e pallide, ma io so che ride bene chi ride ultimo. Anche nella malaugurata ipotesi che queste simpatiche personcine non finiscano al reparto grandi ustionati di qualche ospedale balneare in cui i dottori sono tutti in vacanza e ti tocca farti visitare da un infermiere tabagista che sta lì solo perchè raccomandato da un assessore locale dell'UDC, e svolge il proprio lavoro con la stessa lena di un prigioniero di guerra con gravi sintomi di denutrizione; anche nel caso che evitino questa sorte, che meriterebbero, io so che alla fine loro saranno più brutti, ma molto più brutti di me. Perchè non hanno senso della misura. Perchè si esporranno al guappo sole fino a quando la loro pelle non sarà del colore del cuoio conciato, e altrettanto secca e ruvida.

L'essere umano non è fatto per rimanere a lungo sotto il sole estivo, almeno non a queste latitudini. I saggi delle epoche passate, una volta arrivati a questa incontestabile conclusione, si sono prodigati per offrire all'umanità protezioni di varia natura rispetto all'eccessiva intensità dei raggi solari. I popoli del deserto vestono in un modo apparentemente poco indicato a un clima così caldo. Ma i saggi hanno capito che è meglio avere caldo, piuttosto che trasformarsi in un mucchietto di carbonella, come la sfortunata famiglia lombarda ritratta nella foto soprastante. Le case del bello ma brullo Salento sono dipinte di bianco, per riflettere i raggi solari ed evitare che questi possano tramutare le dimore stesse in altiforni. I contadini di mezzo mondo portano da tempo immemore cappelli a tesa larga per difendersi dall'aggressione dei raggi solari. Negli Stati Uniti, per ragioni ignote agli antropologi, hanno preso a indossare cappellini da baseball, ritrovandosi in pochissimi minuti con il collo arrossato, e guadagnandosi quindi l'epiteto infamante di rednecks. Il mondo moderno rifiuta la saggezza degli antichi, e ne paga il prezzo sotto forma di Foille da applicare sulle piaghe vagamente purulente che si procura.

Una donna che non ha mai dovuto adoperare il Foille


Ora, dico io, guardate un quadro qualsiasi del Rinascimento. La Gioconda, o la Dama con Ermellino. Erano forse abbronzate? No, tutt'altro. Erano pallide. Ora, escludendo per ovvie ragioni cronologiche l'ipotesi che fossero cadute vittime della oramai insopportabile isteria vampirofila, dobbiamo concludere che quello era l'ideale di bellezza femminile del tempo. Ma perchè quello che era considerato bello allora è considerato antiestetico oggi? Questo è un problema che abbiamo già affrontato parlando della triste piaga sociale del fitness, ricordate? No? E allora andate subito a leggere il post! Vi voglio attenti e preparati, perchè da domani interrogo! Ma ora rispondiamo alla domanda. Nel Rinascimento una donna di nobili natali non poteva essere abbronzata, perchè questo avrebbe implicato qualcosa di estremamente sconveniente: che quella donna passava molto tempo all'aperto. Il luogo della castellana era il castello, non certo il contado circostante, popolato da zotici e bestie di ogni guisa. Diverso era il caso degli uomini, dediti alla guerra e alla caccia. Se però si trattava di monaci, potete star certi che solo la questua o la vendemmia li avrebbero convinti a uscire dal loro monastero in una calda giornata di sole. Perchè è evidente che, in tali condizioni climatiche, è preferibile restare al fresco e all'ombra.

Certo, mi direte, l'aria di mare fa bene. E come potrei darvi torto proprio io, sinusitico cronico, che ogni anno aspetto quelle due settimane in riva a un pur inquinato e sovraffollato Tirreno per liberare le vie respiratorie e bandire da me il demone oscuro che mi possiede durante tutta la stagione invernale, e che risponde al nome inquietante di Muchifero? Anch'io mi stendo al sole (stando però attento a evitarlo nelle ore più calde), ma sto ben attento a proteggermi, se non con creme e filtri, con frequenti tuffi rinfrescanti in quei pochi centimetri cubici di acqua marina non occupata da bagnanti turpi e malcreati. Questo è un altro aspetto che detesto delle spiagge nostrane, sul quale tornerò nei prossimi capoversi. Dunque, mi stendo al sole, poi faccio un tuffo, poi vado al bar a prendermi qualcosa da bere o un gelato...insomma, prendo il sole ma con moderazione. Il colorito che assumo è dapprima rossastro, poi una specie di ramato, che non riesco a descrivere come si deve perchè in quanto uomo sono cromaticamente impedito.

Una giovane donna posseduta dal terribile demone Muchifero

Poniamoci adesso la doverosa domanda: ma perchè il volgo zotico e ciarliero è così ossessionato dall'idea di abbronzarsi? Perchè si espone a raggi ultravioletti, con tutti i rischi per la salute che ormai sono stati scientificamente provati, durante i mesi invernali? Perchè, appena il primo sole estivo fa capolino si precipita alla più vicina spiaggia con l'intenzione di ingaggiare duelli di resistenza con la stella intorno alla quale gravita il nostro verde e ameno pianeta? Personalmente, non riesco a darmi una spiegazione. Però devo dire che noto sempre, sulle spiagge nazionalpopolari e berlusconiane (peggio, cosentiniane!) di Gaeta, le signorine dal colorito più chiaro, che magari se ne stanno stese all'ombra, con un cappello di paglia a protezione dell'organo più importante di cui ci ha dotati Madre Natura. Sarà reciproca la cosa? Spero vivamente di no. Non riuscirei a stimare una donna che considera l'eventualità di accoppiarsi con me. Mi limito ad osservarle, e a chiedermi come le ritrarrebbero un Raffaello o un Leonardo. Rapito da tali pensieri, mi dimentico del guappo che mi sta dando in testa. E così l'amico farmacista, che già lucra sul nervoso, venderà ancora un'altra confezione di Foille.

3 commenti:

  1. ma poi non ti senti tutta azzeccata? io prima mi abboffavo di creme, ora uso un altro metodo: mi butto a mare e mi asciugo al sole. mi sono anche comprato lo spruzzino, per non dovermi alzare troppo spesso dal lettino...

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  2. eh mi piacerebbe, ma se non mi metto la crema dalle 12:00 alle 16:00 devo restare rintanata sotto l'ombrellone altrimenti divento istantaneamente un gamberetto fritto..

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