giovedì 12 settembre 2013

Il sacerdote tontolone, il puzzle e i narcisi furbacchioni


All'inizio di un episodio dello straordinario Father Ted, una serie che vi consiglio di guardare se vi piace ridere, si vede un Dougal (il tizio raffigurato nella foto) intento alla soluzione di un puzzle. Non riuscendo a incastrare uno dei pezzi nello spazio che aveva individuato, ne taglia una parte con un paio di forbici. Un modo di agire impeccabile, in base alla sua  logica. Se lo scopo del gioco è riempire gli spazi vuoti, che male c'è ad alterare la forma dei pezzi? Certo, alla fine l'immagine che ne verrà fuori non sarà quella che si cercava; sarà un'accozzaglia di contorni e colori senza senso. Ma questo, evidentemente, sfugge al giovane sacerdote tontolone. 

Non dissimile mi pare l'atteggiamento di molti sedicenti marxisti. Costoro, di fronte alla complessità di un puzzle in cui i pezzi si fanno sempre più piccoli, e sistemarli correttamente in relazione l'uno all'altro diventa veramente improbo, ricorrono sempre più spesso e volentieri all'uso delle forbici della dottrina pura, libresca, inadulterata dal contatto con la realtà. Se Marx ha scritto qualcosa sulla Germania del 1860 deve necessariamente valere anche per l'Italia del 2013; e quel giudizio espresso una volta da Gramsci sull'Italia degli anni '20 sarà senz'altro applicabile, tanto per dire, allo scacchiere mediorientale odierno. Il loro armamentario ideologico non viene utilizzato per riconoscere meglio e più agevolmente i pezzi del puzzle, ma per riempire frettolosamente e alla carlona tutti i vuoti. Laddove poi si presenta un fenomeno nuovo, e questo lo dico senza la minima intenzione di offendere, credetemi, sono penosamente incapaci di formulare giudizi nuovi sulla base di una impostazione epistemologica che evidentemente non hanno fatto propria. Zak zak, daje de forbici, e via. 

E quindi, per dirne una, se il M5S è un movimento di massa ai cui comizi non si vedono bandiere rosse, deve necessariamente essere fascista. Dopo tutto, il fascismo è l'unico movimento di una certa entità nel passato del nostro paese che non sia stato rosso. E quindi si prendono le forbici e si tagliano tutti quesi fastidiosi angoli che impediscono di collocare i "grillini" - con tutti i loro pregi e difetti - nello slot denominato "fascismo". Forse, e dico forse nella mia ignoranza abissale, della quale faccio periodicamente ammenda, potrebbe essere utile andarsi a interrogare su cose come la distribuzione sociale delle forze produttive di questo paese, e sui modelli culturali che sono stati offerti negli ultimi decenni a queste forze produttive (compresi quelli che venivano da "sinistra"). Si potrebbe altresì riflettere sulla proliferazione delle fonti di informazione nell'era di Internet, e sulla problematizzazione della comunicazione politica che comportano, con tutte le nuove opportunità e le nuove difficoltà che creano. E su queste cose la dottrina non ti è d'aiuto, se non la sai utilizzare

Non serve a niente ricomporre il quadro di una realtà menomata e travisata. Serve, forse, a qualcuno. Serve a coloro che si autoproclamano leader di avanguardie che dietro hanno poco e niente, e che non riusciranno mai a pesare veramente sul piano politico se non si aprono e si contaminano, ma saranno più che sufficienti a soddisfare il narcisismo dei suddetti leader. I sacerdoti tontoloni armati di forbici e tanta fede non cambieranno di una virgola la realtà politica ed economica di questo paese, statene certi; ma forse a loro basta l'approvazione del gruppo dei pari e il plauso del professorone di turno, che con una paterna pacca sulla spalla dice loro "bravo compagno!". E poi va a casa e, completamente dimentico delle cause di cui vorrebbe farsi megafono, si spoglia nudo davanti allo specchio e si mette a maniarsi voluttuosamente la borghesissima epa.

 

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