lunedì 9 dicembre 2013

Raccontarsi il futuro

"So, what about the rest of us, George?" Ai milionari fai guadagnare 50.000 sterline in più all'anno. E a noi? Così ragiona la gente che non ha letto i libri difficili e senza le figure. Così gli parla un certo tipo di stampa britannica, alla quale sono sentimentalmente legato in quanto mi ha insegnato una lingua (se aspettavo che me la insegnasse il sistema universitario italiano stavo fresco). E per questo quei fogliacci immondi vendono vagonate di copie. Il Daily Mirror, poi, non è neanche il peggiore. Il Sun  e il Daily Mail riescono a fare di peggio in fatto di cattivo gusto e rozzezza. Eppure non ho scelto il Mirror per risparmiarvi un orrore più profondo, bensì perchè è quello, per impostazione e storia, che più si adatta al discorso che voglio farvi.

La gente comune, che non legge i libri scritti fitti fitti e con le parole difficili, vede la vita nei termini di una serie di opportunità da cogliere e di problemi da risolvere. Non ha una visione organica della realtà, ma un'ideologia del tutto inconsapevole e per questo fortissima, basata su un misto di senso di giustizia e difesa egoistica dei propri privilegi. Reagisce istintivamente ai fatti, e nelle notizie scorge immediatamente gli aspetti che è in grado di cogliere, senza mai svolgere una riflessione più approfondita. Non lo fa non per pigrizia, ma perchè non ne è capace.

Aver imparato a leggere, scrivere e far di conto, più la data di qualche battaglia e la capitale della Norvegia non ci rende colti e capaci di destreggiarci nel complesso mondo dell'informazione contemporaneo. La nostra scuola è vecchia e non ci prepara veramente ad affrontare il mondo. La maggior parte di noi è semi-colta; ovvero, ha abbastanza cultura e formazione da capire che è importante sapere cosa ci accade intorno, e che le scelte economiche e politiche dei governi ci condizionano la vita, ma non arriva a mettere in correlazione eventi che non hanno nessi di causa-effetto immediatamente visibili.

Per queste persone sono scritti i tabloid. Ma non pensiate che sono scritti da giornalisti ignoranti e sprovveduti. Dal Daily Mirror viene, ad esempio, uno dei più abili e importanti spin doctors del New Labour, ovvero Alastair Campbell. Pensate che un uomo colto e preparato si sminuisca a scrivere per un giornale così? E allora rinunciate a incidere sulla realtà, perchè il mondo oggi lo cambi con questo linguaggio, non con le strutture e sovrastrutture, l'elemento soggettivo e la distribuzione delle forze produttive. La ricchezza e la complessità del discorso che si vuole proporre devono essere tradotte in qualcosa non solo di comprensibile, ma anche di appetibile e attarente, oppure non passeranno. Bastò a Tony Blair aggiungere un trattino alla parola "socialismo", trasformandola in "social-ismo", per smarcarsi dalla tradizione di lotta e dalla visione alternativa del mondo di un grande partito dei lavoratori, e ottenere la sua landslide victory, la sua vittoria a valanga. Era la sua supercazzola. Nessuno capiva bene di cosa parlasse, ma siccome dai suoi discorsi traspariva una visione ottimistica e positiva del futuro, la gente lo votò. 

Oggi del social-ismo non c'è traccia, chissà dov'è finito. Campbell è stato trombato nel 2003 in seguito allo scandalo per la morte di David Kelly, a due governi Blair è succeduto quello di Brown, e ora al governo ci sono i Conservatori, alleati con i Liberaldemocratici. Ma i tabloid sono sempre lì, con il loro linguaggio semplice, il loro sguardo fintamente ingenuo sul mondo. Chi ha un problema scrive alle agony aunts, le versioni anglosassoni di Natalia Aspesi (in meglio, naturalmente). Non si rivolge alla dottrina dei filosofi dalle lunghe barbe del tempo che fu, perchè non li capisce. Dà per scontato che i suoi problemi siano di natura individuale, non si immagina proprio che siano riconducibili a questioni sociali, politiche ed economiche. Quelle rubriche sono penose finestre sulla solitudine umana.

Bene, siccome anche io mi sento un po' solo, dal momento che mi trovo circondato da persone che hanno capito tutto di come si costruisce la Gerusalemme in terra di cui parlava Blake, ma si rifiutano categoricamente di svelare questo segreto ai comuni mortali, ora scrivo anche io una letterina alla mia agony aunt di riferimento. 


Cara Coleen,

mi chiamo Pier Paolo, ho 40 anni e vivo in Italia. Mi riesce farti difficile farti capire cosa vuol dire essere nati e cresciuti qui. Nel tuo paese è successo il finimondo quando si è scoperto che alcuni parlamentari si facevano rimborsare spese personali dai contribuenti. Questo mi fa sorridere. Magari il nostro problema fosse dover comprare la tintura dei capelli o le videocassette hard a qualche politico. Qui la classe politica non solo è dedita alla corruzione, al nepotismo e al carrierismo più volgare, ma ha completamente rinunciato a interessarsi del governo del paese. Fanno di tutto pur di restare sui loro scranni: dal cambiare casacca e schieramento a scendere a patti con la criminalità organizzata. Distribuiscono favori e benefici ai loro amici, li tirano fuori di prigione e dai commissariati, se ne assicurano la fedeltà mettendoli sul loro libro paga. In  questo ultimo caso, li chiamano "giornalisti" o "opinionisti", e li sguinzagliano come mastini contro i loro avversari.
In venti anni centro-destra e centro-sinistra si sono alternati al governo, e hanno proposto essenzialmente le stesse riforme. In molti casi, chi arrivava ricominciava da dove aveva interrotto l'opera chi lo aveva preceduto. Così hanno smantellato la scuola e la sanità pubbliche, hanno svenduto il patrimonio di aziende dello stato ai loro sodali per due lire, hanno precarizzato il mondo del lavoro. E i loro giornali non parlavano che del pericolo di un ritorno del comunismo e delle malefatte di Berlusconi. Ho visto amici emigrare, finire a svolgere lavori ben al di sotto delle loro capacità e della loro preparazione, quando non arrendersi del tutto alla disoccupazione, e magari darsi all'eroina. E loro, nel frattempo, parlavano del comunismo e di Berlusconi.
La cosa peggiore, cara Coleen, è che se dici queste cose nel mio paese vieni immediatamente accusato di qualunquismo. Qui, dove vige la dittatura morale di chi vive con la testa nei libri e non vede, evidentemente, la miseria che lo circonda, o forse non la sente sulla propria pelle, questi discorsi vengono giudicati bassi, volgari, addirittura inaccettabili. Secondo me la verità, cara Coleen, è semplicemente che noi non sappiamo cosa sia la democrazia.
Cara Coleen, non ti chiederò un consiglio. Questi problemi io li condivido con milioni di persone, e penso che solo collettivamente si possano risolvere. Ti ho scritto perchè tu dai spazio ai problemi della gente comune, e perchè penso che la tua cultura abbia tanto da insegnarci. Forse anche noi abbiamo qualcosa da insegnare a voi, ma sarà il tempo a dirlo. Tutto dipende da quali parole useremo per raccontarci il nostro futuro.

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